Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie“, legalmente riconosciuta in Libano, operanti a Damour nel Centro-Sud del Libano in favore dei più poveri
padre Damiano Puccini
(pdamianolibano@gmail.com)
Sono ormai piu’ di trent’anni, da quando la cittadina cristiana di Damour, all’inizio della Guerra civile libanese, fu attaccata e i suoi abitanti massacrati o evaquati dall’islam estremista di palestinesi e drusi. Le chiese vennero profanate e le icone rubate. Tra queste, un’immagine della Vergine Maria fu sottratta da un terrorista, che si era macchiato di un numero considerevole di delitti durante l’eccidio.
Con profondo odio contro i cristiani, questo fanatico incise alcuni versetti coranici sull’icona, prima di nasconderla. Passato molto tempo questo giovane aveva dimenticato l’immagine e in seguito si era anche sposato. Dopo 10 anni di matrimonio, non riusciva ad avere bambini da nessuna delle sue 2 mogli, nonostante le visite mediche e i colloqui con i saggi musulmani.
Si mise allora a pregare in particolare la Madonna, (la “Vierge Dame” come la chiamano loro). Racconta di aver visto in sogno, in quei giorni, la Vergine che gli disse: “Pentiti per tutto quello che hai fatto contro i miei figli, ripristina la dignità della mia immagine e ti sarà concesso quello che chiedi”. Colui che si adoperava per le stragi, ora cercava di cambiare vita; in due settimane le sue mogli attendevano due bambini che furono chiamati Issa (Gesu’, nel Corano) e Neemeh (Grazia). Questo islamico collabora nel nostro apostolato, a sostegno dei piu’ poveri.
Un pescatore musulmano di Sidone, vicino a Damour, osservava con attenzione, ma da lontano, l’impegno di Oui pour la vie. Da quando ha capito che il nostro stile consiste nell’aiutare “tutti coloro che hanno bisogno”, senza distinzione, (perche’ siamo tutti figli di Dio, cosi’ motiva il nostro amico pescatore), ha iniziato, nonostante la sua situazione di povertà, ad offrirci una volta alla settimana il ricavato della pesca di un giorno.
In casa sono in sette e in più i genitori anziani vivono con lui. Ogni volta che ci dona il pesce dice: “Quello che faccio è un dono non per voi, ma per Dio e i miei bambini”. Nonostante la grande pressione esercitata su di lui dalla sua comunità musulmana molto conservatrice, da quattro anni persevera in questo gesto.
Una signora che abita in un campo palestinese aveva un cane molto brutto, davanti alla porta di casa. Tutti quelli che passavano lo maltrattavano, mentre i nostri volontari lo accarezzavano sempre. La signora tra sè diceva: “Questi giovani sono davvero figli di un Dio che non ammette l’odio per nessuna delle sue creature”. Grazie a questo semplice gesto, e’ nata con la signora, prima un’amicizia e poi una vera collaborazione nell’accompagnarci e seguire la situazione di altri bisognosi.
Chi è interessato a maggiori informazioni o a conoscere le modalità per una testimonianza in Italia o un contributo in favore della nostra opera può inviare un sms al 333/5473721 o un email a: info@ouipourlavielb.com