di Piero Sinatti
Il grande scrittore russo Aleksandr Solzhenitsyn è da ieri on line, in un suo sito ufficiale: www.solzhenitsyn.ru.
Assieme all’intervista è stato pubblicato dallo stesso giornale (ufficiosamente governativo) un inedito dal titolo “A chi fugge dalla Famiglia”. In esso Solzhenitsyn si interroga, non senza angoscia, sulla capacità o meno che i russi hanno di conservare la propria “eredità spirituale e culturale”.
Il sito e i suoi contenuti
Il sito si apre con una bella foto dello scrittore, da icona. Nella presentazione di Natalja Solzhenitsyna, si legge che il suo fine principale è quello di mettere on line (in formato pdf), a disposizione di studiosi e lettori , i testi delle opere dello scrittore, secondo la redazione definitiva da lui approvata, conservandone tutte le originali caratteristiche grafiche.Il sito ospiterà un’ampia bibliografia scientifica, notizie e dati biografici, ricordi e testimonianze, lettere, un archivio fotografico (con le foto esposte ora in una mostra a lui dedicata allestita nel centrale palazzo del Maneggio).
Il sito, infine, oltre ad ospitare in futuro scritti e materiali inediti, conterrà anche un ampio settore audio-video con documentari dedicati allo scrittore, sue interviste e trasmissioni radio e TV, e registrazioni di brani di opere da lui stesso lette (tra cui l’intero “Una giornata di Ivan Denisovich”).
Un seminario internazionale
Sempre nel quadro delle celebrazioni del novantesimo anniversario della nascita, si è svolto il 5 dicembre a Mosca, per iniziativa della presidenza della Federazione russa, una conferenza internazionale dedicata allo scrittore. Vi hanno partecipato, oltre a studiosi e specialisti, rappresentanti della presidenza e del governo, promotori dell’iniziativa.
Non c’è che da felicitarsi di queste iniziative dedicate all’uomo che più di ogni altro ha rivelato alla Russia e al mondo gli orrori dello stalinismo. Esse dimostrano che l’autore di “Arcipelago Gulag” e l’intera sua opera sono ormai considerati un valore nazionale da affermare e da difendere. Ma, nello stesso tempo…
Però, anche segnali inquietanti
Tutto questo, tuttavia, contrasta con alcuni segnali che ci vengono da Mosca e da San Pietroburgo. Come le limitazioni che negli ultimi tempi gli storici del periodo sovietico, in particolare del periodo staliniano, si trovano ad affrontare per accedere agli archivi, in particolare quelli degli organi di sicurezza (ex-KGB).
Inoltre, ha suscitato particolare allarme – di cui oggi si è fatta portavoce l’Unione Europea – la perquisizione (avvenuta il 4 dicembre scorso ad opera di poliziotti mascherati inviati dalla locale Procura) della sede pietroburghese della nota associazione non governativa “Memorial” (www.memorial.ru).
Tra i compiti istituzionali “Memorial” , oltre all’impegno per la difesa dei diritti umani e civili, ha quello di ricostruire la storia del periodo sovietico, in particolare, di quello staliniano.
Da anni l’associazione raccoglie, pubblica e mette on line testimonianze, documenti inediti, materiali d’archivio ed altri reperti. Il tutto raccolto nelle più diverse regioni russe. Si tratta di un’opera di grande valore, condotta con criteri scientifici, destinata alla conservazione della memoria storica del paese.
Al termine della perquisizione, condotta nel quadro di un’inchiesta contro l’ “estremismo” (categoria quanto mai estranea allo spirito di “Memorial”), sono stati sequestrati tutti i dischi rigidi dei computer, documenti fotografici e copie di documenti d’archivio, registrazioni di ex-prigionieri del Gulag. Niente è stato ancora restituito. L’iniziativa della Procura pietroburghese contraddice gli impegni assunti dal presidente Medvedev, tra l’altro anche in un suo recentissimo intervento sui temi della difesa della legalità, delle libertà e dei diritti garantiti dalla Costituzione.
Allarma un altro particolare: il fatto è avvenuto quando il mondo ricorda il sessantennale della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Sicuramente contraddice lo spirito delle celebrazioni solzhenitsyniane.