Apparso in
Studi cattolici, anno XXXVII, n. 394, dicembre 1993.
La confusione terminologico-concettuale è tra i maggiori ostacoli alla retta comprensione di quel fenomeno sociale rilevabile ormai in ogni Paese europeo e genericamente noto come «intolleranza razzista». Il saggio di Gianfranco Morra, ordinario di Sociologia della conoscenza e presidente del Corso di laurea politico-internazionale della Facoltà di Scienze politiche dell’università di Bologna (sede di Forlì), fornisce anzitutto un’ampia chiarificazione del plesso semantico «razza & razzismo», condotta attraverso un’analisi anche storica che libera il linguaggio dalle sedimentazioni ideologiche ed emotive. Poiché le razze ci sono, rileva l’autore confermando una verità troppo spesso rimossa, il superamento delle molteplici forme di razzismo non è ottenibile per assimilazione o per esclusione (modalità che negano entrambe l’identità altrui), ma mediante il riconoscimento delle differenze tra popoli, etnie e gruppi sociali all’interno della medesima umanità. Programma che, per l’uomo europeo, presuppone il ritrovamento della propria identità perduta e la vittoria sul nullismo morale così tangibilmente denunciato dalle bande giovanili che percorrono le metropoli d’Occidente.
di Gianfranco Morra
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