Sette sintetiche illuminanti risposte ai luoghi comuni sull’omosessualità. Da ricordare, da utilizzare.
di Mario Palmaro
Un esempio su tutti: l’omosessualità. Prendendo spunto dall’intelligenza del Beato Pio IX, utilizziamo l’espediente letterario del Sillabo, e riassumiamo sette “false proposizioni” che riguardano l’omosessualità, spiegando in sintesi dove sta l’errore.
1. L’omosessualità è una tendenza innata, e quindi agire di conseguenza non è una colpa.
“La genesi psichica dell’omosessualità rimane in gran parte inspiegabile”. Così il n. 2357 del Catechismo della Chiesa cattolica. Delle due, l’una: o l’omosessuale è tale per ragioni di patologia psichica o organica e allora la sua è una malattia che può e deve essere curata. Oppure l’omosessuale vuole essere tale per una scelta culturale, e in tal caso entra in gioco il suo libero arbitrio. In entrambi i casi, la Chiesa non giudica la tendenza omosessuale, ma chiede di vigilare sulla condotta: “le persone omosessuali sono chiamate alla castità” (n. 2359 Catechismo).
2. Ci sono tante persone che vivono da omosessuali, quindi è una cosa normale.
I mezzi di comunicazione utilizzano con grande abilità un meccanismo elementare: parlare molto di un certo comportamento serve a renderlo normale. È stato così per il divorzio e per l’aborto. Oggi si tenta la stessa operazione con la pornografìa e l’omosessualità. Noi non ce ne accorgiamo, ma è una sorta di avvelenamento progressivo a lento rilascio: alla fine tutto è normale. Compresa la pedofilia. Ma la Chiesa ci insegna che non è la statistica a tracciare la strada maestra verso il Paradiso. La verità non è democratica: non si può mettere ai voti
3. Non esistono comportamenti “normali” e “anormali”.
Sintesi della follia contemporanea: nessuna legge, nessuna convivenza civile sarebbero possibili cancellando queste due categorie fondamentali del pensiero Se non esiste la normalità, non esiste nemmeno il giusto e l’ingiusto, il vero e il falso. La vita dell’uomo sarebbe condannata all’insignificanza.
4. L’importante è che due persone si amino: il resto non conta.
Classico luogo comune buonista capace di ammaliare schiere di cattolici privi di anticorpi. La Chiesa ma prima ancora la natura ci insegna che l’amore è autentico solo quando è “creativo”, cioè quando produce, quando dona, quando trae dal nulla qualcosa di bello. Quando, in una parola, genera. Per questo il diritto canonico considera nullo un matrimonio nel quale siano stati esclusi in partenza i figli. L’omosessualità è per definizione un non-amore, perché è per definizione sterile. È un amore impossibile, perché vorrebbe piegare la natura, violentandola.
5. La Chiesa discrimina e abbandona nella solitudine gli omosessuali.
L’unico luogo dove un omosessuale può essere accolto come fratello è la Chiesa. La Chiesa ama come Maestra, dicendo la verità che libera: va e non peccare più. E la Chiesa ama come Madre, attendendo ognuno di noi, omosessuali compresi, nell’oasi sempre fresca del confessionale. Dentro il quale non c’è posto per nessun tipo di orgoglio, tanto meno gay.
6. Chiedere agli omosessuali di vivere castamente significa operare una discriminazione intollerabile ai loro danni.
Gesù chiede a tutti gli uomini di vivere castamente: in particolare, a tutti coloro che non sono sposati, e che magari sono in quello stato non per scelta ma per le circostanze della vita, come pure a divorziati e separati. Ma, per citare una battuta del Cardinal Biffi, anche agli sposati è richiesto un grande sforzo: rinunciare a tutte le donne (o a tutti gli uomini) del mondo, ad eccezione del proprio sposo. Il mondo si meraviglia o deride la fatica di questo cammino perché non crede nella potenza della Grazia, ed è accecato dalla presunzione di fare da sé.
7. Ognuno ha diritto a vivere la sessualità come preferisce, anche con persone dello stesso sesso.
Come tutti purtroppo sperimentiamo, l’uomo è certo libero di peccare. Ma per poter conservare questa libertà, di fare il bene e di fare il male, occorre che sia sempre capace di riconoscere il bene e il male. E la condotta omosessuale è – almeno oggettivamente – un male grandissimo. Quando poi a questa miseria umana si aggiungono la rivendicazione, l’ostentazione, la pretesa di uno status giuridico, le manifestazioni di piazza e l’irrisione del Papa e della Chiesa, allora il male si moltiplica perché grande è lo scandalo che si semina nel cuore di molti innocenti. E con questi peccatori Gesù non fu tenero…