di Giuseppe Brienza
A parlare con termini comprensibili e “smart” di un Paradiso celeste agli uomini del XXI secolo è rimasto oggi, fra i personaggi pubblici, quasi solo Giuseppe Corigliano. Una vita come portavoce in Italia dell’Opus Dei, ha scritto il suo ultimo libro proprio su questo argomento: Cartoline dal Paradiso. La speranza oltre la crisi (Edizioni Ares, Milano 2014, pp. 208, € 15).
In realtà, l’Ingegner Corigliano, alla scuola del fondatore dell’Opera san Josemaría Escrivá de Balaguer (1902-1975), è un “recidivo”. Infatti, negli ultimi anni, ha dato alle stampe tutti libri del genere, come ad esempio quelli riuniti nella trilogia Preferisco il Paradiso, Un lavoro soprannaturale e Quando Dio è contento, tutti editi per una major come Mondadori e ristampati in più edizioni.
“CARTOLINE DAL PARADISO”
Questa volta Pippo Corigliano sceglie di pubblicare per le cattoliche Edizioni Ares, le sue centocinquanta cartoline, in pratica altrettanti “editoriali di pensiero positivo” (e costruttivo!), usciti settimanalmente negli ultimi tre anni, sulla rivista “ciellina” Tempi. Tre anni attraverso i quali commenta i fatti dell’attualità, del pontificato di Papa Benedetto XVI e Francesco, di vizi e di virtù, tutto per invogliare a vedere comunque sempre il bicchiere mezzo pieno, nonostante la crisi, nonostante il governo, nonostante le pene e i dolori, insomma nonostante tutto…
Il primo obiettivo del libro, quindi, come scrive espressamente Corigliano, è quello di aiutare il lettore «a vedere le cose con ottimismo e la certezza della vittoria finale del bene». Come lui ben sa perché ha vissuto nel mondo dei media per oltre quarant’anni, le pagine dei giornali ed i servizi radio-televisivi-on line, sono sempre più spesso truculente e stracolme di notizie tetre e negative: «La quasi totalità dei programmi televisivi ci presenta un mondo in cui Dio non c’è» (p. 12).
Eppoi negli studi si litiga continuamente, nelle famiglie ci si uccide persino, e senza troppi scrupoli, le droghe si diffondono fra i giovani ed, anzi, sono propagandate, le risse nei condomini e nelle strade sono all’ordine del giorno, gli insulti nelle file negli uffici volano per un nonnulla e, insomma, ci stiamo sempre più noi tutti avvelenando la vita. Non sarebbe il caso di cercare, almeno di tanto in tanto, di godercela e, se possibile, rilassarsi un po’ di più? L’Italia della crisi è sempre più invasa dalla disperazione e del “pessimismo cosmico”, tutto il mondo è sempre presentato come un grande focolaio di guerra e di violenza…
Eppure c’è ancora tanta buona gente, c’è chi sorride, chi lavora costruttivamente, chi di fronte a tutti i “fatti” che quotidianamente ci spiattellano i media trova comunque spunto per avere fiducia nella vita e nell’uomo. Fra le non molte persone in grado di fare questo esercizio di vita vissuta e pensante, capaci quindi di portare un punto di vista altro e una speranza che viene da oltre, vi è indubbiamente l’Ing. Corigliano.
Lo conferma anche la giornalista e scrittrice Costanza Miriano che, nella prefazione al libro (Aspettavo Pollyanna, pp. 7-10), questo scrive di un “tipo” così: «Pippo non è una persona come tutti gli altri, lui vive con i piedi per terra ma lo sguardo fisso verso il Cielo. D’altra parte lo ha detto: anche lui, come san Filippo Neri, “preferisce il Paradiso”. A me succede di arrabbiarmi se le cose vanno storte, se qualcuno mi fa una prepotenza, se subisco un’ingiustizia. A Pippo no. Lui trova sempre qualcosa di cui gioire in tutto ciò che accade!» (p. 8).
