Corrispondenza Romana n.1126
I vescovi nord-vietnamiti, solidali con mons. Joseph Ngo Quang Kiet, arcivescovo di Hanoi, stigmatizzano la distruzione di simboli sacri e il brutale attacco contro la comunità cattolica.
Dopo una riunione tenutasi l’8 gennaio 2009 presso l’arcidiocesi della Capitale, i prelati hanno dichiarato che la distruzione del crocefisso del cimitero della parrocchia di Dong Chiem, avvenuta il 6 gennaio scorso, e le violenze contro i fedeli sono «due ingredienti della politica governativa nel risolvere le dispute con le religioni».
L’arcivescovo di Hanoi, insieme ai vescovi nord-vietnamiti, ha visitato di persona i fedeli della parrocchia di Dong Chiem, vittime del brutale attacco della polizia. In un gesto di sfida verso il governo, i fedeli hanno edificato una nuova croce in bambù nel medesimo luogo in cui era collocata la croce distrutta, anche per sottolineare il diritto di proprietà del terreno, che «appartiene da più di 100 anni alla parrocchia e non verrà abbandonato» (Cfr. “Asianews”, 9 gennaio 2009).
In risposta, la polizia ha arrestato cinque cattolici, conducendoli in località ignota, e ha impedito l’accesso all’area. Gli agenti non hanno distrutto la nuova croce in bambù, ma i media di Stato hanno ripreso la campagna diffamatoria contro i cattolici, accusandoli di «fomentare l’odio» nel Paese.
La recente visita del presidente vietnamita Nguyen Minh Triet in Vaticano e l’incontro con Benedetto XVI, aveva aperto ipotesi di speranza affinché i conflitti fra Chiesa e governo comunista potessero trovare «una soluzione pacifica attraverso il dialogo».
Tuttavia, l’attacco contro i fedeli della parrocchia di Dong Chiem ricorda i metodi usati contro i fedeli a Tam Toa e Bau Sen (nella diocesi di Vinh) e a Loan Ly (arcidiocesi di Hue), teatro di violenze da parte di funzionari governativi e polizia, che hanno distrutto simboli della fede, picchiato e arrestato fedeli e sacerdoti, sequestrato le proprietà dei cattolici.