“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
di Rino Cammilleri
Oggi e domani, nel Santuario Reale della Madonna delle Grazie di Racconigi (Cuneo) si festeggia s. Giuda Taddeo, apostolo e parente di Gesù. Nonché invocato nei casi disperati o impossibili. Viene ricordato insieme a un altro apostolo, Simone. Entrambi proteggono i segatori del marmo e della legna.
Simone il cananeo apparteneva al partito giudaico degli zeloti, i quali propugnavano la rivolta armata contro gli occupanti romani. Cristo, che guardava solo al cuore degli uomini, volle scegliere i suoi apostoli tra le varie correnti del giudaismo di allora, dai farisei ai discepoli del Battista (ma c’erano anche un pubblicano e personaggi che potremmo definire qualsiasi). Forse Simone era fratello di Giacomo il Minore, cui succedette come vescovo di Gerusalemme dal 62 al 106 (anno in cui subì il martirio sotto Traiano).
Alcuni lo chiamano anche Natanaele e dicono che predicò in Africa e in Britannia. Altri sostengono che lui e l’altro apostolo, Giuda Taddeo, furono uccisi in Persia. Altri ancora affermano che Simone visitò l’Egitto e, insieme al Taddeo, la Mesopotamia, dove entrambi subirono il martirio.
Secondo questa tradizione, vennero segati in due (da qui il loro patrocinio su quanti lavorano al taglio del marmo, della pietra in genere e della legna). Giuda era chiamato anche Taddeo, che vorrebbe dire «magnanimo» (ma può trattarsi una errata trascrizione del nome ebraico Teuda).
Pare fosse cugino di Gesù. E’ autore di una delle Lettere del Nuovo Testamento. Una certa tradizione vuole che sia stato lui lo sposo nelle nozze di Cana. Si dice anche che sia stato martirizzato presso Beirut.
il Giornale 28 ottobre