Abstract: quali sono le origini del mondo e dell’uomo? La scienza è davvero in grado di fornire tutte le risposte? Le origini del mondo e dell’uomo sono un tema centrale sia nel cristianesimo, sia nelle altre religioni, con differenze sostanziali. Scoprire quale senso abbia tale origine è un tema da sempre presente nel dibattito culturale e interessa anche il mondo della scuola
Libertà e Persona 29 Febbraio 2024
La scienza è davvero in grado di fornire tutte le risposte?
di Federica Spagnolo
Le origini del mondo e dell’uomo sono un tema centrale sia nel cristianesimo, sia nelle altre religioni, con differenze sostanziali. Scoprire quale senso abbia tale origine è un tema da sempre presente nel dibattito culturale e interessa anche il mondo della scuola, dove gli alunni manifestano i loro interrogativi sulla creazione, l’evoluzione del mondo e la relazione Dio-uomo.
I giovani e l’origine del mondo
Questi temi sono alcuni degli argomenti maggiormente trattati e sviluppati nell’insegnamento della religione cattolica negli istituti di istruzione secondaria superiore, come emerge da una recente indagine statistica (1) si riscontra negli studenti un apprezzamento crescente nei confronti dell’IRC per la capacità della disciplina di rispondere a domande cruciali.
Per rispondere a questi interrogativi, è necessario inserire nell’IRC il tema della creazione che, attraversa tutta la storia del pensiero biblico, in particolare i primi undici capitoli della Genesi, dove confluiscono la progressiva evoluzione del pensiero e della fede ebraica.
Come interpretare il testo genesiaco
Una corretta interpretazione del testo genesiaco sottolinea che la creazione non va intesa solo come origine del mondo e dell’uomo, bensì come l’inizio della storia della salvezza dell’umanità. A questo proposito è bene analizzare Gen 1-11 per far comprendere la stretta connessione fra creazione iniziale, diluvio e nuova creazione.
La creazione, disegno originario di Dio sull’uomo, si compie in Gesù Cristo: in Lui e per mezzo di Lui, Parola primordiale del Padre e fontale, la fine e il fine (Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo) (2), destino dell’uomo, gloria escatologica come esito finale, salvezza dell’umanità voluta dal Padre, che per questo ha mandato il suo unico Figlio.
Prendendo in esame il tema della creazione narrato in Genesi 1-11, occorre analizzare i differenti approcci e le possibili metodologie didattiche utilizzati nell’IRC; in particolare, occorrerà approfondire la didattica dell’arte/IRC, quale veicolo per orientare i discenti alla comprensione del messaggio biblico.
Linguaggio dell’arte sacra e apprendimento
L’arte è linguaggio universale, immediato e che trasmette molte emozioni. Essa aiuta a presentare la complessità dei temi trattati nella Genesi, perciò si è ritenuto che un valido metodo per affrontare queste problematiche possa essere l’analisi delle opere, che illustrano gli episodi della creazione, numerose nel nostro Paese.
I docenti notano che gli studenti apprezzano questo approccio: alcuni, quando le osservano, ne colgono prevalentemente i caratteri artistici; altri sono più attenti a sottolineare aspetti di problematicità e il significato simbolico di atteggiamenti, gesti, espressioni dell’artista.
In questa prospettiva, è utile prendere in esame il messaggio di Genesi 1-11 (3), che presenta la creazione originariamente buona (sia nel racconto sacerdotale, che in quello jahvista) nella quale si insinua il male.
La prima creazione è segnata dall’ombra del peccato e delle sue conseguenze, che condurranno al diluvio universale, visto come de-creazione, a cui segue la nuova creazione connotata dalla Promessa realizzata da Dio.
Per illustrare il complesso tema occorre utilizzare inizialmente il metodo biblico-esegetico, per analizzare successivamente la visione cristocentrica della creazione di Giovanni e Paolo e concludere con le riletture dei Padri della Chiesa, quali, per esempio, Ireneo, Origene e Agostino.
Fonti di riferimento
Non potrà mancare una puntuale attenzione al Magistero della Chiesa, che ha affrontato i temi della creazione, dell’evoluzione, dell’origine del cosmo e dell’uomo, alla luce delle nuove scoperte scientifiche (4). Altrettanto importanti saranno i documenti conciliari e soprattutto gli interventi dei pontefici Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Essi hanno dedicato notevole attenzione al rapporto fecondo tra fede e scienza, specificamente in riferimento all’origine del mondo, non solo in ottica scientifica, ma teologica, giungendo non solo a conciliare le rispettive posizioni, ma alla collaborazione tra le diverse discipline. Del resto, l’ipotesi dell’atomo primigenio, oggi nota come teoria del Big Bang, non fu da sempre avanzata e sostenuta da Georges Lemaître, scienziato e sacerdote cattolico?
