Studi Cattolici n.600 febbraio 2011
Perché in Italia manca una coscienza di appartenenza nazionale condivisa? Perché, sostiene Ugo Finetti in queste pagine di lucidissima sintesi, fin dall’unificazione, di volta in volta, la nostra storia è stata sconfessata e rimessa in discussione. «Dopo la “Vittoria Mutilata” del 1919 e la “Morte della Patria” del 1943, nel 1992, all’indomani della scomparsa dell’Urss, si ha “Tangentopoli” e in Italia il dopo “Guerra fredda”, come osserverà Lucio Colletti, vede “sul banco degli imputati i partiti democratici e sul banco dei giudici i comunisti”. La fine della “Prima Repubblica” si traduce in un giudizio negativo che allinea insieme Italia liberale, fascista e repubblicana».
Eppure, sostiene Finetti, «il patriottismo italiano in realtà è esistito ed esiste: è il patriottismo del lavoro solidale e combattivo, quel patriottismo spontaneo che, all’indomani della guerra, portava nei cantieri edili a festeggiare il raggiungimento del tetto facendo sventolare sull’ultima impalcatura il tricolore». Ugo Finetti è condirettore di Critica Sociale, è membro della giuria del Premio Matteotti 2010 della Presidenza del Consiglio ed è stato nominato nel Comitato scientifico istituito dal Presidente della Camera per le Celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Con le Edizioni Ares ha pubblicato due volumi: La Resistenza cancellata; Togliatti & Amendola. La lotta politica all’interno del Pci.
di Ugo Finetti
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