Corrispondenza romana 12 Novembre 2025 di Giuseppe Brienza La ONG Amnesty International, in un rapporto pubblicato il 6 novembre scorso, ha reso esplicito il suo cambio di posizione in materia di aborto denunciando «preoccupanti passi …
Il Riformista 11 Novembre 2025 Aldo Torchiaro Senato, sala Nassiria. Oltre la capienza consentita, il pubblico preme per entrare. Dentro, l’inviato Rai a Gerusalemme, Giovan Battista Brunori, sta presentando il suo libro. Gli fanno gli …
Corrispondenza romana 5 Novembre 2025 di Giuseppe Brienza Il 5 novembre del 2024 è la data dell’inattesa rielezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti. Siamo quindi al primo anniversario della designazione, da parte …
Il Timone 6 Novembre 2025 Che nella Grande Mela vinca la Sinistra non è certo una sorpresa, ma ora la Destra potrebbe sfruttare il successo del candidato socialista a proprio vantaggio di Marco Respinti Alla …
Avvenire 6 Novembre 2025 Pubblichiamo parte dell’intervento che lo storico Gampaolo Romanato terrà oggi nell’ambito del convegno internazionale “A un secolo dall’Esposizione Missionaria Vaticana, spartiacque di un mondo glocale (1925-2025)”, organizzato in concomitanza del centenario …
Notiziario di un gruppo di volontari di “Oui pour la vie”, un’associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta impegnata in favore dei più poveri di ogni appartenenza religiosa e provenienzawww.ouipourlavielb.comFacebook: Damiano Puccini
Tutto è iniziato con una rivolta. All’inizio, si scontravano solo diverse fazioni e gruppi, ma ben presto cinque grandi potenze militari hanno cominciato ad interferire facendo esplodere gli scontri in una implacabile guerra. Ecco perché reagisco male quando leggo che questa è una guerra civile. Si tratta davvero di una devastazione per mano di cittadini litigiosi? Forse bisognerebbe riaprire i libri di storia per trovare la definizione esatta di guerra civile…
Arcipelago laogai ha intervistato una monaca buddista che come laica ha avuto una esperienza di persecuzione, maltrattamenti, violenze psichiche e fisiche di ogni tipo durante un suo viaggio in Turchia. Per ovvie ragioni di sicurezza il nome è stato inventato.
Giovanni Paolo II ci ha insegnato che nella società cristiana tutto è in funzione della persona umana e della sua realizzazione: i suoi diritti personali e civili, la sua famiglia, l’associazionismo, lo stato, le leggi, il mercato, le organizzazioni e la cooperazione internazionale (cfr. Compendio della dsc, n. 204). per questo motivo molti stati e organizzazioni internazionali hanno nell’ultimo secolo cercato di promuoverne (e difenderne) l’inviolabilità tramite carte e dichiarazioni dei diritti umani. non sempre riuscendoci…
di Giuseppe Brienza
Nella «società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio» (Giovanni Paolo II,Discorso ai partecipanti al Convegno ecclesiale della C.E.I., 31 ottobre 1981, n. 3), il principio della centralità della persona umana ha diverse espressioni e realizzazioni.
Tutto parte dal riconoscimento (non concessione né prescrizione) dei diritti umani, la cui fonte prima e sintesi è, in un certo senso, la libertà religiosa, intesa come diritto a vivere nella verità della propria fede ed in conformità alla dignità trascendente della propria persona (cfr. Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n.155). Tra i principali diritti, quelli sui quali si dovrebbero basare tutti gli altri, vi sono:
il diritto alla vita (dal concepimento fino alla morte naturale),
il diritto a vivere e costituire una famiglia unita e in un ambiente morale, favorevole allo sviluppo della propria personalità,
il diritto a maturare la propria intelligenza e la propria libertà nella ricerca e nella conoscenza della verità,
il diritto a partecipare al lavoro per valorizzare i beni della terra ed a ricavare da esso il proprio sostentamento,
il diritto al lavoro ed all’iniziativa economica,
il diritto ad accogliere ed educare i figli secondo un orientamento scelto dai genitori, in conformità al diritto naturale.
Il diritto alla vita ha come un valore riassuntivo e, potremmo dire, ricapitolativo, della dignità unica della persona e dell’intangibilità della vita umana innocente. È per questo che, nell’alfabeto ideale della DSC la lettera “P” non può che stare per centralità della Persona umana.