Lo sguardo al presente mostra come il dibattito scienza-fede sia sempre attuale in buona parte della divulgazione scientifica, nei mass media, interessando vasti strati dell’opinione pubblica; da qui la necessità che anche nel processo didattico di IRC si tenga presente questo approccio al fine di registrarne le tendenze. Tale confronto costituisce, infatti, una singolare e impegnativa opportunità per stimolare la riflessione e la formazione critica.
Percorsi artistici
Quali percorsi illustrativi del tema che ci sta a cuore, si potrebbero scegliere, fra le opere di luoghi e periodi diversi (5), i mosaici del Duomo di Monreale, che risentono dell’influenza arabo-normanna; le sculture di Wiligelmo nella facciata del Duomo di Modena, di epoca romanica, dalle quali traspaiono rimandi alle scuole e ai maestri francesi; i mosaici del nartece della Basilica di San Marco a Venezia dove i mosaicisti tendono a superare la stretta dipendenza dalle formule bizantine, tramite uno stile illustrativo più sciolto, influenzato dalla miniatura tardo antica, in particolare dalle illustrazioni contenute nella Bibbia Cotton. Ma particolarmente indicata allo scopo ci parrebbe l’analisi degli affreschi della volta della Cappella Sistina, realizzati da Michelangelo, e considerati massima espressione della pittura tardo-rinascimentale, attenta all’uomo e all’indagine delle relazioni dell’uomo con Dio.
Ma se tutto questo è il sapere cui può attingere l’insegnante, cosa avviene di fatto durante le lezioni di IRC? Non è agevole rispondere, ma si può procedere almeno per via indiretta.
Il tema della creazione offre, infatti, nell’attività didattica, la possibilità di approcci differenti suggeriti sia dai manuali e dalle riviste indirizzate agli insegnanti di religione, che dai testi di IRC, che offrono materiali per la didattica in aula. Sarà, dunque, importante prendere in esame i differenti approcci metodologico-didattici come lo storico-biblico, il confronto tra religione e scienza, la creazione nell’arte in relazione a quanto precedentemente trattato (6).
Alla luce della nostra esperienza ci pare che l’approccio che esamina il rapporto arte-fede sia la metodologia didattica più idonea a trasmettere contenuti attraverso le opere d’arte, grazie al loro linguaggio universale, che ben veicola il messaggio di cui la Bibbia è portatrice, senza privarlo del suo valore trascendente.
Per questo motivo, vediamo utile proporre l’analisi di opere d’arte sulla creazione, che si ritiene possano trasmettere agli studenti della scuola secondaria di secondo grado i contenuti della Genesi, tanto delicati e complessi.
La forte valenza teologico-antropologica, presente nei primi capitoli della Genesi, trova grande risonanza nell’arte. Più concretamente, questo significa che esprimere con le rappresentazioni artistiche i problemi dell’esistenza è un modo per rendere visibile la bellezza e la drammaticità dell’esistenza dell’uomo nel mondo, ma ancor più per penetrare quell’‹‹Oltre›› che fa bella e drammatica la vita. L’arte invita, in una parola, a pensare.
Questa considerazione di metodo andrà tenuta presente per valutare non solo “se” e “quanta” attenzione l’IRC presti al tema della creazione, ma “come” esso sia presentato, considerando che questo metodo questo metodo risulta particolarmente adeguato nel trasmettere a studenti adolescenti i temi delicati e complessi trattati dalla Genesi; per i ragazzi, infatti, “vedere” è più appetibile del “leggere”, ma ‘vedere’ non significa sminuire i contenuti del Credo cristiano, quanto piuttosto aiutare a penetrarli per comprenderli e interiorizzarli.
(1) Cf. Quarta indagine nazionale sull’insegnamento della religione cattolica in Italia, Gennaio 2017.
(2) Ap. 22, 12-21.
(3) Cf. Spagnolo, Federica, tesi di laurea magistrale presso l’istituto superiore di Scienze Religiose di Milano, La creazione nell’i.r.c. esempi di didattica con l’arte, a.a. 2016-2017, pag. 13-46.
(4) Cf. Spagnolo, Federica, La creazione nell’I.R.C, op. cit., pag. 46-68.
(5) Cf. Spagnolo, Federica, La creazione nell’I.R.C, op. cit., pag.70-125.
