Il Candido nuovo 19 novembre 1981
Intervista con Regine Pernoud
A cura di Giacomo Reverberi
Da tempo la storica francese Regine Pernoud combatte con i suoi scritti quelle interpretazioni induttive, manichee e demoniache che vorrebbero il Medio Evo come periodo di decadenza e di oscurantismo. Nei suoi testi sottolinea come questa epoca, al contrario, abbia avuto uno sviluppo intellettuale e artistico di alta qualità. Fra i suoi saggi ricordiamo Luce del Medio Evo pubblicato da Volpe.
Per quale motivo, nelle sue opere, vi è la riabilitazione dell’epoca medioevale?
Quand’ero studentessa ritenevo, erroneamente, che il Medio Evo fosse un grande vuoto, una lacuna fra l’Antichità e il Rinascimento. Col trascorrere degli anni scopersi il carattere più nascosto, più affascinante di quel periodo. Studiando in modo approfondito l’archeologia medioevale, leggendo e valutando i documenti di cui disponevo per le mie ricerche scoprii il significato profondo delle usanze e delle tradizioni di un’epoca piena di saggezza. Mi domanda il perché del velo di disprezzo, per non dir altro, che lo copriva.
La mia prima opera, Luce del Medio Evo, è appunto una opposizione a chi intende il Medio Evo come periodo delle “tenebre”. Il motivo per cui l’Età di mezzo venne “calunniata” può essere ravvisato a mio giudizio nell’ammirazione esagerata che si è avuta nel secolo XVI per la Classicità vista come fonte, come dogma di bellezza. Vi era a quell’epoca un forte senso delle regole, si pensi alla regola teatrale delle tre unità, al numero d’oro etc. Viceversa la vita medioevale è l’esatto contrario, non essendovi regole prefissate.
Lei vede il Rinascimento come una forma di modernismo?
Esattamente. Gli incontri con Matisse mi hanno aiutata, egli affermò che «il Rinascimento è la decadenza», il che andava a confermare una mia sensazione che tuttavia non osavo ancora formulare. Matisse ed altri pittori hanno senz’altro contribuito, grazie alla loro capacità di far esplodere le contraddizioni delle antiche norme, a liberarmi dai dogmi della mia giovinezza alimentata alle fonti “classiche”.
In una sua recente opera (“La donna nell’epoca delle cattedrali” non ancora tradotto in italiano) lei dimostra chiaramente come la donna nei Medio Evo abbia goduto di posizioni preminenti in campo socio-economico. Per quale motivo ciò è stato tenuto nascosto?
Vi è un dato che si deve tenere in notevole considerazione: la borghesia. L’apparizione della borghesia sviluppò contemporaneamente un modello di vita nel quale c’era sempre meno posto per l’elemento femminile. Certo vi erano le elezioni assembleari e le donne potevano votare per eleggere il sindaco e i consiglieri, ma non potevano ricoprire tali cariche. Ciò appare strano, poiché nella vita feudale la donna, come l’uomo, poteva ereditare un feudo e governarlo.
Se non erriamo la legge salica dava tuttavia la priorità agii uomini e…
La legge salica è una invenzione dei dotti del XIV secolo, che volevano compiacere il re Filippo il Bello che fu il primo a imporre di scartare le donne nella successione del feudo. Una misura decisa un mese prima di morire…
Dunque, sembra che la legge salica sia un falso storico!
Non esageri. Si tratta di una legge che aveva corso nel V secolo e che era stata modificata poco tempo dopo l’Editto di Neustria; ma i dotti han tenuto conto solo della prima, testo ormai nullo da secoli.
E’ pur vero che l’Editto di Neustria dava la preferenza al maschio rispetto alla figlia primogenita; ma poiché si trattava di difendere il feudo con armatura e spada. A questo proposito mi sembra doveroso sottolineare che vi furono delle donne-cavalieri, l’ultima fu Giovanna d’Arco, ma si pensi anche a Giovanna la Fiamma, che difese il suo popolo bretone.
Questa sua tesi trova consensi?
Innanzitutto non si tratta di una tesi. Si tratta di una serie di constatazioni documentate e dalle quali ho tratto delle conclusioni. Non tutti le condivideranno, ma nessuno ha contestato ciò che affermo nelle mie opere.
Lei conclude il suo studio dedicato alla donna nell’epoca delle cattedrali mettendo in guardia le femministe che stanno perdendo, a suo dire, la loro creatività continuando ad imitare l’uomo. Quali reazioni vi sono state?
Vivaci e tali da suscitare la mia, la nostra ilarità. Ricevetti fra le tante una lettera scritta da una combattiva femminista, che mi fece molti rimproveri. Mentre stavo per rispondere a questa persona, appresi che le femministe avevano riportato una grande vittoria: non si sarebbero dati più nomi femminili agli uragani! Capirà quindi il motivo per cui io sono delusa circa la qualità delle azioni condotte dalle donne per provare la loro capacità.
Se dovesse fare un paragone fra l’epoca moderna e il Medio Evo, svantaggi e vantaggi di due momenti differenti, a quale sarebbe favorevole e perché?
Lo storico, spesso, come ogni essere, rischia di farsi travolgere dalle passioni e io opto per il Medio Evo. Una società più equilibrata e mite rispetto alla nostra. Un esempio di come poi la materia sia ancora da penetrare, da sviscerare è il diritto d’asilo che allora vigeva. Chiunque fosse per qualsiasi motivo perseguitato non doveva toccare che una croce per essere protetto. Pensando a ciò, mi viene in mente un episodio della nostra epoca, quando numerosi conventi in Francia ospitarono giovani e meno giovani collaborazionisti e in molti casi i frati furono perciò processati, cosa che non accadde quando ospitalità fu data prima ad ebrei e poi a partigiani. Sì, amo il Medio Evo…