Pubblicato su © il Timone n. 32, aprile 2004
Una descrizione del processo di separazione delle due autorità che nel Medioevo avevano guidato la respublica christiana, dal machiavellismo alle tragiche iniquità del XX secolo.
di Roberto de Mattei
Lug 17
Pubblicato su © il Timone n. 32, aprile 2004
Una descrizione del processo di separazione delle due autorità che nel Medioevo avevano guidato la respublica christiana, dal machiavellismo alle tragiche iniquità del XX secolo.
di Roberto de Mattei
Lug 17
Articolo publicato su Libero settimanale
il 21 agosto 2000
Il filosofo Josè Ortega y Gasset è stato uno dei più lucidi testimoni della modernità. Ma ha avuto il torto, agli occhi dell’intellighenzia di mettere in discussione l’autore del «Contratto sociale», considerato l’intoccabile fondatore del moderno ordine politico. Ha pagato questo affronto con l’emarginazione culturale
di Rino Cammileri
Lug 17
Nel “[…] clima di “crisi” che attualmente investe […] le istituzioni pubbliche […] sulle quali la convivenza umana si fonda” (Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla prima sessione della Conferenza permanente del Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana su La cultura della legalità, dell’8-7-1991, n. 1, in L’Osservatore Romano, 8/9-7-1991), il sesto e ultimo capitolo dell’opera Da representação política, Saraiva, San Paolo 1972, pp. 111-133. La traduzione è redazionale.
Cristianità n. 213-214 (1993)
[“Sulla rappresentanza politica” VII]
José Pedro Galvão de Sousa
Lug 17
Nel “[…] clima di “crisi” che attualmente investe […] le istituzioni pubbliche […] sulle quali la convivenza umana si fonda” (Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla prima sessione della Conferenza permanente del Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana su La cultura della legalità, dell’8-7-1991, n. 1, in L’Osservatore Romano, 8/9-7-1991), il quinto capitolo dell’opera Da representação política, Saraiva, San Paolo 1972, pp. 91-110. La traduzione è redazionale.
Cristianità n. 212 (1992)
[“Sulla rappresentanza politica” VI]
José Pedro Galvão de Sousa
Lug 17
Cristianità n. 209-210 (1992)
[“Sulla rappresentanza politica” IV]
José Pedro Galvão de Sousa
Lug 17
Nel “[…] clima di “crisi” che attualmente investe […] le istituzioni pubbliche […] sulle quali la convivenza umana si fonda” (Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla prima sessione della Conferenza permanente del Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana su La cultura della legalità, dell’8-7-1991, n. 1, in L’Osservatore Romano, 8/9-7-1991), i paragrafi da 1 a 5 del secondo capitolo dell’opera Da representação política, Saraiva, San Paolo 1972, pp. 15-33. La traduzione è redazionale.
Cristianità n. 205-206 (1992)
[“Sulla rappresentanza politica” I]
José Pedro Galvão de Sousa
Lug 17
Nel “[…] clima di “crisi” che attualmente investe […] le istituzioni pubbliche […] sulle quali la convivenza umana si fonda” (Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla prima sessione della Conferenza permanente del Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana su La cultura della legalità, dell’8-7-1991, n. 1, in L’Osservatore Romano, 8/9-7-1991), i paragrafi da 5 a 12 del secondo capitolo dell’opera Da representação política, Saraiva, San Paolo 1972, pp. 33-53. La traduzione è redazionale.
Cristianità n. 207-208 (1992)
[“Sulla rappresentanza politica” III]
José Pedro Galvão de Sousa,
Lug 17
Nel “[…] clima di “crisi” che attualmente investe […] le istituzioni pubbliche […] sulle quali la convivenza umana si fonda” (Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla prima sessione della Conferenza permanente del Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana su La cultura della legalità, dell’8-7-1991, n. 1, in L’Osservatore Romano, 8/9-7-1991), il primo capitolo del saggio Da representação política, Saraiva, San Paolo 1972, pp. 1-13. La traduzione è redazionale.
Cristianità n. 204 (1992)
[“Sulla rappresentanza politica” I]
José Pedro Galvão de Sousa
Lug 17
Articolo pubblicato su il Giornale
5 marzo 2004
di Massimo Introvigne
Che cosa c’è dietro le bombe lanciate contro gli sciiti in Irak? Le vecchie faide fra sciiti e sunniti sono solo parte della storia, e anche la griglia di lettura che vede gli sciiti – cioè il sessanta per cento degli iracheni – divisi in «moderati» e «fondamentalisti» non è sufficiente.
Lug 17
Louis Raphael I Sako
“Sono combattenti arabi entrati in Iraq, pagati dai movimenti integralisti di paesi vicini o forse addirittura dai rispettivi governi”. Un’intervista con l’astro emergente della Chiesa caldea
di Sandro Magister