
Rivalutiamo la figura e l’opera dì papa Bonifacio VIII, schiaffeggiato ad Anagni nel 1303. Accusato di avere una concezione teocratica del potere, in realtà distingueva bene la potestà spirituale da quella temporale.
di Roberto de Mattei
Set 05
Rivalutiamo la figura e l’opera dì papa Bonifacio VIII, schiaffeggiato ad Anagni nel 1303. Accusato di avere una concezione teocratica del potere, in realtà distingueva bene la potestà spirituale da quella temporale.
di Roberto de Mattei
Set 05
di Luigi Negri
L’alto medioevo (i secoli VII, VIII e IX) corrisponde, secondo molti manuali di storia, ai cosiddetti “secoli bui”; esso rappresenta in realtà il punto in cui maggiormente emerge l’energia costruttiva dell’avvenimento cristiano. In quei secoli, infatti, il cristianesimo non ha soltanto animato un mondo che già esisteva; ne ha creato uno nuovo, la cosiddetta civiltà medievale, che brillerà con intensità commovente nel tredicesimo secolo e si avvierà, dal quattordicesimo secolo in poi, verso un lento declino. Nell’alto medioevo questa civiltà è già in embrione.
Set 02
Set 01
di Marco Meschini
Cosa sono state le crociate? Difesa o aggressione? Le guerre sante condotte per tre secoli dalla Cristianità hanno protetto l’Europa dall’invasione dell’Islam oppure sono state esse stesse conquista? È il secondo dei problemi principali sollevati dalla guerra santa del Medioevo, cui è dedicato il primo volume della nostra «Biblioteca medievale», il lavoro di Jean Richard: La grande storia delle crociate. Problema che oggi riprendiamo, dopo aver affrontato ieri il “nodo” della guerra in nomine Christi.
Set 01
Francoise Furet
Da un articolo pubblicato su Il Sabato 4 gennaio 1989 (pp. 70/75)
“La rivoluzione francese trae la propria eco universale dall’essersi proclamata tale: al di là delle particolari condizioni in cui è nata, e anche del Paese in cui è scoppiata, essa si è data la missione non di aggiustare le istituzioni alle circostanze della storia nazionale o al variare dell’opinione, ma di riscrivere da capo a fondo – ripensandolo e risugellandolo nuovamente sulla base dei princìpi della volontà ragionevole – il contratto sociale.
Essa costituisce quindi un evento inscindibilmente politico e filosofico, già considerato sotto entrambi gli aspetti dai suoi contemporanei dato che il 1789 era stato salutato come la vittoria della filosofia illuministica in un ordine di realtà che questa si era scelta come sua specifica: la riorganizzazione della polis. Il carattere unico della rivoluzione francese nella storia moderna deriva da tale mescolanza di generi, grazie al quale il 1789 si apparente a un’Annunciazione religiosa laicizzata, a una Promessa della ragione o dei diritti che si sostituisce a quella di Dio.
Set 01
1. Dal 1789, cioè ormai da duecento anni, la ricorrenza del 14 luglio viene ricordata, in Francia e nel mondo, come data significativa di libertà. Infatti, i termini della tesi che sottende il festeggiamento si possono enunciare così: il 14 luglio 1789 una parte del popolo francese ha conquistato la fortezza della Bastiglia, dando la libertà al popolo tutto.
La ricerca storica ha invano acclarato di che qualità fossero i “vincitori della Bastiglia”, così come la natura della stessa “presa” e dei soggetti liberati: infatti, benché al “gruppo delle 954 persone che, nel 1790, ricevettero il titolo di “vincitore della Bastiglia”” (1) si debbano aggiungere “senz’altro vagabondi, individui loschi, malviventi che non ebbero motivo di rivendicare il titolo di “vincitori”, perché ciò avrebbe potuto metterli alle prese con la polizia” (2); benché, poi, “la sua guarnigione [fosse costituita] di 82 invalides [cioè “invalidi di guerra”], bonari e ben conosciuti nel quartiere Saint-Antoine, […] rinforzata, il 7 luglio, da un distaccamento di 32 soldati svizzeri” (3), ai quali il governatore, marchese Bernard René Jourdan de Launay, aveva imposto “di giurare “che non avrebbero fatto fuoco e non si sarebbero serviti delle loro armi se non li avessero attaccati”. (4).
Set 01
Un’aula della Sorbona, a Parigi. Fuori un tiepido gennaio. Dentro comincia la prima lezione dell’anno 1989. Sulla cattedra è il professor Pierre Chaunu, una delle autorità per la storia moderna, membro dell’Institut de France, con una sessantina di titoli al suo attivo.
Esordisce in tono sarcastico: “Dunque questa è la prima lezione dell’anno: voi sapete che cadono nell’89 una quantità di anniversari importanti”. E snocciola una filza di eventi storici, scientifici, economici, ma neanche una parola sulla Grande Commemorazione, quella che infiamma la Francia da otto anni: “Ho dimenticato qualcosa?” chiede beffardo il professor Chaunu, “no, non mi sembra ci sia altro di importante da ricordare”.
Set 01
di Alessandro Massobrio
Non si finisce mai d’imparare. La canonizzazione del Beato Marcellino Champagnat, che si svolge oggi, 18 aprile, in piazza San Pietro, ci ha rivelato alcune cose sulla Rivoluzione dell’89, che ancora non sapevamo. Prima fra tutte l’abissale ignoranza in cui era caduta la Francia postgiacobina.
Set 01
Alle soglie del terzo millennio, Plinio Corrêa de Oliveira ripercorre i maggiori eventi di questo secolo che tramonta, alla luce del suo maggiore e più straordinario avvenimento: le apparizioni della Madonna a Fatima
Sommario
Nell’euforia delle grandi invenzioni
Dalle armonie dei valzer al tuono dei cannoni: la Prima Guerra mondiale
Dai resti di Civiltà Cristiana alla città del demonio
Il maggior avvenimento del secolo XX
Il nazismo: una falsa reazione al comunismo
La Seconda Guerra mondiale (1939-1945)
Il secondo periodo post-bellico: “il maggior naufragio della storia”
L’apogeo del comunismo
Fine del comunismo o metamorfosi?
La Rivoluzione culturale
La prospettiva del castigo
Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria