Abstract: Rapporto Censis: previsioni cupe sull’Italia. Lo scorso dicembre, il Censis pubblicava il suo Rapporto annuale sulle tendenze economiche e sociali in Italia. “Il Rapporto ritratta una società di sonnambuli, ciechi dinanzi ai presagi”. “Molte scie, ma nessuno sciame (…) una direzione, ma pochi obiettivi (…) il ripiegamento in piccole patrie e piccole rivendicazioni, la vitalità ridotta, la scarsità di traguardi (…) i meccanismi di promozione e di mobilità sociale usurati (…) il rallentamento dell’economia certifica una nuova fase di incertezza (…) La società italiana sembra affetta da un sonnambulismo diffuso”.
Tradizione Famiglia Proprietà Newsletter 12 gennaio 2024
Italia: “una società di sonnambuli e ciechi
di Julio Loredo
Lo scorso dicembre, il Censis pubblicava il suo Rapporto annuale sulle tendenze economiche e sociali in Italia. Le conclusioni sono molto più cupe delle previsioni più pessimistiche: “Il Rapporto ritratta una società di sonnambuli, ciechi dinanzi ai presagi” (1)
Leggiamo nel Rapporto: “Molte scie, ma nessuno sciame (…) una direzione, ma pochi obiettivi (…) il ripiegamento in piccole patrie e piccole rivendicazioni, la vitalità ridotta, la scarsità di traguardi (…) i meccanismi di promozione e di mobilità sociale usurati (…) il rallentamento dell’economia certifica una nuova fase di incertezza (…) La società italiana sembra affetta da un sonnambulismo diffuso”.
Al centro di questa terribile situazione c’è la crisi della famiglia e il conseguente calo della natalità.
Dal Rapporto emerge che, nel 2040, le coppie con figli scenderanno al 25,8% del totale, mentre le “famiglie” composte da una sola persona aumenteranno fino a 9,7 milioni (37%). Di queste “famiglie monogenitoriali” (sic), oltre il 60% sarà composto da anziani, che dovranno così affrontare da soli i loro ultimi anni: “Gli anziani saranno sempre più senza figli e sempre più soli”.
Il calo della natalità è favorito dal declino del matrimonio. Oggi solo il 52% delle coppie italiane sono sposate. La tendenza è verso l’estinzione del matrimonio. Tra cinque anni la maggioranza delle coppie saranno semplicemente “conviventi”. Ciò, secondo il Rapporto, tende a indebolire il senso dei doveri coniugali e, quindi, la volontà di avere figli.
Un ulteriore fattore è l’aumento dei divorzi e delle separazioni. Mentre negli anni Ottanta si contavano meno di 20.000 separazioni l’anno, ora se ne contano quasi 100.000. Ciò naturalmente smorza il desiderio di avere figli, visti come un problema anziché come una risorsa.
Mentre il tasso di natalità crolla, la popolazione invecchia. Nel 2040 il 34% della popolazione italiana sarà composta da anziani, di cui il 10,3% avrà problemi di disabilità, senza nessun famigliare che li assista.
Il Rapporto Censis fotografa una popolazione che sta scivolando in una sorta di depressione collettiva. Mentre le aspettative di vita diminuiscono, una sensazione di paura si impadronisce degli animi: “L’84,0% degli italiani teme il clima impazzito. (…) Il 73,4% ha paura che i problemi strutturali irrisolti del nostro Paese provocheranno nei prossimi anni una crisi economica e sociale molto profonda. (…) Per il 70,6% i rischi ambientali, quelli demografici e quelli ora connessi alla guerra provocheranno un crollo della società, favorendo la povertà diffusa e la violenza. (…) Il ritorno della guerra spettacolarizzata dai social media ha alimentato una paura ulteriore: la metà degli italiani ora teme che l’Italia non sarebbe in grado di difendersi militarmente nel caso di un attacco da parte di un Paese nemico”. E via di questo passo.
Da qui la diagnosi: “La società italiana sembra affetta da un sonnambulismo diffuso, precipitata in un sonno profondo del calcolo raziocinante che servirebbe per affrontare dinamiche strutturali, di lungo periodo, dagli effetti potenzialmente funesti”.
“Di fronte a presagi così cupi – prosegue il Censis – i pochi indicatori economici positivi non riescono a gonfiare le vele affinché la nave possa salpare. Il sonnambulismo non colpisce solo le classi dirigenti, ma è un fenomeno diffuso tra la maggioranza silenziosa degli italiani”.
Le rilevazioni del Censis coincidono con quelle dell’Istat (2). Secondo lo Statistiche Report del 26 ottobre 2023: “Nel 2022 è proseguito il trend discendente della natalità. Il numero delle nascite diminuisce ulteriormente dell’1,7% rispetto al 2021, confermando il trend iniziato nel 2008. La popolazione italiana è in sistematica diminuzione. Dal 2008, il tasso di natalità è diminuito del 31,8%”.
