il Foglio, 8 maggio 2013
Il medico olandese Eduard Verhagen spiega che, da un punto di vista medico, è meglio scegliere di eliminare il bambino disabile dopo la nascita, piuttosto che durante la gravidanza.
Giulio Meotti
Dieci anni fa il professor Eduard Verhagen aveva invaso le prime pagine delle principali testate internazionali con l’ammissione che la sua équipe neonatale all’Università di Groningen, in Olanda, aveva praticato l’eutanasia su ventidue neonati affetti da spina bifida tra il 1997 e il 2004. Un anno dopo, attraverso il saggio “Euthanasia in severely ill newborns” pubblicato dal New England Journal of Medicine, il pediatra annunciò il Protocollo di Groningen, il documento medico più esplosivo e controverso degli ultimi dieci anni. Sono le prime linee guida mondiali per la “morte bambina”.
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