Abstract: scienziati cattolici: Antonio Piaggio, il frate che inventò una macchina per srotolare e leggere gli antichi papiri rinvenuti a Pompei. Grazie a lui ad oggi 800 papiri sono stati aperti e letti. Ma a Antonio Piaggio si devono anche preziosi studi sul comportamento del Vesuvio
Lo Scoglio 10 Novembre 2023
Antonio Piaggio, scienziato in tonaca
di Andrea Bartelloni
L’ Ercolano sepolta dall’eruzione del Vesuvio che distrusse anche Pompei (79 d.C.) iniziò a essere esplorata solamente nel 1738 per volontà del Re di Napoli Carlo Borbone. Le enormi difficoltà nel procedere sotto i venti metri di interro vulcanico fecero desistere gli esploratori, ma dai cunicoli scavati emersero dei materiali e tra questi molti papiri rinvenuti nella Villa detta appunto dei papiri tra il 1752 e il 1754. Essendo carbonizzati all’esterno furono scambiati per carbone o materiale bruciato, solo in un secondo momento si capì il tesoro che si era scoperto e si pose il problema di come srotolarli per leggerli. Vari tentativi risultarono infruttuosi
A Roma c’era un sacerdote scolopio Antonio Piaggio (1713-1796), ordinato il 13 aprile 1736, scrittore di Latino, Soprintendente alle Miniature della Libreria Vaticana, restauratore di libri sotto il pontificato di Benedetto XIV (1675-1758), ma non solo, un personaggio poliedrico, un vero e proprio “scienziato in tonaca” che costruiva modellini, realizzava decorazioni, ritratti, incisioni, miniature, progettava macchinari industriali e molto altro. Proprio questa sua capacità inventiva lo portò a Napoli. Il 15 maggio 1753 tramite il ministro degli Affari esteri e segretario di Stato dei Regni di Napoli e di Sicilia, marchese Giovanni Fogliani Sforza d’Aragona il Re di Napoli chiese un parere per risolvere il problema dei papiri e aiuto agli esperti della Biblioteca Vaticana
Antonio Piaggio fu allora destinato a Napoli per cercare di risolvere il problema dello srotolamento dei preziosi e fragili rotoli di papiro e vi arrivò ai primi di luglio di quell’anno e avrebbe dovuto trattenersi fino a Natale. Un anno dopo, Piaggio, aveva costruito una macchina per srotolare i preziosi papiri che rimarrà in funzione fino alla metà del XX secolo che con estrema lentezza (pochi centimetri al giorno) riusciva nell’intento. Nel luglio del 1756 perde l’impiego alla Biblioteca Vaticana e chiede di rimanere a Napoli con lo stesso stipendio che aveva a Roma. Può così continuare a dedicarsi allo srotolamento dei papiri.
La vita di Piaggio a Napoli non fu semplice, invidie e rivalità si frapponevano tra lui e i preziosi papiri, ma tutto questo non gli impedì di rimare a Napoli fino al termine della sua vita. Anzi, le importanti amicizie che aveva costruito lo portarono ad affrontare altri impegni e altri studi come un Inventario dei papiri o il Diario vesuviano dove, tra il 1779 e il 1795 registrò il comportamento del vulcano approfittando anche della posizione della sua abitazione, a Resina (odierna Ercolano) vicino alla Basilica della Madonna di Pugliano, che gli consentiva un’ottima visuale del Vesuvio. Grazie alla macchina di questo scolopio nato a Genova sono stati aperti e letti 800 papiri
Fonti:
Giacomo Cardinali, Il Sole 24 Ore, 5 Novembre 2023
Domenico Bassi, Il p. Antonio Piaggio e i primi tentativi per lo svolgimento dei papiri ercolanesi (da documenti inediti)