Così i media italiani capovolgono la realtà della guerra di difesa di Israele
Editoriale di Renato Farina
Israele negli ultimi anni è diventata come il ghetto di Varsavia, stretto da nazisti che vogliono la soluzione finale, cioè l’annientamento. Questa guerra è una sortita fuori dal ghetto, per disarmare le Ss che non esitano a fare a pezzi donne e bambini. Questo è l’unico paragone calzante, e non esageriamo affatto La differenza è che i nazisti di oggi prevedono l’uso dell’atomica invece delle camere a gas.
E invece di offrire solidarietà corale, noi italiani stiamo facendo schifo. Capovolgono la storia. I Tg, ma anche la grandissima parte dei quotidiani italiani, hanno come sottofondo una certezza assoluta: questi ebrei sono gli aggressori imperialisti, e sono crudeli, se la prendono con i bambini e i miti. I perfidi giudei giungono addirittura a colpire i funerali, per aggiungere morte a morte. Una bugia.
La Reuters (ha già licenziato un fotografo che truccava le foto), ha ammesso che la notizia era una forzatura, anzi una balla. Israele ha bombardato un sito da dove partivano razzi contro Haifa e le cittadine della Galilea. E perché dovrebbero bombardare i funerali, gli israeliani? Tranne Libero nessuno ha avuto dubbi. Repubblica: “Libano: raid sul funerale”.
La Stampa: “Libano, bombe sul corteo funebre”. Stuprano volutamente persino i morti questi bastardi di ebrei. Proveremo poi a smascherare qualcun’altra di queste falsità. Ma esse sono conseguenza della madre di tutte le menzogne: e cioè che Israele sia un’aberrazione in sé, un guaio da estirpare.
Non lo si dice esplicitamente, per carità. Ma in pratica si danno continue giustificazioni a chi opera per eliminare dalla faccia della Terra tre milioni di persone. Gente di troppo. Come sarebbe sereno il Medio Oriente senza questo popolo che prega i Salmi e aspetta ancora il Messia. Invece, senza di loro, staremmo freschi.
Per molti motivi: spirituali, perché gli ebrei ci costringono ad avere una coscienza della nostra missione nella vita, ma anche proprio di sicurezza. Sono un presidio per noi, sono come le scolte di Assisi dei canti medievali: ci costringono a svegliarci quando il nemico si muove. E parano i colpi al nostro posto. Un nemico che attacca gli ebrei, ma punta su di noi, e non ce ne vogliamo rendere conto. Anzi, sputiamo contro di loro.
Conviene rifare la storia di questa mossa israeliana. Essa è pura azione di legittima difesa, nell’insensibilità totale dell’Europa che fa la patata lessa, e cerca di isolare come estremisti più i capi di Gerusalemme che quelli degli Hezbollah.
In questi ultimi anni è accaduto qualcosa. L’11 settembre. Poco prima, chissà come mai Arafat aveva rifiutato il piano elaborato dal premier israeliano Barak. Con una generosità folle lasciava allo Stato palestinese nascente tutti i territori occupati da Israele durante le sue guerre di risposta agli invasori. Precisamente il 97 per cento, e una fetta di Gerusalemme. Arafat rifiutò! Incredibilmente disse di no!
L’11 settembre si è capito perché. Era parte di quello stesso progetto. Dai giudei e dai crociati non si può accettare tregua. Prima si elimina Israele poi si discute, magari. Intanto in Iran ha preso il potere il più estremista di tutti: Mahmoud Ahmadinejad. Procede nel suo programma di costruzione della bomba atomica (nessuno crede all’uso civile dell’uranio arricchito, ma dài: l’Iran ha petrolio e gas da affogarci se stesso e tutti quanti noi).
Dice Ahmadinejad: «Bisogna distruggere l’Entità sionista». Lo ha ripetuto di recente, mentre Prodi lo proponeva come mediatore. E perché non Mengele? Peccato che è morto, seno andava bene anche Goebbels. L’Iran ha razzi in grado di colpire Israele. I consiglieri degli ayatollah hanno già tranquillamente messo in conto che Israele può anche ammazzare dieci milioni di iraniani con le sue atomiche, ed è un prezzo accettabile per questi musulmani.
Resterebbero altri 80 milioni di persiani. In compenso di israeliani non ne rimarrebbe neanche uno. Israele ha scommesso sulla buona fede dei Palestinesi. Ha abbandonato i territori occupati, unilateralmente, con l’unica pretesa non ci fossero più attentati.
Sono continuati. A Gaza ha vinto Hamas, nata per far cadere la stella di Davide. Dal Libano partono razzi. Poi una spedizione di miliziani Hezbollah rapisce due soldati. Israele cosa doveva fare? Aspettare con pazienza di essere annientata? Almeno cerca di eliminare i gruppi di terroristi padroni del Libano. La guerra resta orribile. Non fu più delicata quella che intrapresero gli angloamericani per liberarci.
Ha ragione il Papa a chiedere di deporre le armi, a domandare la pace. A sperare che non sia più versato sangue. Bisogna pregare e agire per questo. Ma occorre «una soluzione stabile e duratura », precisa Benedetto XVI. E per questo non basta che formalmente si accetti da parte di arabi e occidentali che Israele esista. Occorre che possa esistere! E non sia circondato da chi lo vuole annichilire.
Colpisce in questo momento la continua denigrazione che specie Repubblica dedica a Israele e a Olmert contrapposta a una sorta di assoluzione benevola del capo dei terroristi Hezbollah descritto come un mito luminoso. A Israele sono dedicate foto di donne arabe in lutto, come dire: bestie di giudei. Nasrallah invece è illustrato nelle forme splendenti di un’icona bizantina, dallo sguardo dolce e gli occhi sereni.
La sintesi del suo pensiero è espressa con molta comprensione da Repuubblica: «Non distruggere lo Stato ebraico, ma versarne il sangue per costringerlo a concessioni». Un moderato, non è vero? Per questo Vittorio Zucconi critica Israele in guerra: Gerusalemme non capisce che sarebbe il caso di mettersi d’accordo. È una brava persona, Nasrallah non vuole eliminarlo proprio del tutto, ma solo versarne il sangue. Che vampiro gentile. E che squallore.