Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.
p. Damiano Puccini
La partecipazione della gente e’ stata molto elevata, sia per l’incontro dei giovani che per la solenne Messa; nella consapevolezza diffusa che il perdono e la riconciliazione sono vie di pace, che aprono un futuro.
In mezzo a tutte le tensioni che caratterizzano il Libano in questi tempi, con l’entusiasmo suscitato dalla visita del Santo Padre, ascoltiamo alcune testimonianze dei nostri volontari di “Oui pour la Vie” che si impegnano a coinvolgere i più poveri nel condividere il necessario con tutti i gruppi, per testimoniare che si può sempre sorridere, anche in una situazione ingiusta.
Rima: La scorsa settimana in occasione di una festa musulmana abbiamo preparato un po’ di caramelle da offrire ai ragazzi e delle famiglie che aiutiamo e abbiamo aggiunto 10 mila lire per ognuno. I ragazzi erano contentissimi e ognuno annunciava entusiasta quello che con quella somma avrebbe comprato (vestiti, giochi): ma la cifra era veramente piccola. La mamma ha ricordato alla famiglia la necessità di acquistare le scarpe per Hammoudi, il piccolo di tre anni. Allora il fratello maggiore ha restituito per questo il regalo ricevuto.
Samar: siamo entrati in casa di Sumaya (una signora siriana di 90 anni) senza avere in quel momento con noi i sacchi del cibo, per poter conoscere la situazione. La visita e’ stata molto ricca di umanita’ e prolungata perche’ l’anziana nonna ci ha offerto il caffè senza nemmeno chiederci se avevamo qualcosa da regalarle, nonostante che vivesse in una casa veramente disagiata.
Pauline aveva già preso appuntamento per una visita medica per un problema non urgente. Quando si e’ presentato un bisognoso, lei ha sentito dentro di sè di rimandare ad un altra volta il colloquio con il suo medico per poter dare i soldi a questo povero che aveva necessità di fare degli esami del sangue (anche se si era presentato in maniera non troppo gentile ed educata).
Lara: Per il momento cerchiamo di fare del nostro meglio per essere all’altezza delle responsabilità che Dio ha messo nelle nostre mani e preghiamo che Gesù sia presente in ognuna delle nostre azioni, soprattutto quando siamo a Nabaa (il quartiere poverissimo di Beirut dove incontriamo i più poveri di ogni appartenenza), a casa di queste nostre famiglie che meritano il meglio di quello che possiamo donare di noi stessi, prima ancora del denaro.
Con il costante arrivo di profughi in Libano le nostre riserve alimentari e di medicine sono quasi esaurite.
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