di Ilvo Diamanti
La Chiesa italiana oggi è all’opposizione. Per la prima volta, nell’Italia Repubblicana. Fino agli anni Ottanta aveva affidato alla Democrazia cristiana la rappresentanza dei cattolici in politica. E l’accesso al “governo del Paese”: Anche se la Dc per iniziativa di De Gasperi si era presto “autonomizzata” dal Vaticano. Ma il “mito dell’unità politica dei cattolici” (come lo definisce il sociologo Enzo Pace) resisterà fino agli anni Novanta. Anche se da tempo la Dc aveva smesso di essere il partito “dei” cattolici. (Pur restando, sino alla fine, un partito “di” cattolici, come ha osservato Arturo Parisi).
Ruini, infatti, teorizza e pratica una “Chiesa extraparlamentare”, come la definisce Sandro Magister (in un libro, dallo stesso titolo, pubblicato dall’Ancora del Mediterraneo nel 1999). Che agisce, quindi, a sostegno dei propri valori e dei propri interessi, come una lobby.
Facendo “pressione” sui partiti e sulle istituzioni, grazie alla diffusione organizzativa e territoriale e alla credibilità .sociale di cui dispone. Rafforzata dalla grande capacità di attrazione sociale esercitata dal papa Karol Wojtyla. Polacco, poco interessato alle cose politiche italiane.
Che, peraltro, non capiva. E poca cosa gli apparivano, di fronte ai problemi della Chiesa, della religione, dell’Uomo in ambito globale. (Con qualche ragione, crediamo). D’altronde, se si considera la quota dei fedeli “praticanti”, la Chiesa rappresenta ormai una “minoranza”, nella società. La frequenza regolare alla messa e agli altri riti coinvolge poco più di un quarto degli Italiani.
Anche da ciò scaturisce la scelta della Chiesa, ispirata da Ruini, di agire come lobby, che rappresenta una minoranza influente. Un gruppo di pressione che interviene a sostegno dei temi prioritari, per i cattolici. In ambito sociale: la solidarietà, la pace.
In ambito morale: la vita, la famiglia. In ambito educativo: la scuola. Al di fuori del tradizionale schema europeo, che la vede a fianco della Destra, guidata dai Popolari. E alternativa alla Sinistra, Socialdemocratica (o, peggio. Radicale). In Italia, d’altronde, la Destra, nella seconda Repubblica, è interpretata da soggetti politici, come la Lega, distanti dai temi della solidarietà sociale e nazionale.
Mentre Forza Italia e lo stesso Berlusconi riflettono una cultura dei consumi, del liberismo individualista, che incontra resistenze nel mondo cattolico. Per cui, nel 1996, quando il centrosinistra vince le elezioni, trainato dall’Ulivo di Prodi, non incontra ostacoli dalla Chiesa. Prodi è un cattolico osservante (il cui matrimonio e stato celebrato dallo stesso Ruini). Il suo partito, i Popolari, raccoglie gli eredi della sinistra democristiana.
La Chiesa, forte della sua autorevolezza e della sua capacità di mobilitazione sociale, opera, quindi, come lobby minoritaria , ma influente. Resa determinante dall’equilibrio Instabile fra i poli.
Oggi, però, il clima è cambiato. La Chiesa in Italia non è più equidistante. Per diverse ragioni. Al centro della sua attenzione si sono imposti i temi dell’etica. Il modello di famiglia, definito dal vincolo fra due persone, di diverso genere, statuito dal matrimonio. La vita, come principio, oltre che come realtà concreta. In contrasto con le “pretese” della politica e della scienza, di esercitare autorità su questo “dominio”.
Da ciò gli interventi dei Vescovi, sempre più pressanti: sulla procreazione assistita, sull’uso delle cellule staminali embrionali nella ricerca, sui Pacs e, più in generale, sulla (contro la) legittimazione delle coppie di fatto. Su questo terreno la Chiesa è Intervenuta, sempre più di frequente. Scontrandosi con il centrosinistra.
Ad esempio in occasione dei referendum del l’anno scorso, quando ha sostenuto apertamente l’astensione “tattica” per farlo tallire. Criticando quei cattolici – fra cui Romano Prodi – che avevano affermato l’importanza del “voto”, come atto di responsabilità civile. L’attenzione della Chiesa verso le vicende di casa nostra, peraltro, è cresciuta, in seguito alla nomina di papa Benedetto XVI. Per molto tempo “Prefetto della Congregazione della Dottrina della fede”. Tedesco, inoltre, ma conoscitore esperto delle vicende italiane.
