(da Totus Tuus network)
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Dopo i martiri del dialogo con i “buoni selvaggi”, con i “poveri pellirosse” e con i “pacifici indù”, è la volta di un Martire dell’ecumenismo con le religioni africane.
C’è da dire che le biografie di questi martiri sono più appassionanti di quelle del Sandokan di salgariana memoria: è infatti evidente che, oltre che santi, questi missionari sono stati dei veri eroi, Uomini con la “u” maiuscola. La speranza è che conoscendoli, i pastori di anime della nostra povera Italia, ritrovino coraggio e ardimento: “Il beato martire Giacomo Berthieu mantenne questa parola del Signore finché rinunciò alla vita, piuttosto che allontanarsi dalla fede” (Benedetto XVI, Lett. Apost. del 21/10/2021).
Purtroppo abbiamo perso la certezza per cui, senza il cattolicesimo, non si può parlare di civiltà, ma soltanto di barbarie: Benedetto XVI afferma che il Padre Berthieu “lottò contro l’ingiustizia” (Omelia per la canonizzazione). Si tratta di una lotta propria del laicato, ma che caratterizza anche tutti i santi martiri, proprio perché senza cattolicesimo la società inselvatichisce: possiamo avere una bella volontà di dialogare, ma quelli ci massacreranno sempre.
Conclude il Papa: “La vita di questo evangelizzatore […] aiuti i numerosi cristiani oggi perseguitati a causa della fede!” (ibidem). Anche noi europei siamo perseguitati, perchè viviamo sotto il totalitarismo di una democrazia senza valori.