L’inesistenza dell’etica laica

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(raccolta di pensieri)

L’etica laica è fondata sull’utilità. Essere etici conviene, è utile. Conviene all’intera umanità, e quindi anche a ogni singolo individuo. Eppure quel singolo individuo potrebbe chiedersi: “Per quale motivo non dovrei agire direttamente per la mia utilità, per il mio interesse personale, anche se in contrasto con l’interesse dell’umanità?”

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Il totalitarismo laicista

di Luigi Negri

Le questioni relative alle egemonie, presunte o reali, nell’attuale contesto culturale e sociale hanno aperto un dibattito, nel quale intervengo con queste osservazioni. Ritengo che possano dare un contributo a una più pertinente definizione di temi teorici e critici e individuare forse anche campi di verifica di ipotesi storiche di cui l’attualità sembra esigere nuove tematizzazioni. Non è corretto parlare di egemonia comunista «contro» o «accanto» al complesso movimento del laicismo, come se si trattasse di una delle forze egemoniche alternative. Guardini, Maritain, Del Noce, Bontadini e p. Cornelio Fabro (per citare soltanto alcuni degli storici della filosofia moderno-contemporanei) ci hanno insegnato che la modernità è caratterizzata dal laicismo.

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L’evoluzione del linguaggio e degli atteggiamenti

handicap Aggiornamenti sociali,

n. 7-8, Luglio-Agosto 2003

Da disabile a diversabile, perché?

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La mafia cinese

 I.D.I.S. – Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale

Voci per un Dizionario del Pensiero Forte

mafia cinese

di Domenico Airoma

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Don Romolo Murri, don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi nella storia del movimento cattolico in Italia

Cristianità n. 237-238 (1995)
Romolo MurriLuigi_SturzodeGasperi

di Marco Invernizzi

Vi sono ricerche e documentazioni che non illustrano tematiche non note e non introducono nuove problematiche, ma servono a reimpostare o a chiarire questioni note ma irrisolte o controverse: fa certamente parte di questa categoria l’opera Murri, Sturzo, De Gasperi. Ricostruzione storica ed epistolario (1898-1906), pubblicata da don Lorenzo Bedeschi nel 1994 e dedicata alla ricostruzione, sulla base della documentazione epistolare, del rapporto sviluppatosi, nell’ambito del movimento cattolico italiano, fra don Romolo Murri, don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi, a cavallo fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento (1).

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S.Pio X Notre charge apostolique, 28 agosto 1910

Notre_Chargedi Rino Cammilleri

La lettera apostolica all’episcopato francese (tecnicamente non un’enciclica, ma equivalente a una enciclica per importanza) dal titolo Notre charge apostolique condanna il movimento del Sillon (il Solco), fondato in Francia nel 1902 – sulla scia di una precedente associazione, la Crypte, nata nel 1894 da Marc Sangnier, che costituiva all’epoca l’esempio più articolato di una “democrazia cristiana” nel significato ideologico del termine.

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La “questione democristiana”

DCCristianità n.10 – 1975

Un mistero che pesa sul futuro dell’Italia

di Giovanni Cantoni

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Conformisti e bigotti ieri, conformisti e bigotti sempre.

antiberlusconismoArticolo pubblicato su TEMPI Numero: 25

19 giugno 2003

Il destino di certo azionismo cattolico

Fabio Cavallari, il nostro ateo e comunista in redazione ci domanda perché mai ci sia più risentimento antiberlusconiano in certi ambienti parrocchiani che nel Prc. A lui e ai lettori rispondiamo che, come vedete, come leggete, come ascoltate, le prediche ormai sono tutte uguali.

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”18 aprile 1948. Memorie inedite dell’artefice della sconfitta del Fronte Popolare

fronte_popolaredi Marco Invernizzi

Nato a Venezia nel 1902, Luigi Gedda ha attraversato la storia di tutto il secolo XX militando fin dalla giovinezza nel movimento cattolico italiano. Membro dapprima della Società della Gioventù Cattolica italiana, a Torino, dove ha vissuto fino al 1917 con la famiglia, dopo il trasferimento a Milano in seguito alla morte della madre, scomparsa l’anno precedente, ha partecipato alla vita della Gioventù Cattolica Ambrosiana.

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”Requiem” per un suicidio: la fine del ”popolarismo”

Dcdi Giovanni Cantoni

“Eventi recentissimi e dolorosi hanno condotto ad un’ulteriore e più grave frattura nella rappresentanza politica che fa riferimento all’ispirazione cristiana. È andato così ancora più avanti e sembra praticamente giunto a compimento quel processo che, nell’arco di alcuni anni, ha visto declinare l’impegno unitario organizzato dei cattolici italiani in ambito politico” (1): con queste parole lunedì 27 marzo 1995, a Loreto, S. Em. il card. Camillo Ruini, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha recitato il requiem per il democratismo cristiano che, con diverso nome dopo il primo e dopo il secondo conflitto mondiale, negli ultimi settantacinque anni ha egemonizzato la rappresentanza politica del mondo cattolico italiano.

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