L’anima delle donne

anima_donneTratto da: Pensare la storia,
San Paolo, Milano 1992, p. 501

di Vittorio Messori

Ma, insomma: le donne sono “persone” a pieno titolo, alla pari dell’uomo? oppure, come gli animali, hanno un corpo mortale ma non un’anima immortale? Prima di decidersi ad ammettere che l’anima ce l’hanno anche le femmine, la Chiesa ha esitato per secoli, ha convocato concili, ha permesso scontri di teologi. Alla fine ha dovuto arrendersi, ma riluttante e magari con qualche dubbio sempre risorgente. Così si legge in libri di scuola o in articoli da terza pagina di giornale o si sente da chi la saprebbe lunga sull’oscurantismo cattolico.

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Jus primae noctis

jus_primae_noctisTratto da:  Pensare la storia,
San Paolo, Milano 1992, p. 504.

di Vittorio Messori

“Jus primae noctis: di fronte a certe interpretazioni aberranti, basate su giochi di parole e delle quali questo presunto “diritto” è un esempio clamoroso, c’è da domandarsi se il Medio Evo non sia stato vittima di un vero e proprio complotto di storici”. Così scrive – in un suo dizionarietto sui luoghi comuni (e quasi sempre falsi) relativi all’Età di Mezzo – Régine Pernoud.

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Libertà di sapere. Le università nel Medio Evo

Università_MEtratto da Tracce. Litterae Communionis, anno XVIII, maggio 1991, p. 41-43.

Altro che oscurantismo. Il clima sociale e culturale da cui sono nate le Università medievali era estremamente libero e audace. Come era il corso di studi? E gli esami? Ne parla lo storico Léo Moulin.

(intervista di U. Casotto a Leo Moulen)

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Quello schiaffo sciagurato

schiaffo_AnagniIl Timone n. 28, Novembre/Dicembre 2003

Rivalutiamo la figura e l’opera dì papa Bonifacio VIII, schiaffeggiato ad Anagni nel 1303. Accusato di avere una concezione teocratica del potere, in realtà distingueva bene la potestà spirituale da quella temporale.

di Roberto de Mattei

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Le origini della società medievale

medioevoarticolo pubblicato su Tracce

di Luigi Negri

L’alto medioevo (i secoli VII, VIII e IX) corrisponde, secondo molti manuali di storia, ai cosiddetti “secoli bui”; esso rappresenta in realtà il punto in cui maggiormente emerge l’energia costruttiva dell’avvenimento cristiano. In quei secoli, infatti, il cristianesimo non ha soltanto animato un mondo che già esisteva; ne ha creato uno nuovo, la cosiddetta civiltà medievale, che brillerà con intensità commovente nel tredicesimo secolo e si avvierà, dal quattordicesimo secolo in poi, verso un lento declino. Nell’alto medioevo questa civiltà è già in embrione.

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Asterio

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
tutti_santi

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Medioevo. Accendiamo le luci sui «secoli bui» dell’Europa

Pubblicato su Il Giornale del 17 agosto 2005
medievo_mappa

di Marco Meschini

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«La rivoluzione delle Crociate»

crociatePubblicato su Il Giornale  29 agosto 2005

di Marco Meschini

Cosa sono state le crociate? Difesa o aggressione? Le guerre sante condotte per tre secoli dalla Cristianità hanno protetto l’Europa dall’invasione dell’Islam oppure sono state esse stesse conquista? È il secondo dei problemi principali sollevati dalla guerra santa del Medioevo, cui è dedicato il primo volume della nostra «Biblioteca medievale», il lavoro di Jean Richard: La grande storia delle crociate. Problema che oggi riprendiamo, dopo aver affrontato ieri il “nodo” della guerra in nomine Christi.

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Intervista a Francoise Furet

Francoise Furet

Francoise Furet

Da un articolo pubblicato su Il Sabato 4 gennaio 1989 (pp. 70/75)

“La rivoluzione francese trae la propria eco universale dall’essersi proclamata tale: al di là delle particolari condizioni in cui è nata, e anche del Paese in cui è scoppiata, essa si è data la missione non di aggiustare le istituzioni alle circostanze della storia nazionale o al variare dell’opinione, ma di riscrivere da capo a fondo – ripensandolo e risugellandolo nuovamente sulla base dei princìpi della volontà ragionevole – il contratto sociale.

Essa costituisce quindi un evento inscindibilmente politico e filosofico, già considerato sotto entrambi gli aspetti dai suoi contemporanei dato che il 1789 era stato salutato come la vittoria della filosofia illuministica in un ordine di realtà che questa si era scelta come sua specifica: la riorganizzazione della polis. Il carattere unico della rivoluzione francese nella storia moderna deriva da tale mescolanza di generi, grazie al quale il 1789 si apparente a un’Annunciazione religiosa laicizzata, a una Promessa della ragione o dei diritti che si sostituisce a quella di Dio.

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L’abolizione del “regime feudale” come specifico politico della Rivovoluzione francese

feudalesimo_abolizionedi Giovanni Cantoni

1. Dal 1789, cioè ormai da duecento anni, la ricorrenza del 14 luglio viene ricordata, in Francia e nel mondo, come data significativa di libertà. Infatti, i termini della tesi che sottende il festeggiamento si possono enunciare così: il 14 luglio 1789 una parte del popolo francese ha conquistato la fortezza della Bastiglia, dando la libertà al popolo tutto.

La ricerca storica ha invano acclarato di che qualità fossero i “vincitori della Bastiglia”, così come la natura della stessa “presa” e dei soggetti liberati: infatti, benché al “gruppo delle 954 persone che, nel 1790, ricevettero il titolo di “vincitore della Bastiglia”” (1) si debbano aggiungere “senz’altro vagabondi, individui loschi, malviventi che non ebbero motivo di rivendicare il titolo di “vincitori”, perché ciò avrebbe potuto metterli alle prese con la polizia” (2); benché, poi, “la sua guarnigione [fosse costituita] di 82 invalides [cioè “invalidi di guerra”], bonari e ben conosciuti nel quartiere Saint-Antoine, […] rinforzata, il 7 luglio, da un distaccamento di 32 soldati svizzeri” (3), ai quali il governatore, marchese Bernard René Jourdan de Launay, aveva imposto “di giurare “che non avrebbero fatto fuoco e non si sarebbero serviti delle loro armi se non li avessero attaccati”. (4).

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