Libertà e Persona 28 Ottobre 2017
Enrico Maria Romano
Ci sono degli argomenti che è più difficile trattare di altri, poiché risultano più delicati, sensibili ed equivocabili. Un argomento secondo me difficilissimo tra tutti è quello della sessualità umana.
Un tempo, senza alcun dubbio, tra la gente e gli stessi intellettuali si parlava molto meno di sessualità e di educazione sessuale, di erotismo e di pornografia, di sesso libero e di malattie sessualmente trasmissibili, delle deviazioni e delle perversioni sessuali, etc. etc.
Ma, che io sappia, i bambini nascevano lo stesso… E quasi tutte le coppie, solitamente dopo il matrimonio, riuscivano facilmente ad avere almeno un figlio, e molto spesso anche 2-3-4 o più.
La rivoluzione sessuale, i cui prodromi potremmo ravvisare nel libertinismo francese sei-settecentesco e in figure orripilanti come il Marchese de Sade (1740-1814), inizia a cambiare il mondo solo nel 1968. Ed in meno di mezzo secolo di storia può dirsi, probabilmente, la rivoluzione più riuscita e meglio diffusa nelle viscere dell’umanità.
Perché più riuscita e meglio diffusa? Perché le altre rivoluzioni, come la rivoluzione luterana (1517), la rivoluzione francese (1789) e la rivoluzione sovietica (1917), non furono mai totalmente condivise dalle masse e dalle élite, e soprattutto non soggiogarono mai completamente l’uomo in quanto uomo, ma lo snaturano in quanto credente, in quanto politico e in quanto cittadino.
E’ stata da poco tradotta in italiano la più vasta e documentata indagine sulla genesi, sui contenuti e gli effetti di questa pericolosissima rivoluzione epocale (cf. Gabriele Kuby, Rivoluzione sessuale globale. Distruzione della libertà nel nome della libertà, Sugarco, Milano 2017, pp. 350, € 25).
Frau Gabriele (Gabriella) Kuby è una sociologa tedesca, madre di tre figli, che da decenni studia con acume e impegno la natura della cosiddetta sessualizzazione delle masse: sessualizzazione che all’inizio fu vissuta come un ideale rivoluzionario da parte dei giovani sessantottini di sinistra, ma che poi è dilagata (specie negli anni 70) come moda eterodiretta dall’alto, con la chiara volontà di sovvertire la morale cristiana e scardinare la famiglia, in nome della tolleranza, del progresso e della assoluta libertà.
La Kuby mostra bene come la sessualità umana abbia un senso profondo ed un ruolo specifico voluto dal Creatore, con il duplice fine di moltiplicare la specie (aumentando il numero degli eletti) e favorire altresì l’unione intima e indissolubile degli sposi. Parole queste ultime che debbono parere medioevali ai lettori di più avanzata sensibilità…
Ora, la rivoluzione sessuale globale descritta e denunciata dall’Autrice, tende ad erotizzare tutti i rapporti sociali (sabotando così il nobile sentimento dell’amicizia…) e parallelamente a giustificare tutte le aberrazioni morali, possibili ed immaginabili, in nome della libertà. Se l’unicità del matrimonio tradizionale eterosessuale è contestata in nome del sentimento amoroso, cosa dire alle coppie poligame? Anche un uomo e tre donne in teoria sono capaci di amarsi. E se due fratelli si amano, in nome di cosa vietargli il diritto al “matrimonio per tutti”? E se io amo il mio gattino, e ciò non può essere messo in dubbio da alcuno, perché volermi discriminare e non inserire nei pubblici registri questo mio nobile sentimento? D’altra parte, come insegna il Maestro, “chi fa il peccato è (diviene) schiavo del peccato” (Gv 8,34).
In nome della libertà (assoluta), l’essere umano tende oggi a divenire meno libero e più schiavo: delle passioni malsane, della sessualità sregolata (che lo porta spesso ad abbandonare i figli), della prostituzione, della pornografia e di tutte le diavolerie usate dal Sistema per fiaccare lo spirito dei popoli.
Ma a fronte di questa decadenza della civiltà, c’è chi dice NO!
Il libro della Kuby, che va tenuto in prima fila nelle biblioteche domestiche, si avvale di una introduzione del card. Carlo Caffarra, da poco scomparso, e da sempre in prima linea nella difesa della famiglia, della morale evangelica e del vero bene delle nuove generazioni.
Noi non disponiamo dello spazio per recensire come meriterebbe questa mina di informazioni che però è bene conoscere e far conoscere attorno a sé. Forse il punto più importante e più dolente del libro è quello sul ruolo a dir poco nefasto delle pubbliche istituzioni in questa Rivoluzioni globale, meticolosamente diffusa a base di teoria del gender, omosessualismo sbandierato e propagandato per ogni dove, transessualismo, aborto, divorzio sprint, etc.
L’Onu e le sue agenzie stanno caricandosi, davanti alla storia e allo sguardo attento del Signore, di atroci responsabilità. Ma tutti devono sapere come la pensa Gesù: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Mt 18,6).
Sarebbe meglio quindi che il fautore di perversione subisse una pena mortale (e transitoria) qui in terra, piuttosto che le pene eterne rigorosamente meritate.