Il Mare blu di Alessia Barbitta

Barbitta_coverFormiche 30 dicembre 2015

 Giuseppe Brienza

La parola in versi, anche oggi nell’era dei social network, rimane uno strumento unico per esprimere le esperienze e gli stati di coscienza “esistenziali”. È quanto troviamo nell’opera prima della giovane Alessia Barbitta, “Mare blu 9” (Aletti Editore, Roma 2014, pp.64, € 12).

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Perché ancora in piazza?

family dayNewsletter della Comunità Ambrosiana,

6 gennaio 2016

di Marco Invernizzi

Perché ancora in piazza? Mi pongo questa domanda dopo alcune esternazioni del nuovo Presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, che ha preso le distanze dal Family day del 2007 e poi ha parzialmente smentito le sue dichiarazioni pubblicate dal periodico Vita.

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Chiesa in via di protestantizzazione

chiesa_modernaLa nuova Bussola Quotidiana 11 gennaio 2016

di Claudio Crescimanno

È da un po’ che nella vita della Chiesa accadono cose preoccupanti. Ma non pare che siano in molti a preoccuparsi. E questo merita una riflessione.

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Lo dice anche la dottrina sociale della Chiesa: è giusto reagire contro la “persecuzione fiscale”

dott-sociale_coverLa nuova Bussola quotidiana, 5 gennaio 2016

Massimo Introvigne 

Il discorso di Capodanno del Presidente della Repubblica, che ha indicato nell’evasione fiscale il principale problema della nostra economia, ha suscitato molteplici reazioni: non tutte favorevoli, per usare un eufemismo. Al di là delle polemiche, l’occasione è buona per chiedersi da una parte se davvero l’evasione fiscale italiana è anomala rispetto ai dati internazionali, dall’altra che cosa ha da dire la dottrina sociale della Chiesa sui problemi sollevati dal Presidente. Ovviamente, le due questioni sono collegate.

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L’embrione è persona a tutti gli effetti

 Carbone_coverStudi Cattolici n.653-654 luglio-agosto 2015

di Matteo Andolfo

Domandarsi se l’embrione sia qualcosa o qualcuno non dovrebbe interessare solo gli antiabortisti, che necessitano di dare alla propria posizione un adegualo fondamento filosofico, scientifico e giuridico, ma tutti gli uomini, nessuno escluso. Per comprenderlo basta pensare che l’interrogativo è così riformulabile: quando ho iniziato a esistere? Da quando sono diventato una persona umana?

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Il Mondo usurpato: breve Storia degli inglesi (5)

Il Nuovo Arengario 5 Gennaio 2020

 di Emilio Biagini

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Atea, femminista e lesbica: «Cristo mi ha liberato»

Il Timone n.190 Dicembre 2019

Atea, femminista e lesbica-. «Cristo mi ha liberato» Oggi sposa e mamma di cinque figli, Brigitte Bédard ha attraversato gli abissi di ogni tipo di dipendenza, dalla droga al sesso, passando per l’alcol e i disturbi alimentari, prima di trovare l’unica risposta possibile alla sua sete di amore

di Raffaella Frullone

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Te la do’ io la partecipazione

partecipareItaliani. Rivista che ignora il politicamente corretto n. 175- del 10 dicembre 2015

 di Luigi Fressoia

(archifress@tiscali.it)

Non ho incontrato parola più violenta di questa, Partecipazione, trappola morale e scrigno di infinite nequizie. Si spaccia per virtù volendo sottintendere l’obbligo a praticarla, ma siccome è praticamente impossibile poiché contro natura, ne nasce un senso di colpa che è la più grande ricchezza regalata ai violentatori e profittatori della società. I quali per intima gioia a questo punto ti perdonano con un buffetto la mancata Partecipazione.

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C’è l’antisemitismo à la page

antisemitismoItalia Oggi martedì 15 dicembre 2015

Giulio Meotti: è un pericoloso sentimento che nasce nelle èlite, nei media, nelle università

In Europa del Nord e in Francia un ebreo si sente a rischio

di Goffredo Pistelli

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Il tatuaggio nella cultura contemporanea

tatuaggiLa Civiltà Cattolica n.3968 24 ottobre 2015

Francesco Occhetta S I.

Tatuarsi è una moda ormai diffusa nelle società occidentali: in Italia i tatuati sono 7 milioni (13 italiani su 100). Soprattutto nei mesi estivi, vedere persone di ogni età che hanno scelto di inscrivere sulla schiena, sui tricipiti e sulle gambe cuori, draghi, putti, nomi o segni tribali ci induce a riflettere sulla volontà di modificarsi e su quale idea di corpo attraversi la cultura contemporanea. Sembra un paradosso, ma è proprio nel tempo della fragilità dei comportamenti e della liquidità degli ideali, in cui ogni scelta sembra assunta «a tempo», che il tatuaggio si impone come la traccia di una «identità dilatata» e il simbolo del «per sempre».

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