Sessualità, matrimonio e concupiscenza in sant’Agostino

Tratto da In quiete sito di Gianfranco Bertagni

di Emanuele Samek Lodovici

[tratto da Raniero Cantalamessa (a cura di), Etica sessuale e matrimonio nel cristianesimo delle origini, Vita e Pensiero, Milano 1976, pp. 212-272]

L’etica sessuale matrimoniale di sant’Agostino non viene presa in oggetto per la prima volta in questo articolo. La ricostruzione storica della sua dottrina è stata affrontata, ellitticamente o positivamente, da diversi autori in capitoli appositi. Non pretendiamo perciò di dire cose assolutamente nuove.

Purtuttavia buona parte delle interpretazioni correnti del suo pensiero su questo punto (quando non appartengano già al genere della farneticazione brillante)  sembrano soffrire di una ambiguità fondamentale: rifacendosi al metodo dell’analista che stacca un frammento, lo esplora e ignora il resto, esse rischiano talvolta di pro porre conclusioni limitative o peggio arbitrarie.

Tagli di lettura del genere arbitrario (che verremo man mano discutendo) non sono mancati in questi anni. Per desiderio di misurare i titoli di grandezza ed opacità dell’uomo, o più semplice mente per amor di tesi, alcuni autori si sono gettati su alcune frasi agostiniane per dichiarare decaduta (o per lo meno insostenibile) la sua etica e per produrre una normativa nuova in campo sessuale. 

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