Tempi n.5 27 gennaio 2005
La vera riforma della scuola – anzi, la rivoluzione – sono gli insegnanti.
di Justin Mc Le
Un incontro occasionale in treno. Una professoressa di italiano delle medie. Insegna in una zona popolare di Sesto San Giovanni. Sta correggendo temi. Ha spiegato Dante e poi ha assegnato un tema (un normalissimo tema, non quelle prove strutturate cha vanno di moda e devastano gli studenti).
Uno a un certo punto ha scritto: «la lussuria è quel vizio capitale per cui si tratta il corpo dell’altro senza rispetto per la propria e per l’altrui dignità; l’accidia è quel vizio capitale per cui ci si lascia vivere senza coscienza del proprio “io”; l’avarizia è un tirchio che tiene tutto per sé; la prodigalità al contrario è uno che spende tutto quello che ha senza dare nessun valore alle cose che possiede»
Un alunno modello? Uno che copia? No, spiega la prof, «anzi, un ragazzino con una situazione familiare disastrosa, che non riesce a prendere appunti. Ma quando si appassiona ricorda tutto». Anche Dante.
Accade in una grigia periferia, fra studenti che altri considerano solo “casi a rischio”. Accade dove un insegnante ama quello che insegna e quelli a cui insegna. La vera riforma della scuola – anzi, la rivoluzione – sono gli insegnanti.