CITAZIONI COLTE
Ma non siamo di fronte ad un “libro Cuore” cattolico. Corigliano è un grande lettore e, nelle varie “cartoline”, non mancano citazioni colte ed originali. Come ad esempio quella che troviamo nel mese di maggio, presa dal conte savoiardo Joseph de Maistre (1753-1821). Per chi non lo sapesse, ci troviamo dinanzi ad un autore che, liquidato dalla modernità come un “reazionario” solo perché si è opposto a 360 gradi agli “Immortali Lumi” del 1789 ed alle loro conseguenze, è stato definito un «uomo superiore ad ogni encomio» da santi del calibro del Beato Antonio Rosmini, un «profeta del nostro tempo» da Papi di grande cultura come l’autore della Rerum Novarum Leone XIII e, insomma, siamo di fronte a quello che il giornalista Cattolico Rino Cammilleri ha riassunto come il «maestro dei maestri della contro-rivoluzione».
Ebbene ecco cosa ne riprende Corigliano: «De Maistre osservava che, contro la rivoluzione, non occorre la rivoluzione contraria ma il contrario della rivoluzione. Il contrario della rivoluzione è la vita ordinaria e ordinata in cui la creatura è in armonia col creatore» (p. 130).
LE PRESENTAZIONI DI MILANO E PALERMO
Le Edizioni Ares e l’associazione di genitori “Famiglia e Scuola” (FAES), hanno organizzato la prossima presentazione del libro di Pippo Corigliano a Milano, mercoledì 17 dicembre, a partire dalle ore 20,45 al Teatro FAES (via G.A. Amadeo, 11). Oltre all’autore, interverranno i direttori delle riviste Tempi e Studi Cattolici, rispettivamente Luigi Amicone e Cesare Cavalleri, insieme alla già citata Costanza Miriano.
Anche l’Università degli Studi di Palermo, sempre in collaborazione con la casa editrice che l’ha pubblicato, hanno organizzato per i siciliani una presentazione del libro, che si avvarrà persino di un accompagnamento musicale a cura dell’arpista e soprano Yesenia Badilla. L’incontro si terrà sabato 13 dicembre, alle ore 18, nella Sala Magna del Complesso Monumentale dello Steri (Piazza Marina, 61, Palermo). Anche qui, oltre a Corigliano, interverranno diversi relatori, fra i quali il Rettore dell’Università di Palermo prof. Roberto Lagalla e la scrittrice Giusi Manduca Sorci.
MA INSOMMA COME SI ARRIVA IN PARADISO?
Basta seguire il Vangelo, spiega Corigliano. Che è, oltre tutto, un vademecum per la felicità, un aiuto per conservare la speranza e la fortezza anche nelle avversità, scritto con chiarezza per tutti. E, non dimentichiamolo, molte immagini che vi si ritrovano, sono di un Gesù “felice”. Il quale parla, anche, di banchetti, di brindisi, di nozze. Per non citare poi quel Paolo di Tarso che, “rapito” in paradiso, ne testimonia le meraviglie, le realtà “indicibili” che né occhio vide né orecchio udì. La vita di Gesù, insomma, non solo si comunica con grande facilità, ma si legge anche volentieri, perché tocca argomenti profondi che puntano al fine della vita di ogni uomo.
Un ritratto migliore della personalità dell’Autore e del contenuto di questo libro, comunque, non si trova che nel suo profilo Twitter. Dove Pippo si descrive così: «Un ingegnere prestato alla comunicazione. Gli piacciono san Josemaría, san Giovanni Paolo II, Joseph Ratzinger e Papa Francesco. Anche Napoli, i faraglioni e la pizza». Senza pretesa di salire in cattedra o montare sul pulpito, Corigliano anche in questo suo ultimo libro riesce a fare breccia nei cuori e nelle menti, donando al lettore le ragioni profonde e per nulla scontate della sua speranza. Nonostante la “crisi”…