(6) Cf. Spagnolo, Federica, La creazione nell’I.R.C, op. cit., pag. 127-178
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Seconda parte
Nel primo articolo, Quali sono le origini del mondo e dell’uomo? La scienza è davvero in grado di fornire tutte le risposte? del 29 Febbraio 2024, abbiamo illustrato alcuni criteri di riferimento dei quali il docente di Irc deve tenere conto accostando importanti temi, sul piano tanto esistenziale quanto gnoseologico, per giovani che, durante gli studi filosofici, storici e scientifici, si trovano all’inizio di un confronto tra discipline spesso viste in contraddizione tra loro, quali la religione e le scienze, in derivazione della presunta contraddizione tra le ragioni della fede e della ricerca scientifica (1).
Il docente potrebbe proporre un percorso, della durata di almeno due lezioni, rivolto a una classe quarta del liceo delle Scienze Umane, poiché gli allievi di questo indirizzo studiano sia antropologia, sia filosofia, materie che forniscono i prerequisiti necessari per comprendere meglio la figura di Michelangelo uomo e artista; inoltre, la programmazione di Storia dell’Arte in quarta prevede lo studio del Rinascimento e ciò permette la progettazione di una lezione di compresenza IRC-Arte. In questa occasione, grazie al computer e al proiettore, verrebbe proposta la visione di un tour multimediale della Cappella Sistina e il docente di Arte presenterà e spiegherà gli affreschi da un punto di vista tecnico e artistico.
Per illustrare meglio il valore degli affreschi di Michelangelo, si potrebbe distribuire ai ragazzi un breve testo scritto dall’allora cardinale Ratzinger (2).
Michelangelo, le immagini del mondo e la visione di Dio
Nelle immagini del mondo, Michelangelo ha scorto la visione di Dio; egli ha, per così dire, visto con lo sguardo creatore di Dio.
Il Creatore appare con le “sembianze di un essere umano”: l’immagine e la somiglianza dell’uomo con Dio viene rovesciata in modo da dedurne l’umanità di Dio, la quale rende possibile rappresentare il Creatore. Egli – l’origine – non è semplicemente “l’Onnipotente Vecchio”. È invece “Comunione di persone, un reciproco donarsi” (3).
Si sceglie di analizzare La creazione di Adamo perché questo affresco, attraverso la forza delle immagini, stimola importanti riflessioni come soltanto i veri capolavori sanno fare. La scelta dell’opera non è dunque casuale, sia per l’atteggiamento fortemente ermetico, tipico dell’autore, sia per i potenziali sviluppi didattici utili ad affrontare, nella lettura del testo-arte ricco di significati, la centralità dell’uomo, persona nella libertà.
In questo caso, Michelangelo ha rivisitato figurativamente la creazione dell’uomo in modo del tutto nuovo, non plasmato da Dio dalla terra, come avrebbe fatto un vasaio, perché questo riguarderebbe la materia, che i neoplatonici, invece, escludevano dalle loro speculazioni, in quanto essi avevano una concezione negativa sia della materia, sia del corpo. A questo proposito è opportuno citare l’ottimo volume di Mons. Timothy Verdon. (4) Qui l’Autore, specialista in arte e Direttore sia dell’Ufficio Diocesano dell’Arte Sacra e dei Beni Culturali Ecclesiastici, sia del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore in Firenze, analizza il genio di Michelangelo ripercorrendo le ascendenze platoniche maturate alla scuola peripatetica della famiglia dei Medici, allorché ivi prestò la sua opera di artista.
Analisi dell’opera
Nell’affresco, Adamo, sdraiato su un lembo di terra, è già perfettamente costituito dal punto di vista fisico, ma è accasciato, in un atteggiamento passivo; l’unica azione è compiuta dal braccio, tutto proteso verso Dio, nella speranza di essere aiutato a sollevarsi dal peso dell’esistenza terrena da cui, da solo, non sembra in grado di elevarsi. Si può pensare che la creazione avvenuta con queste modalità rispecchi la concezione neoplatonica: i due indici si stanno per sfiorare, ma non avviene un contatto, perché altrimenti la scintilla della vita avverrebbe con un atto materiale e non spirituale.
Nella Bibbia, l’uomo non è visto tanto nel suo aspetto fisico, quanto nel rapporto con Dio ed è proprio questa relazione a costituirlo nella sua essenza. Si guidano, così, gli studenti nella comprensione del fatto che, svelando Dio, la Sacra Scrittura svela l’uomo all’uomo.
