Sotto scorta per colpa dei convertiti italiani

L’Opinione 14 giugno 2005

INTERVISTA A MAGDI ALLAM

Magdi Allam

La presenza e il ruolo del fondamentalismo nell’islam politico italiano: […] in Italia[…]se continueremo a guardarli in questa distorta ottica di relativismo culturale mista alle pretese politically correct che ha portato alcuni nostri sedicenti intellettuali ad arrivare a “capire” se non a “giustificare” un po’ tutto: dai kamikaze che si fanno esplodere in Iraq e in Israele all’escissione genitale femminile. “Così[…] ci facciamo del male da soli e nuociamo anche ai musulmani veri, quelli che lo sono per nascita e non per conversione di convenienza o per professione”

di Dimitri Buffa

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Paura, diffidenza e menzogna.

GulagIl Foglio 21 maggio 2005

Ecco quello che il popolo sovietico imparò nei lager

“Gulag” della Applebaum ha il merito di essere l’anatomia di un incubo, ma lo scopo dell’autrice non è fare in modo che questo non si ripeta.  Gli appunti critici del più grande sovietologo polacco

di Jerzy Pomianowski

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La scienza non ha sconfitto la religione

referendumIl Giornale 15 giugno 2005

Massimo Introvigne

 Dal cardinale Ruini a Repubblica, il giorno dopo il referendum tutti assicurano che è morto in Italia il teorema che identificava modernizzazione e secolarizzazione. Dal momento che – insieme con diversi colleghi americani – da qualche anno cerco di diffondere appunto una critica articolata della teoria della secolarizzazione, sono molto interessato a questo dibattito, che non è nato né finirà con il referendum.

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Dall’Introduzione de ”Il Segreto ammirabile del Santo Rosario"

santo_rosariodi S. Luigi Maria Grignion de Montfort,
ed. Cantagalli, Siena, 1975.

La Madonna, questo è certo, ci richiama al Rosario; e Le fa eco la Chiesa docente, anche nella persona del Pontefice felicemente regnante, pur se le sue parole cadono troppo spesso nel vuoto. Né pensiamo che possano giovare proposte di ‘rinnovamento’, consistenti in mutilazioni e semplificazioni, sotto veste di ritorni alle origini (come sempre!).

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Marco Tangheroni, una vita per la fede

Marco_TangheroniIl Quotidiano di Calabria e Basilicata sabato  20 marzo  2004

Il ricordo di uno dei maggiori storici italiani  del Medioevo

di Filippo Salatino

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In memoria del prof. Marco Tangheroni

Marco_Tangheronidi Guido Verna 4 marzo 2004

L’11 febbraio scorso, a Pisa, sua città natale, è morto, a 58 anni,  il Prof. Marco Tangheroni. Si tratta di una figura di studioso cattolico di straordinario rilievo – ha insegnato nelle università di Cagliari, di Barcellona, di Sassari e di Pisa, dov’era professore ordinario di Storia Medievale e direttore del Dipartimento di Storia ed era stato direttore di quello di Medievistica –, il cui grande spessore culturale è però ben poca cosa rispetto al suo spessore umano.

Se il mondo accademico ha perduto l’insigne studioso, il mondo cattolico – e, dentro questo, chi come noi ha avuto la fortuna di frequentarlo ed essergli amico –  ha perduto molto di più, un punto di riferimento umano esemplare, l’exemplum incarnato della fede, della speranza e della carità, convissute per anni – più di trent’anni! – con la sofferenza, anzi da questa alimentate, raffinate e rafforzate.

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Commemorazione di Giulio Dante Guerra del prof Marco Tangheroni

Marco Tangheroni(Da Piccolo Gregge) Ieri ha concluso le sue sofferenze terrene per iniziare a godere della gioia del Paradiso il caro amico professor Marco Tangheroni: a Giulio che lo conosceva meglio di tutti noi chiedo di scrivere qualcosa su di lui.

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Comunicato Stampa di Alleanza Cattolica

Marco_TangheroniACNews 01‑2004

Alleanza Cattolica in lutto per la morte del professor Marco Tangheroni, socio fondatore dell’associazione, ne ricorda l’eccezionale testimonianza d’impegno culturale, civile e umano

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Ricordo di Marco Tangheroni

marco_TangheroniRitorno a casa dopo tre settimane di ospedale e due operazioni chirurgiche, una prevista ed una improvvisa. Non è molto tempo: cosa dovrebbe essere cambiato? Eppure, tutto è andato avanti, indifferente alla mia assenza; questa è la sensazione. provata con curiosità e con una punta (non più di una punta) di dolore.

Non dico del mondo esterno “grande”, la città, l’Italia, l’Europa, il pianeta. Quello è di per sé ‑ ci siamo abituati ‑ un mondo che va sempre avanti indipendentemente da noi. Anche nella cameretta d’ospedale, del resto, mi giungevano dalla televisione, peraltro raramente accesa, le notizie sulla borsa di Tokyo, sul cambio della lira, sulla Cecenia e sulla Somalia. Ho perfino votato, a letto, e seguito, un po’ distrattamente, l’andamento dello spoglio dei voti. E il tempo per la lettura dei giornali non mancava, anzi; mai ne avevo letti cosi tanti, e così attentamente, quasi accanitamente, come a voler mantenere, per loro mezzo, un rapporto con l’esterno, al di là dei vialetti ospedalieri panorama della mia finestra.

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Sfiduciato l’establishment

referendum_legge40il Giornale – 14 giugno 2005

di Antonio Socci

Tutta la stampa, la tv, gran parte della politica, dei nani e delle ballerine da una parte. Il 75 per cento degli italiani dall’altra. Perché non ne prendono atto? Perché non si dimettono? E’ stato uno dei referendum più fallimentari della storia repubblicana. Eppure aveva avuto dalla sua un colossale apparato propagandistico.

Il “Partito unico dei senza quorum” comprendeva tutti i potenti: dai più grossi giornali e media che bombardavano “a reti unificate”, a tutta la Sinistra (mobilitatissima, Cgil compresa), fino al quotidiano della Confindustria, poi pezzi della Destra e lobby di ogni tipo. Ma non hanno convinto neanche la metà degli elettori del solo centrosinistra. Non significa forse che i Fassino, i Bertinotti, i Prodi sono stati sfiduciati dal proprio popolo in questa deriva radicale che già Augusto Del Noce aveva colto? E’ stata per loro una disfatta di dimensioni storiche.

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