Secondo l’ISTAT, questa diminuzione della natalità è dovuta a “cambiamenti strutturali nella popolazione femminile”. Tanto per cominciare, oggi ci sono meno donne in età fertile (15-49 anni) rispetto al passato. I nati durante il cosiddetto baby-boom hanno ormai superato l’età riproduttiva. E quelli nati durante il baby-bust diminuiscono ogni anno. Un secondo fattore è il ritardo della maternità. Mentre i baby-boomer iniziavano ad avere figli poco più che ventenni, ora la soglia si è spinta verso la metà o la fine dei trenta. Pertanto, l’Italia è scesa a un tasso di natalità di 1,19, che è la metà di quello che sarebbe necessario solo per mantenere la popolazione.
Sia il Censis che l’Istat mostrano che nel 2050 l’Italia avrà perso quasi 5 milioni di persone, l’equivalente delle sue due principali città: Roma e Milano.
Il Bel Paese sta rapidamente raggiungendo il punto di non ritorno, cioè una situazione in cui, anche se tutte le donne fertili riprendessero ad avere figli, la tendenza al ribasso non può più essere invertita: “Le donne in età fertile diminuiranno, creando una barriera oggettiva e insormontabile a ogni tentativo di invertire il calo della natalità”.
Questa rapida diminuzione della popolazione avrà conseguenze disastrose per la società italiana nel prossimo futuro. Con meno giovani che pagano le tasse e più anziani che ricevono sussidi, l’intero sistema di welfare – orgoglio della società moderna – crollerà, a cominciare dalla sanità pubblica. Le persone vanno in pensione sempre più tardi e ricevono retribuzioni sempre più ridotte. I giovani oggi sanno che dovranno lavorare di più e guadagnare di meno. Con i prezzi alle stelle diventa sempre più difficile vivere con la sola pensione.
Dal 2000, la diminuzione della popolazione nativa è stata in parte bilanciata da un rapido aumento dell’immigrazione e da un alto tasso di natalità tra gli immigrati, soprattutto musulmani. Dal Rapporto Censis emerge che anche questa tendenza mostra segni di esaurimento. Tuttavia, la sostituzione della popolazione italiana continua, poiché arrivano sempre più immigrati, mentre sempre più italiani lasceranno il paese per cercare una vita migliore altrove.
Cerchiamo ora di interpretare questi numeri.
Sembra chiaro che la Modernità stia crollando. Quel brave new world proposto sulla scia dei “miracoli” economici del secondo dopoguerra, basato sul progresso scientifico e tecnologico senza fine, sulla ricchezza diffusa e sull’intrattenimento illimitato, un mondo forgiato sotto l’egida della libertà e del piacere, si avvia al tramonto. Un altro mondo, fatto di tumulto, ansia e dolore sta sorgendo. Il diavolo non dà mai ciò che promette.
Il Rapporto Censis parla di un mondo le cui “strutture e identità si stanno sgretolando”, rendendo le persone, soprattutto i giovani, “vulnerabili e spaventate”. Ben il 64% dei giovani afferma di “non contare nulla nella società”. In altre parole, non trovano posto nella Modernità.
L’ultimo grande progetto dei leader mondiali – la globalizzazione – è fallito. Dal Rapporto Censis emerge che il 69,3% degli italiani ritiene che la globalizzazione abbia portato più problemi che benefici, mentre l’84% pensa che avranno una vita peggiore rispetto ai loro antenati. L’esatto contrario di ciò che la Modernità prometteva.
Alla radice di questa situazione c’è una profonda crisi morale, e quindi religiosa. Ai giovani non si insegna più che “la vita dell’uomo sulla terra è una milizia” (Giobbe, 7,1). L’uomo non ha solo diritti ma anche, e direi soprattutto doveri. Uno di questi è “siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 1,28), cioè sposatevi e abbiate figli. Il matrimonio e la genitorialità portano molteplici soddisfazioni. Esiste però l’altro lato. La vita matrimoniale non è facile, avere figli non è semplice, educarli a volte non è comodo. Nel corso dei secoli, però, l’uomo ha sempre assunto questo compito con entusiasmo, largamente compensato dalle gioie della vita familiare.
Per aiutarci a compiere questi doveri, oltre ai nostri istinti (come quello materno) Dio ci ha dato la grazia divina, che illumina la nostra intelligenza, fortifica la nostra volontà e tempera le nostre passioni. E questa va ricercata attraverso la preghiera e la frequentazione dei Sacramenti. Ecco l’unica via d’uscita da questa crisi.
Finché si proporranno soluzioni appena materiali per frenare la crisi demografica – meno tasse, più incentivi sociali e così via – si toccheranno i rami e non la radice del problema. È necessaria una conversione religiosa.
Note
(1) CENSIS, 57° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2023.
(2) https://www.istat.it/it/files/2023/10/Report-natalita-26-ottobre-2023.pdf
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