Italiani, rivista che ignora il politicamente corretto
n. 168 del 30 Maggio 2015
Curatore: Luigi Fressoia
Com’è giusto che sia anche questo 15 maggio ho passato la giornata a Gubbio per succhiare le buone energie vitali che questa città in quel giorno sa produrre ed emanare. Città in festa in onore del suo patrono, S.Ubaldo. Di lui non si conosce moltissimo ma anche il popolo minuto sa che difese Gubbio in periodi foschi di invasioni e guerre.
Tutti sanno -in tale città molto compatta nelle sue tradizioni e identità- che Ubaldo salvò Gubbio da Federico Barbarossa e soprattutto guidò la comunità nel drammatico frangente di una lega di ben undici città fermamente intenzionate a sottometterla. Ubaldo fu sagace e vinse, la città fu libera di rimanere nei suoi costumi e istituzioni.
Poco si dice sempre su un dettaglio decisivo inerente le vittorie insperate: oltre la guida militare è segno evidente che Ubaldo si era comportato molto bene come governante amministratore, ovvero, se un organismo più piccolo vince su organismi più grandi è perché gode del beneficio immenso dell’unità interna, della propria unità di popolo, cementata proprio dall’amore suscitato col buongoverno.
Oggi a distanza di nove secoli il ricordo e l’amore per lui sono intatti, perché S.Ubaldo unì e salvò la sua comunità. Ben sapendo che se fosse stata soggiogata, certamente il 90% della popolazione sarebbe rimasta in vita, bensì non più libera. E’ la libertà più che la vita ad aver spinto Ubaldo e i suoi concittadini. Senza alcun intento polemico bensì per capire, chiedo alla Chiesa di illustrare le eventuali differenze con oggi.
E’ proprio la Chiesa a insegnarci che cambiano tante cose nella storia ma non il cuore delle persone; non cambia l’etologia umana dei singoli e dei popoli, entrambi animati da spirito di potenza ovvero spinta innata alla propria affermazione, entro o oltre i limiti del giusto. Tutt’al più si mitigano grazie a cultura e religione alcuni caratteri, ma non è possibile cancellare il dna.
La Chiesa è maestra di vita, di realismo, perché sa che la mitigazione è il massimo che si può ottenere dal momento che la natura umana è quella; invita a fare riferimento alla santità ma accetta benissimo ogni grado intermedio poiché è il massimo di alcuni, di pochi – in sé e come esempio- ad elevare comunque la media.Spiegare dunque se fu un buon cristiano Ubaldo ad opporsi armi in pugno agli invasori, ai vicini bellicosi e invadenti (e come lui se furono buoni cristiani Leone X che si oppose ad Attila e san Pio V che volle, fortissimamente volle Lepanto contro la marea mussulmana).
Se fosse presente oggi S.Ubaldo, spiegare come si comporterebbe a fronte della ultima invasione, quelle dalle coste del nord Africa e non solo. La libertà di rimanere nelle proprie istituzioni e costumi è messa in dubbio non solo dal tralignamento ormai consolidato di molte leggi (sulla immigrazione, sul trattamento sanitario delle carni macellate, sulla bigamia e altre) ma più dal dubbio interiore, anzi una certezza per molti uomini di chiesa e della politica, che i nostri costumi e istituzioni siano assolutamente indifendibili e addirittura sarebbero causa della invasione, perciò chiamata fuga dal disagio e dalle guerre provocate da una miriade di città -da un’intera civiltà, detta occidentale- come quella che fu di Ubaldo.
Fermo restando che è storicamente contestabile (totalmente contestabile), che disagi e guerre africane e mediorientali siano causate dalla civiltà occidentale (sembra più vero il contrario: causate dalla fine del colonialismo), balzerebbe all’occhio il parallelismo con Federico Barbarossa e il suo popolo, che a suo tempo avevano subito non poco l’invasione e dominazione romana: se oggi S.Ubaldo approvasse l’invasione dal nord Africa non si capirebbe più perché combatté quella dei tedeschi.
Chiederemmo pure a S.Ubaldo come comportarsi sull’argomento delle guerre da cui gli invasori/migranti scapperebbero, se egli incitò mai il suo popolo a scappare nei territori vicini oppure a unirsi a lui per la giusta causa.
Gli chiederemmo inoltre se non sia evidente anche per lui che dietro il fenomeno di massa v’è la mano di speculazioni e disegni; se -ciò considerando- il soccorso migliore dovuto dal buon cristiano non sia pretendere di metter mano laggiù ove la migrazione di massa s’appresta piuttosto che alimentare quelle speculazioni e disegni. Chissà che ci direbbe il buon Sant’Ubaldo, difensore e patrono del suo popolo.
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