Botteghe Oscure traffici nascosti

Botteghe Oscure

La sede del Pci in via delle Botteghe Oscure

Articolo pubblicato su L’Italia Settimanale

del 17 febbraio 1993

di Francesco D. Caridi

Le cose dovranno essere chiarite presto. parola di Bettino Craxi. Alla stretta finale dell’Inquisizione milanese, il segretario del Psi ha risposto chiedendo di “vedere” le carte degli altri partiti. Innanzitutto quelle delle “maschere” dell’ex Partito Comunista, fin troppo zelante nell’invocare la sua crocifissione. «E’ urgente e necessario – ha detto Craxi – che si dia vita ad un’inchiesta parlamentare che faccia luce sui finanziamenti politici degli ultimi dieci o, meglio, venti anni». la chiave di lettura starebbe nella precisazione temporale: «venti anni».Un’aggiunta che rimanda a storie troppo frettolosamente archiviate dalla “ragione consociativa”. Continua a leggere

Quando i comunisti rubavano “diversamente”

mani_puliteArticolo pubblicato su L’Italia Settimanale del 25 agosto 1993

Prima del conto “Gabbietta” c’era in Svizzera un altro conto che aveva a che fare con il Pci. Ecco come un’azienda marittima trasferiva i dollari dall’Urss alle Botteghe oscure

di Giancarlo Lehner

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Finite le idee rimangono i vuoti a perdere

sinistraArticolo pubblicato su Il Giornale
del 1 marzo 2000

SINISTRISMO

di Marcello Veneziani

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Sulla "serietà" morale dei comunisti italiani

PciIl Corriere del Sud n. 17/2001 Anno X
16 ottobre/31 ottobre

I Comunisti italiani agli inizi della “guerra fredda”, dopo il ’45 hanno svolto con piena consapevolezza il ruolo di “quinta colonna”

Non sono seri i comunisti italiani che hanno collaborato a eliminare gli esuli

di Domenico Bonvegna

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Rubli da Mosca

Gruppo consiliare CASA DELLE LIBERTA’PONSACCO– Pi
Venerdì  24 ottobre 2003 alle ore 21,30

incontro sul tema:

RUBLI DA MOSCA AL P.C.I. E SPIE SOVIETICHE IN ITALIA
COME HANNO CAMBIATO LA STORIA D’ITALIA ED ANCORA LA CONDIZIONANO
14 ANNI DOPO LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

bandiera_rossa

Relatore

VALERIO RIVA giornalista

introduce

dott. Andrea Bartelloni

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Pci, mezzo secolo di finta opposizione

consociativismoInserto pubblicato su L’Italia Settimanale

Democrazia Cristiana e Partito Comunista hanno governato insieme, con ruoli diversi, ma con la stessa politica: quella della compensazione degli interessi. Del resto Aldo Moro lo aveva detto chiaramente nell’estate del ’74: «La funzione del Pci nel nostro sistema politico è quella di aiutare la Dc al governo stando all’opposizione»

di Carlo Cerbone

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Scristianizzazione della società nel pensiero, da Lutero a Marx e Engels (1)

IL MARXISMO IDEOLOGIA DELLA RIVOLUZIONE
Marx e Engels

di Fernando Ocàriz, Ares 1975

(prima parte)

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Il comunismo

comunismoIl comunismo prima di Marx

Solo molto impropriamente si può parlare di comunismo in Platone (che teorizza una comunanza di beni solo per una classe di cittadini, quella dei guerrieri, e lo fa per un motivo funzionale, e non perché convinto di risolvere il problema della giustizia) o in altri pensatori cosiddetti utopici (come Thomas More o Campanella). Più corretto è parlare di comunismo per pensatori come i “socialisti utopisti”, quali Saint-Simon, ma soprattutto Fourier e Proudhon. Tuttavia è innegabilmente a Marx che il comunismo ha dovuto la sua fortuna. É Marx che ha fornito il quadro teorico che ha consentito una realizzazione storica dell’idea comunista, che altrimenti sarebbe rimasta pura teoria. Marxista fu il comunismo di Lenin, come quello di Mao Tze Tung.

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La Rivoluzione culturale

CinaTratto da: © L’esperimento comunista, Ed. Ares, Milano 1991, pp. 75-80.

di Eugenio Corti

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“Obiettivo sull’orrore rosso”

Li Zhensheng

Li Zhensheng

Il Sole 24 Ore 21 dicembre 2003

di Gian Carlo Calza

In Cina, dopo la caduta della “banda dei quattro” con gli assestamenti degli anni Ottanta e poi ancora successivamente. ai fatti di Tiananmen del 1989, una grande quantità di testimonianze sulla “Grande Rivoluzione Culturale Proletaria”, sui suoi eccessi, ingiustizie, violenze presero a comparire in Occidente. Tuttavia da qualche tempo tali libri di denuncia sono sempre meno frequenti. È probabile che il grande pubblico, e quindi anche gli editori, abbiano gradualmente perso interesse per storie il cui andamento appare costruito secondo cliché piuttosto standardizzati, e questo indipendentemente dal fatto che ogni esperienza personale sia comunque una vicenda unica.

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