Alcuni hanno sfruttato la vicenda americana proponendo, come rimedio, il matrimonio dei preti e il sacerdozio femminile. Ma, come è già successo molte volte nella storia, anche in questo caso, abbiamo a che fare con una colossale campagna di diffamazione, finalizzata a creare una leggenda nera (l’ennesima, oltre a quelle sull’Inquisizione, le crociate, ecc.),
di Giacomo Samek Lodovici
In ogni caso, alcuni hanno sfruttato la vicenda americana proponendo, come rimedio, il matrimonio dei preti e il sacerdozio femminile. Ma, come è già successo molte volte nella storia, anche in questo caso, abbiamo a che fare con una colossale campagna di diffamazione, finalizzata a creare una leggenda nera (l’ennesima, oltre a quelle sull’Inquisizione, le crociate, ecc.), che invece va ridimensionata. Certamente ci sono stati alcuni casi reali, che sono molto dolorosi e intollerabili, tuttavia le cifre sono state notevolmente gonfiate e non bisogna generalizzare.
I preti cattolici sono più inclini alla pedofilia rispetto agli altri uomini?
Falso, perché essa è presente in tutte le classi, professioni, religioni, comunità etniche. La pedotilia (l’abuso sessuale di minori di 13 anni; pedofilo è un soggetto di almeno 16 anni e almeno 5 anni più vecchio del bambino) tra i preti è molto rara, e affligge solo lo 0,3% dei sacerdoti. Philip Jenkins, docente universitario alla Pennsylvania State University che, si noti bene, non è cattolico, ha pubblicato questi dati nel 1996 nel libro Pedophilies and Prieest, dove mostra una delle casistiche a tutt’oggi più aggiornate e complete, da cui risulta che solo 1 prete su 2252 è pedofilo, considerando gli ultimi trent’anni. I preti non pedofili, ma colpevoli di abusi sessuali sono circa l’1,9%, cifra paragonabile alla percentuale tra gli uomini sposati.
Circa il recente scandalo di Boston, solo 4 tra più di 80 preti accusati dai media di pedofilia sono realmente colpevoli. In realtà, i preti coinvolti in questo scandalo sono in maggioranza efebofili (attrazione omosessuale verso ragazzi adolescenti), il che certamente non è giustificabile, ma non altrettanto ignobile quanto la pedofilia. Infine, nei mesi scorsi altre confessioni religiose e istituzioni non religiose hanno ammesso di avere problemi simili sia con la pedofilia che con l’efebofilia: perciò è falso che i prelati cattolici siano più predisposti alla pedofilia rispetto ai ministri protestanti, capi ebrei, insegnanti o educatori (per questi dati cfr la rivista americana Crisis: www.crisismagazine.com).
Il matrimonio dei preti potrebbe debellare la pedofilia e le altre forme di deviazioni sessuali?
Il celibato non comporta di per sé alcun tipo di deviazione sessuale. Infatti, come abbiamo detto, gli uomini sposati sono altrettanto a rischio di deviazioni sessuali.
Il sacerdozio delle donne potrebbe risolvere il problema?
No, perché anche alcune donne molestano i bambini.
Qual è l’origine della pedofilia?
Mentre la dottrina morale della Chiesa condanna gli abusi sessuali in tutte le loro forme, la pedofilia è favorita dall’attuale cultura della trasgressione e dal permissivismo sessuale. Si facciano dunque un esame di coscienza tutti i promotori ditale cultura. Per non dire dei radicali, che hanno organizzato il 27-10-1998 un aberrante convegno, nelle aule del Senato, la cui presentazione così recitava: “[…] essere pedofili […] non può essere considerato un reato; la pedofilia […] diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone”. Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenziente!
Ricorda:
“Jenkins cita un anticattolicesimo latente in settori importanti della società nordamericana, ambienti di psicologi e di terapisti convinti che tuffo quanto i loro pazienti raccontano, magari sotto ipnosi, sia sempre e necessariamente vero – episodi passati in tema di satanismo e di incesto mostrano che non sempre è cosi – e una mentalità liberal per cui il celibato o i voti non sono politicamente corretti. Le analisi di Jenkins – a mio avviso meritevoli di grande interesse – non negano certamente la presenza di casi dolorosi, sulle cui cause la Chiesa giustamente indaga e s’interroga. Ma aiutano a guardarsi dalle generalizzazioni e dall’analisi “urlata” di problemi che vanno invece affrontati, insieme, con coraggio e con discrezione”.