In Francia un popolo si alza

Dal Blog di Costanza Miriano 14 maggio 2013

Ieri una lettrice, Nerella, ci ha fatto arrivare la lettera di una sua amica francese; ecco cosa ha scritto Isabelle.

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Papa Francesco: le sfide della Chiesa e della Dottrina Sociale Cattolica

Francesco_papaIl Corriere del Sud lunedì 13 maggio 2013

La sfida essenziale che il pontificato di Papa Bergoglio sta aprendo è quella di «[…] incarnare il Vangelo e il suo messaggio nella vita di tutti i giorni: sociale, politica, economica. È la stessa sfida che Francesco scoprì quando lesse un passo del Vangelo nella Chiesa di San Nicola, ad Assisi. Era il 24 febbraio del 1208. Tommaso da Celano ci racconta che, ascoltato un passo del Vangelo di Matteo, Francesco decise che era arrivato il momento di completare la sua conversione e uscire per le strade del mondo».

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Giovannino Guareschi, una vita italiana

Giovanni GuareschiIl Corriere del Sud n.3-2013, 20 aprile

di Omar Ebrahime

Il Novecento sui libri di storia  delle arti è stato catalogato da tempo come il secolo delle avanguardie, delle  “rotture” epocali, o dei cosiddetti sperimentalismi. I quali non sarebbero altro  – poi – che la certificazione estrema e definitiva della crisi del canone della letteratura occidentale per come lo abbiamo conosciuto attraverso i secoli. Il mondo letterario ritratto come specchio della realtà, insomma, fatto di concetti  certi e permanenti, come “bene” e “male” ad esempio, con un insegnamento morale  sempre valido, sparirebbe ora di scena lasciando il posto alle fantasie più  impensabili e ai perturbamenti ossessivi di intere generazioni (si pensi, a  titolo esemplificativo, all’influenza che eserciterà per tutto il secolo la  scuola della psicanalisi freudiana).

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Per spiegare ai preti la vocazione, Ratzinger parlava loro della conversione di Julien Green (scrittore cattolico omosessuale)

Julian_Green

Julian Green

Tempi 14 maggio, 2013

L’Osservatore Romano pubblica una giovanile riflessione del papa emerito. «Andai a casa: non ero un altro, no, ero finalmente ridiventato me stesso»

di Joseph Ratzinger

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Appunti per una demonologia dell’aborto (1)

Radici Cristiane n.84 Maggio 2013

Uccidere un bimbo nel grembo materno elimina l’uomo odiato dal diavolo in quanto creatura amata da Dio, danna l’umanità rendendola assassina di se stessa, nega Dio in quanto figlio e reintroduce il sacrificio umano di esseri innocenti. Ci sono tutti gli ingredienti per ripensare la pratica abortiva anche in termini demonologici…

Roberto Dalbosco

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Il dilemma dell’altare

altareIl Timone n.123 maggio 2013

di Nicola Bux

Alcuni mesi fa, nel corso di questa rubrica che negli ultimi anni è andata percorrendo l’intero edificio sacro cristiano, si è parlato dell’altare senza però fare alcun accenno alla tavola eucaristica. Benché il senso di questa frase appena terminata e che voi avete appena letto appaia chiaro a chiunque, in essa risuona invece un grande paradosso, al quale però siamo tanto adusi da non più vederne l’assurdità.

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Crepaldi: La verità accomuna, le opinioni dividono. Difendiamo la vita perché difendiamo la ragione

marcia vita_2013Tempi 13 maggio 2013

L’intervento dell’arcivescovo di Trieste alla Marcia per la vita: «Negare la natura apre la porta culturale alla manipolazione»

di mons. Giampaolo Crepaldi

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Confessione di un ex-abortista

Bernard Nathansondal blog di Costanza Miriano 9 maggio 2013

del dottor Bernard Nathanson (*)

Sono personalmente responsabile di aver eseguito 75.000 aborti. Ciò mi legittima a parlare con autorevolezza e credibilità sull’argomento. Sono stato uno dei fondatori della National Association for the Repeal of the Abortion Laws (NARAL), nata negli Stati Uniti, nel 1968. A quel tempo, un serio sondaggio d’opinione aveva rilevato che la maggioranza degli Americani era contraria a liberalizzare l’aborto. In capo a soli 5 anni, noi riuscimmo a costringere la Corte Suprema degli Stati Uniti ad emettere la decisione che, nel 1973, legalizzò l’aborto completamente, rendendolo possibile virtualmente fino al momento del parto.

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Cina: torture e lavoro massacrante nel gulag di Masanjia

LaogaiTempi.it 10 aprile 2013

«Torturate e massacrate dal lavoro». Così vengono «rieducate» le donne nel gulag cinese di Masanjia

di Leone Grotti

Pestaggi, lavoro massacrante, torture ripetute e malnutrizione. È quello che avviene ogni giorno nel campo di lavoro femminile (laojiao) di Masanjia (nella foto, una cella), nella provincia di Liaoning, uno dei 300 «campi di rieducazione attraverso il lavoro» attivi in Cina, dove chiunque può essere rinchiuso fino a quattro anni senza processo. Nonostante le promesse da parte del Partito comunista di «riformarli», la realtà è che i campi sono in piena attività, come racconta un servizio inedito del mensile cinese Lens, basato sui racconti di ex detenuti,,ex ufficiali del laojiao e procuratori provinciali.

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Nicolás Gómez Dávila, l’oscurantista luminoso che cesellava le parole

N_Gómez DávilaIl Giornale.it lunedì 13 maggio 2013

A cento anni dalla nascita il grande scrittore colombiano resta un campione del pensiero antimoderno. Anche per eleganza e stile

Marcello Veneziani

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