“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
di Rino Cammilleri
Nato a Privas, nel Vivarais, in casa di ugonotti, fu battezzato perché la revoca dell’editto di Nantes aveva messo i calvinisti di fronte alla scelta di farsi cattolici o espatriare (in omaggio al principio di Westfalia, “cuius regio, eius religio”). Ma nel 1686 il Nostro si mise a cavallo per andare a Ginevra a studiare da pastore protestante.
Mentre andava incrociò un prete che portava l’Eucarestia a un malato e il suo cavallo piegò le ginocchia a terra. Sconvolto dal prodigio, cambiò strada e andò a iscriversi al seminario di Viviers, dal quale uscì prete.
Entrò nei lazzaristi fondati da s. Vincenzo Depaul, ma ne uscì per aggregarsi ai sacerdoti del SS. Sacramento. Questi, a differenza dei lazzaristi, non andavano in giro a predicare in gruppo. Il Vigne, a piedi o a dorso di mulo, non di rado portandosi sulle spalle il confessionale, cominciò a girare per i villaggi di campagna, predicando, confessando e catechizzando, perché le guerre di religione avevano lasciato l’ignoranza religiosa alle loro spalle (infatti, quando le “verità” proposte sono più d’una, il risultato è di solito lo scetticismo).
A Boucieu-le-Roy fece costruire un grande Calvario, che richiamò folle di pellegrini. Attorno a questa iniziativa si radunarono le prime pie donne con le quali il Vigne creò la congregazione delle Suore del SS. Sacramento (che poi ebbero i guai loro con le varie rivoluzioni francesi, fino all’espulsione nel 1903 dalla Francia “laica”). Il Vigne, che predicava tralasciando la morale e concentrandosi sulla tenerezza di Dio, morì in corso d’opera nel villaggio di Rencurel, nel 1740.
Il Giornale 8 luglio 2005