Dal sito Libertà e Persona 7 marzo 2016
Antonio Righi
Ci sono tanti profeti, in circolazione, che aggiungerne uno non dovrebbe creare scompiglio. Illustrerò allora ai lettori (se ce ne sono) perchè il Popolo della famiglia avrà (un qualche) successo. E’ un’analisi, non un giudizio. L’argomentazione è fondata su un solo ragionamento: il paragone con la Lista Aborto No grazie di Giuliano Ferrara non sta in piedi. A seguire il mio schemino mentale, di cui ognuno potrà fare ciò che vuole: leggerlo, non leggerlo, scrivere che gli piace solo per il titolo… come si fa in rete, insomma.
1) La Lista di Ferrara nasce nel 2008, dopo il successo del popolo della famiglia del 2005 e del 2007. Ma non è guidata da nessuno degli uomini e delle donne che fecero quell’avventura. In più i risultati appena ottenuti tranquillizzano il mondo cattolico: non si vedono pericoli all’orizzonte.
Otto anni dopo, 2016: ci sono state due manifestazioni pro family oceaniche e spontanee in un solo anno; una lunga mobilitazione popolare di quasi 3 anni, ininterrotta (sentinelle, gender nelle scuole…). Due dei leader di questo movimentismo scendono in politica: hanno un radicamento concreto sul territorio, candidati ovunque. All’orizzonte droga libera, eutanasia, legge Scalfarotto, matrimonio gay… sullo sfondo la faccia insolente di Matteo Renzi. Il burrone ci attende… e qualcuno ha paura.
2) Nel 2008 il quadro politico è chiaro: vi sono i due poli, molto solidi. Il Centro sinistra ha dato pessima prova di sè, in tutti i campi. Molta gente, pro vita e famiglia, si può fidare del centro destra di Berlusconi, zeppo di cattolici con un certo orientamento. Molti vorrebbero votare per la lista Ferrara, ma temono di disperdere il loro voto, che ritengono di dover dare ad un centro destra meritevole, mentre la battaglia tra i due poli è equilibrata (per cui anche pochi voti sembra possano essere decisivi). Il mondo ecclesiastico impegnato prende le distanze dalla lista: da Osservatore romano, ad Avvenire, a MpV… E’ un mondo che ha un seguito, ascoltato dal laicato cattolico, che ancora si fida.
Otto anni dopo, 2016: Il quadro politico è totalmente cambiato: i due poli sono entrambi poco credibili. Il Movimento 5s difficilmente assorbirà ancora voti cattolici, perchè la sua “moralità” è ormai nota. Il mondo cattolico non ha rappresentanti nel centro sinistra, ma è rimasto scoperto anche nel centro destra. Forza Italia è un partito radicale; NCD, che ha fatto l’impossibile per tradire, è il nulla. Non vi è alcuna motivazione per fare argine al Pd, votando un certo centro destra. Non c’è paura di disperdere i propri voti, perchè non c’è nessun partito davvero appetibile (ad eccezione della Lega Nord di Salvini, ma solo al nord). Il mondo ecclesiastico è out: anche prendesse parte in massa contro il Popolo della famiglia, come forse farà, e come fece nel 2008 con la lista Ferrara, conterebbe zero. Sono alcuni anni che il laicato cattolico ignora completamente l’impostazione dei vescovi. La Cei di Galantino ha, nell’universo pro life e pro family, un impatto pari a zero. Porta in piazza, pagando, e chiamando a raccolta tutti i leader dei movimenti, 40 mila persone al massimo (e non al Circo Massimo). L’idea di delegare, ai vecchi partiti o al clero, è in assolita crisi. Molti pensano: è ora di agire noi.
3) La lista di Ferrara è di scopo nel senso più vero del termine: l’aborto è un tema di nicchia e riguarda un dibattito chiuso, impossibile da riaprire. Soprattutto, pur lodevole e coraggiosa, non ha uomini sul territorio. C’è un candidato importante, intelligente, abile, Ferrara, ma nessun radicamento sul territorio. Un obiettivo solo e un candidato solo sono un po’ poco.
Otto anni dopo, 2016: Il popolo della famiglia non è di scopo in senso così limitato come la lista Ferrara; non tratta di un tema già chiuso, ma all’ordine del giorno; non tratta dell’omicidio (un male che appartiene alla storia umana da Caino ed Abele), ma di una rivoluzione antropologica senza precedenti. Il dibattito è sul futuro, non sul passato.
4) La quota del voto di protesta e degli incerti è, nel complesso, limitata. L’Italia è ancora un paese diviso tra chi vota a destra e chi vota a sinistra.
Otto anni dopo, 2016: la quota del voto di protesta e degli incerti è cresciuta. Si possono intercettare inumerabili voti volatili, in libera uscita. Cadranno in testa a non si sa chi, certamente, in parte, all’ultima novità. Perchè il vecchio ha stufato.
5) La lista Ferrara esordisce, da zero, alle politiche. Occorre il miracolo.
Otto anni dopo, 2016: Il Popolo per la famiglia esordisce alle amministrative, contando probabilmente anche su tante persone uscite da altri partiti e con già qualche esperienza (quanti amministratori del vecchio PDL e di NCd stanno già entrando nel nuovo partito, qualcuno per convinzione, qualcuno perchè la vecchia casa crolla?). Alle amministrative: non serve un risultato nazionale, per fare bene. Anche con lo zero per cento in alcuni comuni, e l’8/9 per cento in altri, si crea una pattuglia di amministratori locali.