La Croce quotidiana 8 novembre 2017
I “viaggi di catechesi” del fondatore dell’Opus Dei nel periodo più delicato della crisi postconciliare (1974-75). Un saggio storico pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Studia et documenta” riporta gli incontri di popolo e quelli avuti da mons. Escrivá con le maggiori personalità della Chiesa latino-americana del tempo. Quello che resta è l’esempio di un pastore che, in pessime condizioni di salute e a 74 anni suonati, «compì uno sforzo veramente grande per non abbandonare l’impresa»
di Giuseppe Brienza
“I viaggi di catechesi in America Latina di Josemaría Escrivá. Uno sguardo d’insieme (1974-1975)” è il titolo del saggio appena pubblicato da Don Carlo Pioppi sull’ultimo numero di “Studia et Documenta. Rivista dell’Istituto Storico San Josemaría” (volume n. 11, Roma 2017, pp. 504). Nell’articolo si ricostruiscono in sintesi (cfr. pp. 49-64) ma con scrupolo documentario e cronologico le varie fasi dell’importante viaggio compiuto dal fondatore dell’Opus Dei in 7 Paesi dell’America Latina, nel periodo probabilmente di maggiore crisi del post-Concilio Vaticano II.
Innanzitutto l’Autore dà conto dei numerosi incontri avuti da Escrivá con vescovi del continente latinoamericano che, come sappiamo, era già allora proiettato ad assumere un ruolo sempre più importante nelle dinamiche della Chiesa universale, tanto dal punto di vista gerarchico quanto pastorale. Si va dalla visita e dagli intensi e colloqui con il card. Mario Casariego, arcivescovo di Guatemala, a quelli con il card. Paulo Evaristo Arns, arcivescovo di San Paolo del Brasile, alle frequenti permanenze a Buenos Aires come ospite del card. Antonio Caggiano, per finire con i confronti con gli allora arcivescovi di Lima (card. Juan Landázuri Ricketts) e Caracas (card. José Humberto Quintero Parra).
In un periodo caratterizzato dal “boom” della c.d. Teologia della liberazione, dalla nascita di movimenti anche violenti di contestazione sociale ed ecclesiale, di critica e di abbandono dal seno della Chiesa di numerosi sacerdoti, religiosi e fedeli, con il conseguente disorientamento generale, San Josemaría cercò d’infondere coraggio e rinnovata fedeltà alla Tradizione cattolica non solo nei membri dell’Opus Dei ma, evidentemente, anche in alcuni pastori che, da anni, stimavano lui e l’Opera, ricevendone spesso edificazione, speranza e stimolo nell’incrementare l’efficacia delle loro rispettive missioni.
Don Pioppi nel suo saggio dà una visione d’insieme di questi incontri e avvenimenti, “preparati” in un certo senso dai viaggi precedentemente compiuti da Escrivá nel 1970 in Messico e nel «lungo viaggio di catechesi» in Spagna e Portogallo nel 1972. Le questioni trattate nelle visite e nei colloqui sia con i vescovi sia con i fedeli erano naturalmente di contenuto e intento spirituale, non politico, sebbene l’amore alle libertà e alla responsabilità (anche civico-politica) personale sono sempre stati due dei “corollari essenziali” del messaggio del fondatore dell’Opera.
Per quanto riguarda le “catechesi pubbliche”, mons. Escrivá preferì evitare le grandi riunioni o assembramenti, in modo da preservare un clima tranquillo e il più possibile familiare ed evitare ogni erronea interpretazione politica del suo lungo viaggio apostolico.
Quello che maggiormente attrae della descrizione che Don Pioppi offre dei viaggi di san Josemaría in America Latina fra il 1974 e il 1975 è innanzitutto la forza d’animo e la tenacia di mons. Escrivá che, in pessime condizioni di salute e ormai 74enne, «compì uno sforzo veramente grande per non abbandonare l’impresa iniziata». Questa sua perseveranza, si aggiunge giustamente, «aveva alla base un forte senso pastorale che si riscontra in tutta la vita del fondatore dell’Opus Dei. Si può anche notare la sua capacità comunicativa in condizioni d’improvvisazione, che resta testimoniata dai numerosi filmati di questi incontri e riunioni che sono pervenuti sino a noi. Inoltre va segnalato il fatto che la sua presenza diede un impulso importante agli apostolati dell’Opera in questi paesi, che negli anni successivi conobbero un incremento veramente cospicuo» (p. 64).
Carlo Pioppi, sacerdote romano appartenente alla Prelatura dell’Opus Dei, è professore di Storia della Chiesa, Storia della teologia, Paleografia e diplomatica nella Pontificia Università della Santa Croce (PUSC). Dal 2001 collabora con l’Istituto Storico San Josemaría Escrivá, con ricerche e pubblicazioni che vertono principalmente sulla teologia cattolica del XII secolo, sulla storia dei Concili e dell’Opus Dei, sulla vita e sull’episcopato a Milano del Beato cardinal Andrea Carlo Ferrari (1850-1921) e, in generale, sui rapporti fra Stato e Chiesa nell’età contemporanea.
Per leggere il saggio e acquistare, al costo di 2,90 euro, l’edizione digitale integrale dell’ultimo volume di “Studia et Documenta”, ci si può collegare al sito: www.studiaetdocumenta.org.