È considerato il padre dell’ateismo moderno. Da lui dipende anche Marx. Ma aveva una idea sbagliata dell’uomo e su quella ha creduto di fondare la negazione di Dio.
di Maurizio Schoepflin
Mag 31
È considerato il padre dell’ateismo moderno. Da lui dipende anche Marx. Ma aveva una idea sbagliata dell’uomo e su quella ha creduto di fondare la negazione di Dio.
di Maurizio Schoepflin
Mag 31
Articolo pubblicato su Tracce
di Franco Di Giorgio
Non è facile trovare nel panorama culturale odierno chi si interessi del pensiero e dell’opera di Auguste Comte (1798-1857), quasi fosse esaurita l’attualità di un filosofo che innegabilmente esercitò una grande influenza, seppur indiretta, sulla mentalità della borghesia ottocentesca. Tuttavia a noi sembra che la parabola descritta dal pensiero di Comte sia oggi estremamente attuale, in quanto in esso ritroviamo il nucleo teoretico più sistematico e logico su cui si basano alcune soluzioni date al problema umano nella società contemporanea.
Occorre per questo però porre attenzione all’intero procedere sistematico del fondatore della filosofia positiva, dall’intuizione giovanile (1822) della «legge dei tre stadi» fino alla progettazione della «religione dell’umanità», che non può essere ridotta come fanno alcuni interpreti a mero frutto di pazzia senile, dal momento che in essa trova compimento coerente la stessa intuizione iniziale.
Mag 31
Agostino il santo della Grazia
di Maurizio Schoepflin
Mag 31
col titolo: L’alba della modernità
Mag 31
1) quella antica (o classica) dominata dall’idea che la realtà, la cui oggettività è percepita con forza, sia ordinata e buona, ma solo nella sua struttura portante, nei suoi aspetti universali: il concreto, il singolare (io che scrivo e tu che leggi, il mio scrivere e il tuo leggere, e ogni fatto e atto della nostra e di chiunque vita) non hanno senso.
Mag 31
Laura Boccenti Invernizzi
Mag 31
la filosofia nasce in Grecia, e non in altre civiltà (Egitto, Mesopotamia, Persia). E’ tesi condivisa che tale origine si spieghi con le particolari condizioni che il mondo greco offriva:
– in ambito politico: la libertà
– in ambito culturale: un senso critico più sviluppato che presso altre culture, e la volontà di capire, spiegare la realtà in termini razionali.
Lo stesso mito greco, e la religione greca, non contengono quegli elementi mostruosi e irrazionali che si trovano presso altri popoli; in particolare i greci avevano, ancor prima della nascita della filosofia, un vivo senso che la realtà obbedisce a delle leggi razionali, ossia è retta dalla giustizia. Vediamo qualche brano che illustra tale convinzione.
Mag 31
di Robert Spaemann
La «Nota» della Congregazione per la Dottrina della Fede qui presentata critica un pre-giudizio, che nel mondo occidentale è ormai divenuto elemento costitutivo della “political correctness”. Il pre-giudizio si può riassumere nelle seguenti tesi: 1. I valori più alti di un ordine democratico liberale sono la tolleranza ed il pluralismo. 2. La tolleranza è inconciliabile con la convinzione di essere in possesso di una verità assoluta e definitiva. 3. L’ordine giuridico di uno stato liberale si fonda esclusivamente sulla volontà dei suoi cittadini. Esso non può pertanto presupporre alcun principio etico, la cui universalità sia riconosciuta solo da una parte dei cittadini. 4. Non esiste una realtà, come il «Diritto naturale». Il diritto può proibire solo azioni, che vanno contro la volontà di coloro che sono toccati dalle conseguenze di una tale azione.