Il Secolo d’Italia domenica 8 gennaio 1995
L’egemonia culturale della sinistra: un’ipoteca da cui affrancarsi
La distanza abissale tra una élite intellettuale ed il paese reale
di Roberto De Mattei
Ago 05
Ago 05
A colloquio con padre Cornelio Fabro tra i massimi pensatori viventi. Fu lui a fotografare l’età moderna per la quale «se Dio c’è non c’entra». Ora ha il dubbio che Cristo, al suo ritorno, non troverà più la fede. «Gli uomini d’oggi mi paiono irrecuperabili. I cristiani condannati al fallimento. Occorre l’onestà di accettare un Dio personale, che è entrato nella storia. L’esistenza è solo questo: un sì o un no davanti a Cristo. Occorre pregare e resistere. La lotta é più che mai decisiva»
a cura di Renato Farina
Ago 05
In Vandea non furono i nobili a sollevarsi e a radunare i contadini per salvare il re, ma furono i contadini a rifiutarsi di tradire la loro fede e a stanare qualche titubante nobile per chiedergli di porsi alla guida di quella lotta per la fede e per la liberta
di Paul Poupard
Cardinale, Presidente del Pontificio Consiglio per la cultura
(Traduzione dal francese di Mariagrazia Russo)
Ago 05
Storia / Per una nuova interpretazione della Rivoluzione francese
L’età moderna è nata da uno strappo violento, alla cui base fu la Riforma
di Carlo Striano
Ago 05
Avvenire, giovedì 12 febbraio 1987
La vibrante testimonianza di un dissidente appena liberato
di LevTimofeev
Lev Timofeev (di cui pubblichiamo un testo per gentile concessione di Sugarco. editore di «Siamo uomini, siamo vivi») è uno dei testimoni della vitalità della famiglia in Urss, sottoposta a durissimi prove dal regime. Dopo due anni di lager, Timofeev è stato appena liberato, con altre decine di dissidenti. E’ autore di analisi acute sulle condizioni di vita nel suo Paese. «Siamo uomini, siamo vivi» è uno dei messaggi più forti della cultura del dissenso
Ago 05
Compie ottant anni Victor Frankl, lo psicoanalista viennese scampato ai Lager
di Maurizio Blondet
Il giorno in cui, nel ’42, fu internato nel Lager nazista di Theresienstadt, il prigioniero 119.104 strinse un segreto patto con il Cielo: le sofferenze che lo aspettavano, e la stessa sua morte, avrebbero dovuto risparmiare un destino altrettanto orribile alla donna che amava.
Ago 04
Avvenire 5 gennaio 1991
Industrie fantasma e piani d’oro: regali da 1500 miliardi
di Carlo Pasotti
Lo scandalo della «Somalia connection» venne per la prima volta coraggiosamente denunciato in Italia dal giornalista Pietro Petrucci. ex direttore della rivista «Cooperazione» della Farnesina, il quale si trovò rimosso dall’incarico per tanto ardire! Non si spara impunemente contro la riserva di caccia somala, fosse con la penna più prestigiosa della stampa italiana. Senonchè il denaro sperperato e rubato a Mogadiscio non usciva dal portafogli di Craxi o dell’ex sottosegretario Forte, ma da quello del contribuente italiano che di tasse ne paga fin troppe.
Ago 04
Ago 04
Corriere della Sera mercoledì 12 dicembre 1990
E’ morto a Los Angeles a 92 anni Armand Hammer
di Gianni Riotta
NEW YORK
Due ragazzi americani arrivano a Mosca attratti dalla rivoluzione. John Reed, classe 1887, laureato a Harvard, dirigente del Partito comunista americano del lavoro, diventa amico di Lenin, scrive il classico «Dieci giorni che sconvolsero il Mondo», muore di tifo nel 1920, viene seppellito all’ombra del Cremlino. Armand Hammer, classe 1898, laureato in medicina alla Columbia, figlio di un fondatore del Partito comunista americano del lavoro, partito proprio per combattere l’epidemia di tifo negli Urali, diventa l’uomo d’affari di fiducia di Vladimir Ulianov, «Caro Hammer — gli dice Lenin, quasi morente, in una sala gelida e male illuminata del Cremlino — noi non abbiamo bisogno di medici, ma di imprenditori», costruisce un impero milionario in dollari, si vanta di avere conosciuto «tutti i presidenti americani da Hoover a Bush» e muore lunedì a Los Angeles. Gli onori funebri per il Cremlino li concede Mikhail Gorbaciov: «Hammer è stato un amico straordinario dell’Urss. Da Lenin in avanti, ci e sempre stato vicino».
Ago 04