Quel che la storia non dice

Vandea30 Giorni gennaio 1987

In Vandea non furono i nobili a sollevarsi e a radunare i contadini per salvare il re, ma furono i contadini a rifiutarsi di tradire la loro fede e a stanare qualche titubante nobile per chiedergli di porsi alla guida di quella lotta per la fede e per la liberta

di Paul Poupard

Cardinale, Presidente del Pontificio Consiglio per la cultura

(Traduzione dal francese di Mariagrazia Russo)

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Dietro Robespierre c’è Lutero

Rivoluzione_franceseAvvenire Sabato 7 marzo 1987

Storia / Per una nuova interpretazione della Rivoluzione francese

L’età moderna è nata da uno strappo violento, alla cui base fu la Riforma

 di Carlo Striano

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In Urss la famiglia ancora resiste

famiglia_UrssAvvenire, giovedì 12 febbraio 1987

La vibrante testimonianza di un dissidente appena liberato

di LevTimofeev

Lev Timofeev (di cui pubblichiamo un testo per gentile concessione di Sugarco. editore di «Siamo uomini, siamo vivi») è uno dei testimoni della vitalità della famiglia in Urss, sottoposta a durissimi prove dal regime. Dopo due anni di lager, Timofeev è stato appena liberato, con altre decine di dissidenti. E’ autore di analisi acute sulle condizioni di vita nel suo Paese. «Siamo uomini, siamo vivi» è uno dei messaggi più forti della cultura del dissenso

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Il segreto del prigioniero 119.104

Victor_FranklIl Giornale 29 marzo 1985

 Compie ottant anni Victor Frankl, lo psicoanalista viennese scampato ai Lager

di Maurizio Blondet

Il giorno in cui, nel ’42, fu internato nel Lager nazista di Theresienstadt, il prigioniero 119.104 strinse un segreto patto con il Cielo: le sofferenze che lo aspettavano, e la stessa sua morte, avrebbero dovuto risparmiare un destino altrettanto orribile alla donna che amava.

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La storia degli aiuti economici inviati dall’Italia. 2 / Omaggi alla famiglia Barre

Siad Barre

Siad Barre

Avvenire 5 gennaio 1991

Industrie fantasma e piani d’oro: regali da 1500 miliardi

di Carlo Pasotti

Lo scandalo della «Somalia connection» venne per la prima volta coraggiosamente denunciato in Italia dal giornalista Pietro Petrucci. ex direttore della rivista «Cooperazione» della Farnesina, il quale si trovò rimosso dall’incarico per tanto ardire! Non si spara impunemente contro la riserva di caccia somala, fosse con la penna più prestigiosa della stampa italiana. Senonchè il denaro sperperato e rubato a Mogadiscio non usciva dal portafogli di Craxi o dell’ex sottosegretario Forte, ma da quello del contribuente italiano che di tasse ne paga fin troppe.

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Guernica un mito?

repubblicani_SpagnaLa Nazione, sabato 24 marzo 1973

 Clamorosa lesi su una tragedia della guerra spagnola

 I fatti che segnarono il destino della cittadina basca rimessi in discussione da uno studioso americano con documentazioni giornalistiche e prove testimoniali

 di Alberto Pasolini Zanelli

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L’arcimiliardario pugno e martello

Armand HammerCorriere della Sera mercoledì 12 dicembre 1990

E’ morto a Los Angeles a 92 anni Armand Hammer

di Gianni Riotta

NEW YORK

Due ragazzi americani arrivano a Mosca attratti dalla rivolu­zione. John Reed, classe 1887, laureato a Harvard, di­rigente del Partito comunista americano del lavoro, diven­ta amico di Lenin, scrive il classico «Dieci giorni che sconvolsero il Mondo», muore di tifo nel 1920, viene seppellito all’ombra del Cremlino. Armand Hammer, classe 1898, laureato in medicina alla Columbia, figlio di un fondatore del Partito comuni­sta americano del lavoro, partito proprio per combattere l’epidemia di tifo negli Urali, diventa l’uomo d’affari di fiducia di Vladimir Ulianov, «Caro Hammer — gli dice Lenin, quasi morente, in una sala ge­lida e male illuminata del Cremlino — noi non abbiamo bisogno di medici, ma di im­prenditori», costruisce un impero milio­nario in dollari, si vanta di avere cono­sciuto «tutti i presidenti americani da Hoover a Bush» e muore lunedì a Los Angeles. Gli onori funebri per il Cremlino li concede Mikhail Gorbaciov: «Hammer è stato un amico straordinario dell’Urss. Da Lenin in avanti, ci e sempre stato vici­no».

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L’orchestra rock diretta dal demonio

rock satanicoIl Corriere della Sera 26 agosto 1986

Le sorprendenti analisi di un pastore protestante su complessi e solisti della «hit parade»

 di Mario Luzzatto Fegiz

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Somalia connection / Dc, pci, psi: 30 anni d’affari

Siad_Barre

Siad Barre (a destra) con Bettino Craxi

La Stampa 4 gennaio 1991

Barre junior cerca i vecchi amici a Roma

Filippo Ceccarelli

E così, mentre a Mogadiscio infuria la battaglia, il generale Mashla, figlio prediletto di Siad e di Khadigia, l’ex infermiera responsabile della gestione dei servizi segreti, viene in Italia e presenta il conto. Rinchiuso in un misterioso «albergo romano», questo 41 enne che ha fatto fortuna alla guida dell’azienda di costruzioni delle forze armate somale chiede aiuto agli amici italiani, fino a ieri numerosissimi. Industriali, uomini politici. Ma, dato che non è uno sprovveduto, non dice quali.

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La storia degli strani rapporti economici con l’Italia. 1 / Gli sponsor del tiranno

carroarmato

carro M 47 venduto alla Somalia

Avvenire 4 gennaio 1991

Un business militare sotto gli aiuti per lo sviluppo

di Carlo Pasotti

Di dittature feroci e di regimi militari nati da colpi di Stato antidemocratici nel mondo ce ne sono tanti, ma quello del somalo è stato l’unico ad essere «premurosamente» tenuto in vita dai soldi e dai politici italiani Non si sa bene per quali ragioni Bettino Craxi sia rimasto ammaliato dal dittatore Siad Barre in occasione della sua prima visita in Somalia nel 1985. Si può dire che da allora il Partito socialista italiano sia diventato lo sponsor quasi ufficiale del tiranno di Mogadiscio.

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