[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32]
25 agosto – Memoria FacoltativaPoissy, 25 aprile 1215 – Tunisi, 25 agosto 1270
Il re di Francia Luigi IX modello di santità evangelica nell’esercizio del potere regale, si distinse per lo spirito di penitenza, di preghiera e per l’amore verso i poveri e i malati. Promosse insieme al bene sociale anche l’elevazione spirituale dei suoi sudditi nella giustizia e nella pace. Morì di peste presso Tunisi nella seconda delle due Crociate da lui intraprese. (Mess. Rom.)
Patronato:Re, Ordine Francescano Secolare
Etimologia: Ludovico = variante di Clodoveo
Emblema: Corona, Globo
La sua Storia S. Luigi IX, re di Francia, nacque il 25 aprile 1215 in Poissy, dove ricevette anche il Battesimo. Ebbe per genitori Luigi VIII e la regina Bianca di Castiglia, donna di grande pietà e virtù. A questo giovane principe la mamma procurò di ispirare fin dalla prima infanzia un singolare amore alla virtù e un grande orrore per il peccato, ripetendogli spesso quelle celebri parole: “Figliolo mio, vorrei piuttosto vederti morto, anziché macchiato di un sol peccato mortale e in disgrazia di Dio”.
Questa massima fece così grande impressione sul cuore di Luigi che se ne ricordò per tutta la sua vita.Giunto alla maggiore età, venne consacrato e coronato re di Francia e Luigi riguardò poi sempre la sua consacrazione non come una semplice cerimonia, ma come un impegno e un obbligo che egli assumeva davanti a Dio e agli uomini di far regnare Gesù Cristo in tutti i suoi stati. Guidato da maestri dotati di pietà e di scienza, Luigi arrivò alla giovinezza così serio e dedito ai suoi doveri, così pio e virtuoso, che pareva immune da ogni passione. Semplice e modesto curava di conciliarsi il rispetto del popolo non tanto con il fasto esteriore, quanto con le opere buone e con un buon governo.
Per riempirsi la mente e il cuore di massime sante e di elevati sentimenti egli leggeva continuamente la Sacra Scrittura e le opere dei Santi Padri e ne consigliava la lettura anche ai suoi cortigiani. In lui il valore si congiungeva alla pietà, senza nulla perdere del suo splendore. Nell’anno 1244 fu sorpreso da un’ardentissima febbre per cui tutto il popolo, dolente, offrì a Dio fervide preghiere, ottenendone la guarigione. Guarito, volle di persona guidare una crociata per la liberazione della Terra Santa.
Sbarcato in Egitto, presso la città di Damietta, attaccò i Saraceni e li vinse: ma iniziata la marcia verso l’interno, una terribile pestilenza decimò l’esercito crociato e colpì lo stesso sovrano. Assalito nuovamente dai Turchi, venne facilmente sconfitto e fatto prigioniero. Venuto a patti con il vincitore, potè liberare gran parte dei suoi soldati, soccorrere i feriti e proseguire come pellegrino per la Terra Santa. Qui mise mano a opere di cristiana e regale pietà che però dovette interrompere per far ritorno in Francia, essendogli in questo frattempo morta la madre.
Si occupò del riordinamento del regno, e governò con somma giustizia e cristiana pietà. Abolì il duello giudiziario, fondò la Sorbona, la Santa Cappella, e si preparò a una nuova crociata. Ma a Tunisi una nuova epidemia colpì l’esercito e lo stesso re, sentendosi morire, domandò gli ultimi Sacramenti. Fattosi poi adagiare sopra un letto coperto di cenere e cilicio, con le braccia incrociate sul petto, spirò pronunziando le parole: “Entrerò nella tua casa, o Signore, ti adorerò nel tuo tempio santo e glorificherò il tuo nome”. Era il 2 agosto del 1270
Queste sono le parole dell’antico “Cerimoniale” dell’Investitura Cavalleresca con le quali si ricorda che il cavaliere è prima di tutto un uomo di fede:
Accingere gladio tuo super femur tuum potentissime; et attende, quod Sancti non in gladio, sed per Fidem vicerunt regna.
Cingi fortemente con la tua spapa il tuo fianco; ed attendi. Poichè i santi non con la spada, ma attraverso la Fede conquistarono i regni sull’esempio di Luigi IX, Santo, Re e Cavaliere, leggiamo le parole di San Paolo:
1Timoteo 6:12
Combatti la buona battaglia della Fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
1 Tessalonicesi 5, 2-10
Voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore. E quando si dirà: «Pace e sicurezza», allora d’improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro: voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobrii. Quelli che dormono, infatti, dormono di notte; e quelli che si ubriacano, sono ubriachi di notte.
Noi invece, che siamo del giorno, dobbiamo essere sobrii, rivestiti con la corazza della fede e della carità e avendo come elmo la speranza della salvezza. 9 Poiché Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all’acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, 10 il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.
2Timoteo 4:7
Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.