Si sta assistendo ad un sempre più elevato interesse per le crociate, in un mondo globale in cui si è alla ricerca di una definizione di identità europea. In questo crescendo d’interesse non mancano però pregiudizi e prevenzioni ideologiche. L’Autore, in questo saggio, si propone di dare una definizione alla crociata nel suo contesto storico e culturale, in antitesi alla tesi di F. Cardini. La crociata è vista come «categoria permanente, non mitica, ma metagiuridica, della cultura cristiana».
Anzitutto, si chiarisce il concetto di “guerra giusta” in san Agostino e in san Tommaso e si appura che, in entrambi, detta guerra non è difensiva – non avrebbe bisogno di una giustificazione teologica e giuridica in quanto diritto naturale – ma offensiva, che non significa però aggressione. Per san Tommaso l’uomo virtuoso e santo «respinge le cose nocive difendendosi, oppure vendicandosi delle ingiurie subite, non con l’intenzione di nuocere, ma con l’intenzione di eliminare il male».
Poi si definisce la crociata. Prima ex parte obiecti: la crociata in sé come spedizione militare per difendere un bene religioso; poi ex parte subiecti, ovvero dalla parte di chi risponde all’appello e partecipa alla crociata. Così si evidenzia l’aspetto inferiore e spirituale della crociata, facendone non solo una guerra giusta ma anche, come il martirio, una categoria dello spinto, un segno d’amore.
di Roberto de Mattei