Tra i principali diritti umani che la DSC si propone di promuovere, in primo luogo vi è appunto il diritto alla vita, quello riconosciuto il quale nasce la persona umana. In conformità, fra l’altro, alla bellissima affermazione, che ha anche un preciso e profetico contenuto politico, di santa Teresa di Calcutta nel momento in cui le assegnarono nel 1979 il Premio Nobel per la pace: «Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l’aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. […] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c’è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me» (da Nobel lectures, “Peace” 1971-1980, 11 dicembre 1979).
Parlando del “diritto a vivere in una famiglia unita e in un ambiente morale, favorevole allo sviluppo della propria personalità”, non ci collochiamo in un contesto religioso o ideale, bensì nell’ambito di una precisa cornice giuridica internazionale. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) nel 1948, riconosce la famiglia come «l’elemento naturale e fondamentale della società» (articolo 16) e, lo stesso principio, è sancito dal Patto dei Diritti Economici Sociali e Culturali, ratificato da quasi tutti gli Stati membri dell’ONU (compresa l’Italia), in accordo del quale la famiglia deve essere oggetto della «più ampia protezione e assistenza possibili» (art. 10).
Non solo però l’attuale legislazione italiana non appare conforme a questi fondamentali principi ma, da almeno tre decenni, le rappresentanze nazionali presso le Nazioni Unite e le sue agenzie non realizzano un’attività volta a sviluppare gli strumenti necessari a perseguire il compimento dei diritti delle famiglie, in modo particolare denunciando i regimi e le circostanze laddove questi sono violati o ignorati.
È fondamentale invece che in sede ONU si vigili affinché non ci sia alcuna forma di discriminazione, ad esempio, delle madri che si dedichino esclusivamente alla famigliao alle famiglie numerose o, infine, nei confronti dei membri più deboli e indifesi, come i bambini concepiti, i disabili, gli anziani e le famiglie che li accolgono.
Per quanto riguarda l’ambito della educazione e dell’istruzione, soprattutto quella nei primi anni di vita, un passaggio grave di violazione dei diritti educativi dei genitori si determina nei Paesi che realizzano un monopolio statale e, per esempio, realizzano programmi di apprendimento che non rispettano i tempi della crescita psico-emotiva e della costruzione dell’identità dei bambini.
Facendo ciò, inoltre, evitano di ricorrere sostanzialmente al consenso informato delle famiglie (o tutori) interessati. In questo senso vi è anche il disegno del ruolo educativo della famiglia connesso con l’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030, soprattutto per l’Obiettivo 4 che, fra l’altro, prevede (con termini discutibili ma in fondo preziosi), per gli Stati membri, il fondamentale compito di «garantire istruzione inclusiva, di qualità, per tutti, per tutto l’arco di vita delle persone».
Mentre il Consiglio dei Ministri del 4 marzo scorso, su proposta del presidente Draghi e del ministro dell’Interno Lamorgese, ha rinviato “causa Covid” le elezioni amministrative e suppletive che avrebbero dovuto svolgersi in primavera «in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021», alle politiche regolarmente tenutesi in Olanda dal 15 al 17 marzo si è vista un’affluenza più alta che mai: l’81%!
Un altro appello-choc dei generali in Francia. “Il conflitto è iniziato. Per vincere fermiamo la decadenza, l’ingresso della Turchia nella UE, l’immigrazione clandestina e diamo potere alle famiglie”
Fino a quando saremo disposti a tollerare i nostri amici di ritorno dal Sud Africa i quali, con florida supponenza, liquidano i nostri articoli come fake news, non renderemo mai vera giustizia agli uomini e alle donne con la schiena dritta e la parlata gutturale afrikaan che lottano per sopravvivere come popolo nazione.
Il 26 aprile è l’anniversario della morte di un grande eroe: Harry Wu, fondatore della Laogai Research Foundation di Washington. Harry nacque a Shanghai l’8 Febbraio del 1937 ed è morto in circostanze misteriose. Le fonti ufficiali dichiarano la morte per infarto. Niente di più falso.
Si può celebrare in tanti modi la Liberazione dell’Italia nel 1945 ma ci sono dati, numeri e vite che non si possono smentire e che sono la base necessaria e oggettiva per dare una giusta dimensione storica all’evento.
«Non è abbassando il senso del divino al livello umano ma cercando di alzarsi ai livelli soprannaturali che noi riusciremo ad attingere in qualche modo ai misteri divini».
Malcolm Ranjith, segretario della Congregazione del culto divino