“Gulag l’inferno del comunismo”

olga-adamova-sliozberg-coverIl Domenicale 6 dicembre 2003

Di Angelo Crespi

Olga ha un bel profilo. I capelli lisci raccolti sulla nuca in uno chignon le incorniciano il viso. La fronte spaziosa, il naso ben disegnato, le labbra carnose serrate. Gli occhi guardano in lontananza. Olga Adamova-Sliozberg così appare in una fotografia degli anni Trenta. È una bella donna: una famiglia agiata, un marito, due piccoli figli, un lavoro appagante. Insomma, un futuro di gioia. Nessuna incertezza, nessun dubbio deturpa quel ritratto. Ancora non presagisce che presto dovrà iniziare il suo cammino. Anzi, Moj put’, il mio cammino, una parola, put’, che in russo spesso è associata a un’idea di “strada segnata” di “destino”.

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‘Noi donne schiave nel girone Kolyma’

donne_gulagIl Giornale 6 novembre 2003

di Olga Adamova Sliozberg

Il nostro atteggiamento verso il lavoro era sempre oggetto di discussione, specialmente da parte degli uomini che ci deridevano perché cercavamo di svolgere bene il nostro compito. – Credete che se lavorate onestamente questo vi aprirà le porte del lager? – ci prendevano in giro. Va da sé che il lavoro non portava nessun vantaggio, che ci imbrogliavano, che i capireparto segnavano quello che avevamo fatto noi alle loro amichette, che il salario per le prigioniere politiche era stato abolito, e che una giornata di lavoro di un delinquente comune valeva una volta e mezzo le nostre, se non due.

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“Il diario di Olga, da moglie e madre a vittima delle purghe staliniane”

Adamova-Sliozberg_coverAvvenire 3 dicembre 2003

di Daniela Pizzagalli

Se può esistere una classifica degli orrori, verrebbe da pensare che la prigionia nei campi d’internamento staliniani abbia comportato sofferenze ancora più terribili di quelle dei lager nazisti, perché le vittime, in larga maggioranza comunisti convinti, essendo incapaci di considerare ingusti i tribunali rivoluzionari, aggiungevano al tormento della pena l’angoscia di chi sa quali equivoci o addirittura proprie colpe involontarie come causa delle loro condanne.

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“Gulag: a ovest qualcuno sapeva”

gulag-UrssAvvenire 10 dicembre 2003

di Elena Dundovich

Fu nella seconda metà degli anni ’30 che comparvero in Occidente le prime testimonianze di sopravvissuti ai campi staliniani. In Francia videro la luce prima il libro di Ante Ciliga Au pays du grand mensonge del 1936. Poi, tre anni più tardi, quello di Victor Serge S’il est minuti dans le siècle.

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Balordi o satanisti?

satanistiFamiglia Cristiana. anno LXXIV, n.40,
3 ottobre 2004

di Massimo Introvigne

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Andrea Gallerani

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Andrea Gallerani

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Anatalone

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Anatalone

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L’utopia che uccide

di Alfredo Mantovano

Berlino, 9 novembre 1989. Tutti ritengono la caduta del Muro fra gli eventi più importanti degli ultimi decenni; la quantità di informazioni sull’evento non è stata però accompagnata da una parallela qualità di analisi. Questo ovviamente non è dipeso da carenza di intelletto degli osservatori, ma da precisi motivi.

Spunti di apologetica – A proposito di confusione

statalismoda “Una voce grida…!“, n.7 giugno 1998

di Alessandra Nucci

Nell’enciclica “Centesimus Annus”, Giovanni Paolo II aveva evidenziato la somiglianza fra lo statalismo di sinistra e il modello propugnato dalla “società del benessere”. La società che si basa sul libero mercato, scriveva il Papa, “se nega autonoma esistenza e valore alla morale, al diritto, alla cultura e alla religione, converge con (il marxismo) nel ridurre totalmente l’uomo alla sfera dell’economico e del soddisfacimento dei bisogni materiali.” (C.A. 19.)

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Orrori medievali? No, comunisti

comunismoArticolo pubblicato su Il Secolo d’Italia
del 23 febbraio 2002

Così i vecchi schemi resistono nelle formule «liturgiche» degli intellettuali

di Guido Verna

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