ProVita Onlus 25 agosto 2017
di Teresa Moro
In questi giorni si parla molto di terrorismo e di islam. L’Europa, così priva di radici, è ingabbiata in una morsa di terrore. Cosa fare, di fronte a tutto questo? Occorre tornare a scoprire e a difendere le nostre radici cristiane, e per fare questo servono soprattutto uomini virili, che siano disposti a scendere sul campo di battaglia.
Quando il gioco si fa duro, i duri devono cominciare a giocare. All’indomani degli attacchi di matrice islamica a Parigi del 13 e 14 novembre 2015 (che causarono 137 morti), scriveva il filosofo francese Fabrice Hadjadj: «Se non riscopriremo la virilità guerriera della vita cristiana, perderemo contro l’islamismo, dal punto di vista spirituale e materiale». E proseguiva sferzando in maniera molto dura gli uomini d’oltralpe, e con loro tutti gli europei: «Ci eravamo rammolliti, avevamo perso ogni virilità, ridotti allo stato di bambini viziati, di marionette preoccupate dal nostro cardiogramma, pupazzi consumatori di pornografia». Uomini senza spina dorsale, spettri di se stessi.
Eppure, a ben vedere, la nostra cultura cristiana è sempre stata attenta a valorizzare la vocazione all’amore e alla misericordia, ma senza mai disgiungerla dalla fermezza e dalla giustizia. Soprattutto nel contesto attuale, continuava il filosofo, «[…] non possiamo più nascondere la dimensione del guerriero. Il guerriero le cui armi sono prima di tutto spirituali, ma non solo. (…) La vita è comunione prima di essere guerra, dono prima di essere lotta. Ma poiché questa vita è ferita all’origine, continuamente attaccata dal Maligno, bisogna lottare per il dono, combattere per la comunione, prendere il gladio per estendere il Regno dell’amore».
Si tratta di un discorso confessionale, ma che tutti possono condividere. Non si può più attendere, la pressione è forte e chiede una risposta nell’immediato.
Servono uomini che abbiano chiaro il senso della vita e siano disposti a morire per la Verità, incarnata in Gesù Cristo.
Servono uomini che sappiano ancora mettere l’essere di fronte all’apparire.
Servono uomini coerenti e pieni di senso del dovere, che non si tirino indietro di fronte alle fatiche e alle difficoltà.
Servono uomini che siano disposti a partire… ma anche a tornare, perché stare al proprio posto è alle volte più difficile che compiere grandi imprese nel mondo.
Servono uomini che sappiano proteggere la loro donna, con fermezza ma anche con tenerezza, e che possano consentire al sesso debole di curare il “ministero degli interni”.
Servono uomini che siano padri: guide presenti, sicure, affidabili… non maestri perfetti, ché è un ideale irrealizzabile, ma persone consapevoli della missione loro affidata.
Servono uomini, e servono subito. Per il bene di tutti.