Rubrica Vivaio (272) su Avvenire
del 9 novembre 1989
di Vittorio Messori
Mag 11
Rubrica Vivaio (272) su Avvenire
del 9 novembre 1989
di Vittorio Messori
Mag 11
Il ritorno a una corretta definizione del rapporto tra aggressione e difesa implica che sia riguadagnato un appropriato concetto antropologico dell’uomo, come soggetto attivo di moralità e di giuridicità, e non semplice destinatario passivo delle norme penali.
di Mauro Ronco
(Ordinario di diritto penale Università degli studi di Padova)
Mag 11
Accusata di invadere il campo dello Stato, la Chiesa ha tutte le ragioni e il dovere di denunciare una norma iniqua e di indicare all’uomo la via della legge naturale. Che ciascuno può conoscere. L’alternativa è il silenzio. Come vorrebbe il laicismo.
di Mario Palmaro
Mag 11
Riflessioni in margine al caso Sofri: la pena deve ristabilire l’uguaglianza tra gli uomini infranta dal reo, perciò non basta il pentimento per reclamarne la conclusione. Essa restituisce dignità al reo, ma moltissimi cattolici lo hanno dimenticato.
di Giacomo Samek Lodovici
Mag 11
Discorso ai partecipanti al Symposium su “Evangelium vitae” e Diritto, del 24-5-1996, nn. 4-6,
Mag 11
Trascrizione dell’incontro pubblico che si è svolto a Pisa il 23 maggio 2003
organizzato dall’Unione Giuristi Cattolici Italiani
di don GINO BIAGINI
(assistente ecclesiastico e Parroco di S. Michele Arcangelo in Oratorio-Pisa)
“L’essenza del diritto (sta) nel suo intimo rapporto con la moralità. Non vi è diritto senza moralità. Un diritto senza moralità è una contraddictio in adiecto, oppure è la constatazione di un semplice stato di fatto. Questa norma di diritto positivo contraddice alla legge morale; non può, per conseguenza obbligare in coscienza, per quanto possa costringere in concreto”.
(H. Rommen, da “L’eterno ritorno del diritto naturale“)
Mag 11
Trattato di Teologia morale
PARTE III
DIRITTI E DOVERI INDIVIDUALI DIRITTI NATURALI
Mag 11
La pena di morte, anzi ogni pena, è illegittima se si pone l’indipendenza dell’individuo verso la legge morale. Cioè se i concetti di bene e male, giusto e sbagliato, sono messi solo sul piano soggettivo. Se esistono in modo oggettivo, allora anche le pene sono legittime per i violatori volontari