…e anche i preti e i vescovi devono scegliere: o seguono il Vicario di Cristo o seguono la “Rosy nel pugno”. Sulla Stampa di martedì 13 marzo, Marco Tosatti dà un’anticipazione della nuova Esortazione Apostolica “Sacramentum Caritatis, che il Papa dedica sull’eucarestia (oltretutto questo documento è sgorgato dal Sinodo mondiale dei vescovi). Vi si trova fra l’altro un duro monito ai politici cattolici che “consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondanti della natura umana”.
Il Papa richiama alla “coerenza eucaristica”, che “richiede la pubblica testimonianza” della fede. E ciò è vero “con particolare urgenza” quando sono in gioco questioni fondamentali “come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme. Tali valori non sono negoziabili”.
Infine a chi pretende di imbavagliare la Chiesa il Papa risponde: “I vescovi sono tenuti a richiamare costantemente tali valori: ciò fa parte della loro responsabilità nei confronti del gregge loro affidato”. Fra l’altro apprendiamo dall’Osservatorio di Mannheimer (sul Corriere della sera del 13 marzo) che “secondo la maggioranza dei cittadini i Dico non costituiscono una delle priorità principali nell’agenda del governo” e addirittura che fra gli stessi laici solo il 30 per cento approva il riconoscimento statale delle coppie omosessuali.
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