Don Bosco e la pedagogia del suo tempo ( di Mario Casotti)

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Il prof. Casotti è stato il più grande pedagogista cattolico del XX secolo. Osteggiato anche in vita per il suo fermo riferimento a san Tommaso d’Aquino, a trenta anni dalla morte vede negletta la sua statura e ormai dimenticate e praticamente introvabili le sue opere.

Molto spesso si è fatto di don Bosco e del suo “metodo preventivo” una sorta di “manuale dell’educatore buonista” ante litteram. L’opera che qui presentiamo non è l’ennesimo “pio” libro sulla pedagogia di don Bosco, ma un saggio per addetti ai lavori scritto in modo accessibile a tutti, che mette a confronto l’”attivismo” di san Giovanni Bosco con le moderne e sovversive “scuole attive” che sono alla radice della pedagogia marxista e, poi, progressista.

Questa breve introduzione restituisce a don Bosco il ruolo di gigante anche dell’educazione, senza alcun compromesso con la modernità, nemmeno quella pedagogica.

Vita del venerabile servo di Dio Giovanni Bosco – Vol 2 (di Giovanni Battista Lemoyne)

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Le biografie del P. Lemoyne sono state scritte subito dopo la morte di San Giovanni Bosco e raccolgono le “ipsissima verba” di don Bosco.

Purtroppo, oggi, gli studiosi salesiani più acclamati rinnegano il lavoro dei primi biografi perchè dalla figura del loro fondatore “sembra prevalere il tradizionalismo, il conservatorismo”.

Naturalmente, totustuus.it crede più all’infallibilità della Chiesa nella canonizzazione dei santi e ai fatti e pensieri visti o sentiti direttamente dalla bocca del Santo ed è per questo che vi offre con gioia questa perla artatamente nascosta, per la rinascita d’Italia.

Vita del venerabile servo di Dio Giovanni Bosco – Vol 1 (di Giovanni Battista Lemoyne)

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(da Totustuus network))

Le biografie del P. Lemoyne sono state scritte subito dopo la morte di San Giovanni Bosco e raccolgono le “ipsissima verba” di don Bosco.

Purtroppo, oggi, gli studiosi salesiani più acclamati rinnegano il lavoro dei primi biografi perchè dalla figura del loro fondatore “sembra prevalere il tradizionalismo, il conservatorismo”.

Naturalmente, totustuus.it crede più all’infallibilità della Chiesa nella canonizzazione dei santi e ai fatti e pensieri visti o sentiti direttamente dalla bocca del Santo ed è per questo che vi offre con gioia questa perla artatamente nascosta, per la rinascita d’Italia.

Così il cinema di Cotelo racconta la fede

tierrademariaFormiche 30 agosto 2014
Giuseppe Brienza

Sarà proiettato in anteprima in Italia a metà settembre, Mary’s Land, “La terra di Maria” (116 minuti, Spagna 2013), il nuovo film di Juan Manual Cotelo (nella foto), il regista che con “L’Ultima Cima” ha riscosso fuori di ogni canale ufficiale un incredibile successo di pubblico in Spagna e in tutto il mondo.

Anche nel nostro Paese, il documentario girato nel 2010 in onore del sacerdote spagnolo Pablo Domínguez Prieto (1966-2009), mai apparso nelle sale cinematografiche, è stato presentato in molti centri culturali, cine forum e parrocchie grazie ad un “passaparola” senza precedenti, che ha coinvolto (ed ancora coinvolge) migliaia di persone ed associazioni.

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Darwin tra scienza ed evoluzionismo

Francesco Agnoli

 Incontro organizzato  dalla propositura di San Frediano a Settimo (Pi)

(testo non rivisto dal relatore)
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Memorie (di cardinale Mindszenty)

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Nella nostra epoca di falso pacifismo, dal momento che l’Occidente decadente preferisce vivere in pace con assassini e tiranni piuttosto che con Dio, il lamento dei perseguitati turba la quiete degli uomini d’affari e l’attività dei diplomatici.

Per questo la persecuzione religiosa viene soffocata nel silenzio. Forse nessuno dei nostri contemporanei ha sofferto tanto per questo scandalo come il Cardinale Mindszenty. E’ stato condotto per una Via Crucis che finora pochi altri hanno dovuto percorrere.

Egli l’ha percorsa con fedeltà esemplare, senza odio verso i suoi persecutori, ma anche senza cedimenti laddove il compromesso o la fuga avrebbero potuto rendergli più facile la vita. Ha seguito fedelmente il Signore. Poiché là dove era Cristo, doveva essere anche il Suo servo.

La sua durissima prigionia ebbe termine soltanto nel 1956, quando il popolo ungherese prese le armi per combattere contro l invasore sovietico: liberando, primo tra tutti gli ungheresi in catene, l’arcivescovo di Eszertgom e Principe Primate.  La sua autobiografia mette in evidenza come il Cardinale Mindszenty abbia sofferto non solo per l’odio dei nemici di Dio, ma anche per la durezza di cuore di falsi fratelli e per gli errori di amici ben intenzionati.

