da Cultura&Identità — anno IV, n. 18, luglio-agosto 2012
di Francesco Pappalardo
L’implosione del sistema imperiale socialcomunista, a partire dal 1989, ha reso più evidenti e ha anche accelerato i mutamenti che si sono venuti preparando e talora producendo nel quarantennio della Guerra Fredda, sia nella struttura statuale che in quelle interstatuale e sovrastatuale. La competizione geopolitica per il controllo dei grandi spazi e per l’accaparramento delle risorse, l’avvento dell’economia finanziaria e l’avanzata delle rivoluzioni tecnologiche hanno indotto gli osservatori ad annunciare la morte dello Stato, innanzitutto nella forma dello Stato nazionale, accentratore e giacobino.
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