Gli scienziati di Harvard hanno trasformato normali cellule di pelle umana in cellule staminali simili a quelle embrionali – note come cellule staminali pluripotenti – usando un nuovo procedimento di programmazione. I risultati saranno pubblicati nel prossimo numero di “Science” e se il metodo avrà successo potrà spianare la strada alla produzione di cellule pluripotenti senza uccidere embrioni umani.
Gli scienziati di Harvard in un comunicato hanno dichiarato di aver fuso “un’intera cellula di pelle ad una cellula staminale embrionale esistente. Il risultato è una cellula ibrida con due unità di materiale genetico, una da ciascun genitore (…) Gli ibridi hanno mantenuto molte delle proprietà delle cellule staminali embrionali, compresa la capacità di differenziarsi in tipi multipli di cellule adulte”.
Wesley J. Smith, esperto di fama nel campo bioetico, ha detto: “se funziona, il procedimento potrebbe mettere fine alla clonazione terapeutica. In questo senso potrebbe essere di grande aiuto nel facilitare il superamento di una messa al bando della clonazione”. Anche Padre Tadeusz Pacholczyk, direttore dell’istruzione per il “National Catholic Bioethics Center”, è cautamente ottimista.
Mette in guardia dalla possibilità che la cellula staminale sia ottenuta con la distruzione di un embrione, dato che la procedura richiede che una cellula embrionale si fonda con una cellula normale, ma ritiene che la ricerca sia un passo nella direzione giusta. “Sono convinto che la tecnologia ci offra opportunità e strade che non saranno problematiche moralmente, basta che si resti decisi a non oltrepassare limiti morali”.
L’idea di riprogrammare cellule somatiche per farle diventare pluripotenti fu proposta in maggio in “Alternative Sources of Human Pluripotent Stem Cells”, un rapporto della Consulta presidenziale sulla bioetica, che esaminava 4 possibili modi di ottenere cellule simili alle embrionali senza distruggere un embrione umano.