29 maggio 2014
di Stefano Fontana
Non ci sono dati certi di come abbiano votato i cattolici alle recenti europee. L’unico ragionamento che si possa fare a questo riguardo è che essi abbiano complessivamente votato come gli altri italiani. Statisticamente il ragionamento non regge e gli esperti si metterebbero a ridere, ma politicamente forse sì. Anche i cattolici hanno avuto gli 80 euro in busta paga, anche loro avranno avuto un po’ paura di Grillo, anche a loro non è stato offerto granché dal centro destra, anche loro possono essersi fatti catturare dalla pattuglia di governanti “giovani e belli”, anche loro forse si sono astenuti nonostante questa fosse in pratica l’unica cosa che i loro vescovi chiedevano di evitare.
Ammesso allora che l’esito alle europee possa in qualche modo rappresentare in proporzione anche il voto cattolico, il giudizio valutativo che ne consegue è abbastanza desolante. Se così fosse, significherebbe che il cosiddetto “mondo cattolico”, per usare un eufemismo già vecchio molti anni fa, ha una scadente percezione di alcuni aspetti della posta in gioco che erano in ballo in queste elezioni.
Il primo di questi aspetti è l’Unione europea stessa, che oggi è un pericolo. Non è più sufficiente continuare a richiamare gli ideali dei Fondatori, bisogna guardare in faccia la realtà e muoversi politicamente di conseguenza. Il mondo cattolico questo non lo sta facendo. Questa Unione europea è un pericolo non tanto per i vincoli economici, che possono essere valutati in modo diversificato, ma perché rischia di uccidere le nazioni e i popoli europei. Il cristianesimo incontra le nazioni e i popoli, non le Commissioni o i Parlamenti.
L’incontro della Chiesa con le nazioni di questo continente non può essere sostituto dai Trattati. Ma oggi l’Unione impone eccessivamente la sua legge e, addirittura, la sua morale. Siamo governati indirettamente da Bruxelles e le nostre leggi sono fatte a Strasburgo e questo avviene secondo un’ideologia individualista, radicale e di apparato che disarma. Nei campi della vita e della famiglia, ma anche dell’educazione dei nostri figli, del rispetto della legge morale naturale e quindi della filosofia di vita, l’Unione europea entra ormai sistematicamente a gamba tesa e impone i suoi valori, appiattendoci.
La posizione di Renzi e del PD è conservatrice di questa linea. Non riesco a figurarmi questo governo che ricorre in Europa contro una futura sentenza che vietasse l’esposizione dei crocifissi nei luoghi pubblici. I parlamentari europei del PD della passata legislatura avevano votato tutti la mozione Lunacek. Voteranno a favore anche dalla prossima, insieme ai neo-deputati Grillini. Aver votato in massa per Renzi anche da parte dei cattolici dice che il pericolo dell’Unione non è da essi percepito.
In campagna elettorale la propaganda ha equiparato automaticamente “euroscettico” e “populista”. Sembrava che il nemico con cui confrontarsi fosse il populismo ed invece era questa Unione europea con la sua ideologia tecnocratica sul piano delle procedure e nichilista sul piano dei valori. E forse in questa trappola sono caduti anche gli elettori cattolici che, per non sembrare populisti hanno avuto paura a presentarsi come euroscettici. Eppure ci sono oggi molte ragioni per essere euroscettici e ci può essere benissimo un euroscetticismo cattolico, se si tratta di difendere la nazione, la morale tradizionale, la famiglia dal pericolo dell’Unione europea. Anche con l’aiuto del voto cattolico, l’Italia è andata invece in controtendenza rispetto alle altre nazioni e ha puntellato di fatto questa Europa.
Quel misto di tecnocrazia delle regole in economia e individualismo delle regole in etica sociale è anche il futuro per il nostro Paese, dato l’esito delle Europee, esito dalle ripercussioni interne molto forti. Come Obama era stato insignito del Nobel della pace prima ancora di iniziare a governare, così Renzi è stato incoronato d’alloro prima ancora di scrivere una sola riga di programma di governo da Palazzo Chigi. Legge Scalfarotto, divorzio breve, unioni civili con adozione di minori, fecondazione eterologa – a sentire il ministro Boschi e nonostante Mario Adinolfi – sono lì lì per arrivare, rafforzati dal 41 per cento delle Europee. Il voto aveva anche questo significato, ma i cattolici non l’hanno compreso e chissà quanti santi preti avranno votato per Renzi, ossia “perché l’Unione europea continui nel recupero dello spirito dei padri fondatori”.