di Rino Cammilleri
È praticamente almeno un anno che il sottoscritto gira l’Italia, su invito, a parlare del Codice da Vinci nei vari circoli culturali di cui la nostra penisola grazie a Dio non è avara. E, poiché ne parla generalmente male, sulla scia di Introvigne, Sgarbi e, tra poco, il nostro Tornielli, quasi immancabilmente c’è qualcuno tra gli astanti che obietta, pressappoco, così: insomma, in fondo è solo un romanzo. Rispondiamo che è appunto quel «solo» a far problema.