Scuole islamiche in Italia

Abstract: scuole islamiche in Italia. Che dire di una sinistra che si straccia le vesti e ricorre al referendum contro la parità scolastica ma sembra tollerare (forse in cambio di un sostegno politico in piazza?) la penetrazione di strane “scuole parificate” in Italia, in cui si insegna esclusivamente il Corano in arabo . Cosa direbbe la sinistra davanti a una scuola che insegnasse solo ed esclusivamente la religione cattolica?

Tempi Numero: 15 – 10 Aprile 2003

Imam (e madrasse) all’ombra dell’Ulivo

Che dire di una sinistra che si straccia le vesti e ricorre al referendum contro la parità scolastica ma sembra tollerare (forse in cambio di un sostegno politico in piazza?) la penetrazione di strane “scuole parificate” in Italia?

di Bottarelli Mauro

La notizia è di quelle che, in tempo di guerra e di allarme terroristico, fa sobbalzare sulla sedia. Nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Milano è stato arrestato, insieme ad altre sette persone, l’imam di Cremona, il tunisino Mourad Trabelsi. Pesantissime le accuse: associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale, falsificazione di documenti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un bel colpo da parte delle forze dell’odine ma anche un gran brutto segnale

Il signor Mourad Trabelsi, infatti, non era nuovo alle cronache: anzi, la sua poco ortodossa concezione dell’islam e della convivenza era emersa chiaramente oltre un anno fa, quando decise di aprire una “madrassa” – scuola coranica – clandestina nei locali adiacenti alla moschea cremonese di via Massarotti. Il 6 febbraio del 2002 fu il parlamentare leghista Andrea Gibelli a rendere pubblica la vicenda con un’interrogazione ai ministri dell’Interno e dell’Istruzione. I quali nella loro risposta confermavano l’allarme e l’attenzione degli inquirenti.

Alla stessa epoca risale anche la segnalazione fatta alle autorità competenti (Provveditorato agli studi ma anche alla Digos) da alcuni presidi di Cremona, secondo cui molti genitori musulmani – tutti provvisti di regolare permesso di soggiorno – avevano deciso di ritirare dai rispettivi istituti i figli per iscriverli alla scuola coranica di Trabelsi, in linea con le “migliori” madrasse dell’estremismo pakistano. Il suo modello era infatti: iscrizione unicamente per bambini di sesso maschile tra i sette e gli undici anni; studio del Corano e lingua araba come unica materia; insegnanti scelti dall’imam.

Il tutto – e questo sembra il fatto più inquietante alla luce dei recenti avvenimenti di cronaca – nel totale silenzio, quando non nell’esplicita accettazione, della locale giunta di centrosinistra, che all’epoca non fece altro che schierarsi a favore dei genitori musulmani invocando per loro la libertà di scelta in materia di istruzione. La madrassa, insomma, era di fatto una sorta di “scuola parificata” a cui i genitori potevano liberamente iscrivere i figli togliendoli dalla scuola dell’obbligo.

Peccato che, oltre a infrangere gli articoli 33 e 34 della Costituzione italiana, quella scuola fosse totalmente illegittima sia dal punto di vista giuridico-penale che da quello didattico. Una scuola per insegnare il Corano in arabo come unica materia non è violenza? Cosa direbbe la sinistra davanti a una scuola che insegnasse solo ed esclusivamente la religione cattolica? E che dire di quella sinistra che si straccia le vesti e riccorre al referendum contro la parità scolastica ma sembra tollerare (forse in cambio di un sostegno politico in piazza?) la penetrazione di queste strane “scuole parificate” in Italia? Cos’hanno da dire oggi gli amministratori comunali di Cremona? Che «L’Occidente non ha niente da insegnarci» come sostengono quei genitori di bambini musulmani tolti alle scuole italiane e iscritti alla madrassa di Trabelsi?

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