L’immagine di Dio Padre, anziano, dando l’idea dell’eternità, e canuto, è un preciso rimando al simbolismo biblico, in particolare al celebre passo del libro apocalittico di Daniele: ‹‹Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana›› (Dn 7,9)
Ripreso in seguito da Giovanni nell’Apocalisse: ‹‹I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve›› (Ap 1,14).
Michelangelo, rappresentando la tensione del braccio di Dio verso l’uomo, ha voluto esprimere la ricerca di un contatto e si è concentrato sulla relazione fra Adamo e il Creatore, che, invece, nella Genesi non viene descritta nel momento della creazione (5).
Il Creatore e la creatura, centro della scena
Il centro narrativo della scena è il contatto ravvicinato delle dita di Dio e di Adamo che si cercano, fermandosi, però, un attimo prima di incontrarsi. Dita che simboleggiano due mondi, spirituale e materiale: il primo – la forza creatrice – assicura al secondo alleanza, energia e sostegno.
Il mancato incontro può essere interpretato in diversi modi: sia per rendere visibile la potenza creatrice di Dio che opera con la sola parola; sia come l’irraggiungibilità della perfezione divina da parte dell’uomo; sia come l’atteggiamento di Dio che aspetta la decisione di Adamo di toccare il suo dito.
È utile invitare gli studenti a riflettere sui concetti di persona e individuo, che oggi, nel sentire comune, sono utilizzati come equivalenti e interscambiabili, perdendo di vista l’aspetto della relazione. L’individuo è chiuso in sé stesso, isolato e indipendente dagli altri, dotato di libertà assoluta, che si associa con gli altri solo per necessità. La persona (6), invece, non trova compimento solo in sé stessa, entrando in relazione con gli altri, sia nella dimensione orizzontale (con le altre persone), sia in quella verticale (rapporto con Dio).
La persona, dunque, è caratterizzata dalla capacità di conoscersi in profondità, a partire dai legami che instaura. Nella persona si sviluppano i valori spirituali, la libertà che progetta e stabilisce la relazione.
Alcuni studenti sono particolarmente interessati all’argomento e desiderano approfondirlo, soprattutto perché hanno colto possibili collegamenti con il programma di Scienze Umane.
Finalità della prospettiva didattica
Il percorso serve a:
- – far riflettere sulla visione antropocentrica, che vede l’uomo dominatore assoluto della Terra e della natura;
- far prendere coscienza che il Dio cristiano non è pura energia, sinonimo di materia, come ritengono alcune moderne correnti di pensiero o di certa teologia ambientalista come quella di Leonardo Boff, ma Persona; per sua natura diversa dalla materia e dal sensibile, che entra in relazione con l’uomo e che a lui si manifesta con l’incarnazione;
- sviluppare, attraverso la discussione guidata, l’aspetto fondamentale della libertà dell’uomo che, a differenza delle altre creature, è il solo in grado di progettare la propria vita perché egli è creato libero, a immagine di Dio e chiamato, secondo la fede cristiana, a realizzarne in sé la somiglianza.
Conclusioni
Attraverso la riflessione pittorica, ispirata dalle scritture, non sembra che la visione scientifica possa dirsi sufficiente anche perché essa nemmeno esaurisce tutte le potenzialità conoscitive dell’uomo, le quali sono razionali, spirituali ed anche simboliche. Il simbolo è proprio ciò che unisce ciò che sembrerebbe incomparabile, l’umano e il divino, all’uomo partecipato per grazia.
L’uomo, per sua natura, si interroga e si pone domande esistenziali, come ad esempio perché esiste qualcosa invece del nulla, oppure qual è l’origine dell’anima, o ancora perché esiste la morte. La scienza non può fornire risposte esaustive a queste domande.
(1) BENEDETTO XVI, Fede, ragione e università. Ricordi e riflessioni. Discorso del Santo Padre Benedetto XVI presso l’Aula Magna dell’Università di Regensburg dato Martedì, 12 settembre, 2006, durante il Viaggio Apostolico a München, Altötting e Regensburg (9-14 SETTEMBRE 2006), noto come Discorso di Ratisbona. (Fonte Vatican.va, Benedetto XVI- Discorsi-2006-Settembre).
(2) RATZINGER, Joseph, Presentazione del “trittico romano”. Nuovo libro di poesie di Giovanni Paolo II, 6 marzo 2003.
(3) RATZINGER, Joseph, op. cit.
(4) VERDON, Timothy, Michelangelo teologo, Ancora, 2005.
(5) Cfr.Gen 1,26-27; Gen 2,7.
(6) Cfr. COLZANI, Gianni, Antropologia teologica. L’uomo: paradosso e mistero, Edizioni Dehoniane Bologna 1997, 9-10.
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