L’Altra Europa (bimestrale del Centro Russia Cristiana ) n. 5 (221)-1988
«Un mondo con i piedi d’argilla e al tempo stesso complesso e articolato… Una costruzione pittoresca, piena di nascondigli, misteri, vicoli». In questo modo il filosofo di Cracovia Józef Tischner descrive plasticamente il mondo creato dalla menzogna politica, dalla menzogna, cioè, dettata dalle necessità del potere e spesso accettata supinamente dai sudditi determinati dal timore che la verità possa mettere in pericolo la propria esistenza o la propria tranquillità. Il potere suscita e mantiene il timore dei sudditi servendosi di contrapposizioni «noi-loro», e dividendo così «il mondo in due blocchi che si combattono» e in tal modo «il pensiero politico fa nascere il sospetto, smaschera, agita, quando è necessario denuncia, classificando il mondo e la storia secondo schemi preparati in precedenza».
La menzogna, necessaria sempre al potere, trova nel marxismo-leninismo la sua giustificazione anche teorica, mutando il valore e il peso delle parole «verità» e «realtà» e permettendo così «al politico di mentire avendo la convinzione di dire la verità», di dire «una verità dinamica, una verità dialettica e perciò una verità maggiore di quella “statica” fondata sui “preconcetti metafisici” dell’intelletto comune». In tal modo tutto trova una giustificazione in nome dell’ideale più alto, della «maggiore verità», dettata dall’ideologia e dalla tensione al mondo nuovo e meraviglioso del futuro; tutto è possibile e giusto: la censura, la mistificazione della storia, la menzogna sulla realtà presente, di cui viene messa in dubbio l’esistenza aggettiva, la distruzione dell’uomo e della sua coscienza.
Una volta messa in movimento, la menzogna si diffonde in ogni luogo e fa sì che il sospetto penetri ovunque e che nessuno possa più avere fiducia nell’altro. Ma ciò può farsi, come disse Norwid, che scoppi la lotta contro la menzogna, ma in «un giorno segnato da fiumi di sangue».
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