Il mondo nuovo. Ritorno al mondo nuovo (di Aldous Huxley)

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Il romanzo di Huxley in un certo senso oltrepassa le paure di governo dittatoriale di altre analoghe narrazioni, poiché viene descritta una Terra in cui non c’è più scopo alla lotta politica.

Nell’universo creato da Huxley lo stesso concetto di “politica” non ha più senso: si è sviluppata infatti la perfetta rivoluzione “psicologica” dell’umanità, e non solo quella meramente sociale. Nel mondo nuovo vengono dunque immaginati dei procedimenti di controllo mentale ed emotivo in grado di garantire un perfetto dominio sull’umanità: e se questo è certamente un tema ben presente anche in altre, molto celebri distopie (come quella di Orwell, per esempio), la genialità dell’autore è qui nel dare vita ad un controllo perfetto dell’umanità basato unicamente su meccanismi mentali, senza alcun bisogno di repressione violenta.

Con alcune semplici mosse, infatti, la vita dell’umanità viene incanalata in argini perfettamente ideati per negare alle persone anche solo la possibilità di sentirsi dominati.

Diagnosi. Saggio di fisiologia sociale (di Gustave Thibon)

animalfarm(da http://www.ilcavaliere.info/)

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I diversi saggi che compongono quest’opera sono stati stesi fra il 1934 e il 1939. Essi sono stati pubblicati per la prima volta in volume nell’aprile del 1940. Alcune allusioni al nazional-socialismo erano dovute scomparire nelle edizioni uscite sotto l’occupazione. Qui riproduciamo l’edizione originale.

Su degli scritti che non sono più recenti non ci paiono inutili alcune parole di spiegazione, dopo tanti avvenimenti che hanno resa ancor più grave la confusione dei termini e dei valori.

Non contestiamo che questo libro abbia un significato politico nel senso etimologico della parola. Ma, per l’universalità  e perennità dei problemi che tocca, esso si colloca nettamente fuori delle fluttuazioni dell’attualità politica. Per gran  parte le etichette politiche non sono, purtroppo, precisamente che delle etichette o delle formule tanto superficiali quanto intercambiabili. Più che la sua etichetta, a noi interessa il contenuto della bottiglia. 

Elisabetta. Creatura di circostanza (di Hilaire Belloc)

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“Vi era stato un generale movimento di rivolta in Inghilterra contro la nuova liturgia, introdotta da Seymour e dalla sua banda di arpie. Una tale reazione era inevitabile poiché, per quanto potenti fossero gli interessi scesi in lizza e per quanto vasta fosse la loro azione in tutto il paese, quella gente non poteva pretendere di rovesciare le abitudini tradizionali di una intera popolazione senza provocare la resistenza.

Più tardi… giunse l’ora dell’attacco ai monasteri… la resistenza altrove era stata travolta con grande ferocia dagli interessati beneficiari della riforma… Ma su quella rivolta, le forze della corona, per quanto fossero disorganizzate, avevano acquistato una superiorità militare.

Tale superiorità non sarebbe stata acquistata senza il tradimento del Duca di Norfolk. Tuttavia venne acquistata, e quando la ribellione fu domata, le forze che avevano ottenuto la repressione godettero gli stessi effetti che si conseguono in una normale guerra dopo una vittoria sul campo.

Inoltre i ribelli sconfitti furono impiccati in grandissimo numero. Sarebbe stato molto difficile compiere un viaggio attraverso l’Inghilterra senza veder penzolare da qualche forca il disgraziato corpo di un uomo (o di una donna) che le autorità, e cioè la classe al potere, avevano condannato a morte per essersi opposti ai nuovi interessi della ricchezza dominante”.

Oliver Cromwell (di Hilaire Belloc)

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Presentazione con parole del Ven. prof. G. Toniolo: “Gli influssi sinistri delle dottrine razionalistiche del rinascimento e della riforma protestante avevano penetrato l’intima essenza della civiltà, pervertendo gli ordini politici e quelli etico-giuridici della società cristiana attraverso successivi stadi di degenerazione, segnati dalla rivoluzione inglese e da quella francese, figlie ambedue della rivoluzione germanica del secolo XVI, atteggiando il tipo dello Stato e della società a quello dell’antichità pagana. […]

Già Enrico VII, il primo dei Tudor, aveva inaugurato in Inghilterra il regno dell’arbitrio, fra l’apparente rispetto della forma costituzionale, convocando una sola volta negli ultimi sette anni del suo regno il parlamento. Ma Enrico VIII cominciò ad abituare i grandi corpi dello Stato alla servile approvazione d’ogni suo atto insipiente e violento.

L’accentramento raggiunge il fastigio con Elisabetta che, dopo aver dato forma organica alla Chiesa anglicana di Stato (“by law established”), raccoglie effettivamente nelle sue mani tutto il potere esecutivo, legislativo e giudiziario. Giacono I pronuncia “Io solo faccio la legge e il vangelo”. L’assolutismo di corte si tramuta in quello del parlamento sotto la repubblica (1649) e poi in quello personale militare sotto il protettorato di Cromwell (1653)…

(Ven. prof. G. Toniolo, in “Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie”, a. 1, Vol. I, 1893, fasc. I-II).