Teologo finissimo, egli, come suggerisce il filosofo Piergiorgio Grassi, ha investito sui “valori” per imporre il “distintivo cristiano”, in una società dove l’identità cattolica rischia di risultare irrilevante. Peraltro, sul versante politico, la Destra, negli anni di governo, ha assecondato la Chiesa.
Dal punto di vista dei valori, legiferando in merito alla famiglia, alla ricerca sulle staminali, alla procreazione assistita. Ma anche sotto il profilo degli interessi. Si pensi al finanziamento delle scuole private, perlopiù cattoliche; all’immissione in ruolo degli insegnanti di religione. Agli sgravi fiscali concessi alle proprietà ecclesiastiche.
D’altro canto, per ragioni simmetriche, la Chiesa si mostra preoccupata del peso assunto, nell’Unione, dalla sinistra radicale. E dai Radicali, in particolare. L’iniziati va del ministro Mussi, di ritirare la firma dell’ltalia dal Patto europeo in materia di staminali, come primo atto “simbolico” del suo mandato, ha drammatizzato questa convinzione.
Cosi oggi la Chiesa ha smesso l’equidistanza dai poli. E si è avvicinata alla Destra. Superando le riserve del passato. Non la turbano neppure i conflitti di interesse di Berlusconi. Perché conta, molto di più. l’attenzione della Cdl verso gli interessi ecclesiastici. E conta, in egual misura, la rinnovala diffidenza verso la Sinistra. Corrosa dal baco “laicista” e “radicale”.
Così l’atteggiamento della gerarchia ecclesiastica verso Prodi, nel corso della recente campagna elettorale, è apparso freddo e distaccato. Mentre il clero di parrocchia, assai più del passato recente, ha manifestato sostegno e simpatia alla Destra. Sensibile ai “valori cristiani” E al finanziamento delle opere parrocchiali. Un’osservazione attenta e focalizzata sul recente volo politico potrebbe, al proposito, offrire importanti conferme.
Facendo emergere, ad esempio, che nei seggi dove è più alta la presenza di ecclesiastici (soprattutto di suore) il consenso al centrodestra è cresciuto notevolmente.
Naturalmente, lo ribadiamo, la Chiesa è, per definizione, un “multiverso”. La gerarchia e il clero non so no un unicum. E l’orientamento dei cattolici, sul piano politico e dei valori appare molto differenziato. Le indagini condotte sulle recenti elezioni, infatti, indicano che il voto dei praticanti risulta ancora equidistribuito (anche se un ‘analisi di Paolo Segatti, pubblicata in un libro curato da Mannheimer e Natale, L’Italia a metà, per Cairo editore, osserva un lieve spostamento a destra).
Sulle materie più controverse – famiglie di fatto, procreazione assistita – i sondaggi (Eurisko. Demos. Ispo e Ipsos) suggeriscono, inoltre, che le posizioni della gerarchia ecclesiastica non prevalgano neppure fra i cattolici osservanti. Mentre il volontariato e l’associazionismo sociale, impegnati nell’ambito della solidarietà, continuano a intrattenere rapporti stretti con la Sinistra (anche se in misura assai minore del passato recente).
Resta il fatto che l’era della delega alla Dc è finito. Il tempo della Chiesa come lobby trasversale: finito anch’esso. Siamo, invece, entrati nella stagione del “cattolico irriverente”, come lo definisce Dino Boffo, direttore del quotidiano della Cei “l‘Avvenire“. Ben diverso dal cattolico del passato: “remissivo”, che «lasciava ad altri di segnare l’orizzonte per giustificare la propria presenza nell’arena politica». Siamo entrati nella stagione in cui la Chiesa – parole di Ruini – interviene direttamente contro la “privatizzazione dell’etica”.
E, in questo percorso, affianca la Destra. Per diffidenza verso la Sinistra. Alla quale – come osserva Rusconi su “La Stampa” – non è servito «aver eluso le questioni dell’etica pubblica, di interesse generale, durante la campagna elettorale. Con reticenze e un pò di cattiva coscienza».
Cosi, oggi, la Sinistra al governo deve misurarsi con una “Chiesa d’opposizione”, Posizionata a destra. Nell’Italia Repubblicana, non si era mai visto. Ma, forse, agli occhi della Chiesa – abituata a occupare il Centro – risulta il contrario. È il governo che sta all’opposizione.